A dichiararlo è Lino Ferrara presidente nazionale dell’Unione Armatori da Diporto, un movimento che da tempo si spende per la valorizzazione e promozione internazionale del turismo nautico, sostenibile, a cui sono legati ambiziosi progetti di valorizzazione e riqualificazione dell’intero waterfront e di tutto il retroterra urbano -alias città-.
“Una linea di costa riqualificata che consenta tanto l’approdo di turisti della nautica su territori strategici sotto il profilo dell’attrazione turistica e della filiera dell’accoglienza –spiega Ferrara- quanto una maggiore e migliore fruibilità da parte dei residenti che le abitano in maniera stanziale con aree pedonali destinate a verde pubblico. I riflettori accesi dall’imminenza delle prove dell’America’s Cup mettono in luce tutte le contraddizioni accumulate da anni di immobilismo delle amministrazioni locali.”
Una corsa contro il tempo da parte di Comune, Regione e Provincia, i soci di ACN, la società di scopo amministrata da Paolo Graziano e costituita in occasione delle regate di aprile 2012 per strappare una deroga al doppio vincolo ambientale e monumentale imposto dalla Sovrintendenza nel 2005. Va ricordato - continua Ferrara - che detti vincoli traggono origine della mancata realizzazione dei piani paesistici, che la legge Galasso imponeva alle amministrazioni locali, Comune, Regione e Provincia per una pianificazione strategica delle risorse del territorio e che i vincoli delle Soprintendenze nascono solo ed unicamente da questa mancata pianificazione, obbligati per legge ad intervenire in assenza di una pianificazione che il legislatore chiedeva alla politica locale. Ecco perché oggi, a pochi giorni dalla data fissata (7 aprile 2012) per le prove dell’America’s Cup, dobbiamo leggere dell’auspicio da parte delle istituzioni di una diversa interpretazione normativa da parte del Direttore Generale dei Beni Culturali Gregorio Angelini, definito il Sovrintendente dei Sovrintendenti, trattandosi di opere “provvisorie’”
“La città di Napoli non può più vivere di provvisorietà e deroghe, ha bisogno di programmazione costante di eventi e certezze, è nelle certezze che si alimenta la legalità – continua Ferrara- né tantomeno credo che da sola per quanto prestigiosa le prove dell’America’s Cup possano risollevare le sorti di un tessuto imprenditoriale in agonia a cominciare dagli alberghi e ristoranti per finire alle strade dello shopping e della by night.”
“Non è più concepibile, in nome della provvisorietà – prosegue Ferrara - continuare a tollerare da una parte centinaia di immigrati spesso clandestini che con mercatini abusivi occupano quotidianamente i marciapiedi del più bel lungomare del mondo, Via Caracciolo, per propinare merce contraffatta e di dubbia provenienza ed impedire dall’altra l’accoglienza di grandi eventi legati al mare grande risorsa di questa città.”
“Quando Paolo Graziano dichiara che : “..il problema non sono gli specchi d’acqua per le regate, ma le aree a terra a ridosso di queste…” vuole intendere, che senza un porto turistico non si possono realizzare gradi eventi legati alla risorsa mare e lo dice secondo il suo linguaggio da gran signore della comunicazione quale il suo ruolo istituzionale impone, ma questo dice : occorre un porto turistico, senza il quale la città di Napoli rischia di perdere un grande vento che genera ricchezza diffusa.”
“In mancanza della tanto attesa realizzazione dei piani paesistici –ribadisce Ferrara- da parte delle amministrazioni locali, ora tutte affannosamente alla ricerca di una soluzione provvisoria, c’è almeno da augurarsi che le Soprintendenze estendano il loro potere di veto anche allo scempio quotidianamente perpetrato sul lungomare di degrado urbano , ritenendo anche questa un’azione a tutela ambientale e monumentale. “
“E’ questa seconda ipotesi, quella più realistica ed auspicabile – conclude il Presidente dell’Unione Armatori da Diporto - anche perché l’arrivo delle migliaia di turisti che accorrerebbero in città per l’America’s Cup, come auspicato da tutte le categorie (non ultimo dai tassisti in sciopero) sortirebbe l’effetto di deludere le aspettative trovando un sistema dell’accoglienza inadeguato, partendo proprio dai taxi, ancora dotati di un un parco auto obsoleto e fatiscente, privo di qualunque minimo comfort a cominciare dall’aria condizionata per finire al rumore assordante della vetusta radio di servizio non in linea con la tecnologia in uso nelle altre città. Si potrebbero così impiegare i fondi risparmiati per il prolungamento delle scogliere a vantaggio dei lavori di riempimento delle migliaia di buche che costellano pericolosamente le strade urbane.”