Per un uomo di mare la rosa dei venti è il punto cardine su cui far girare la propria esistenza e per un lupo di mare come il provetto Capitano Giacinto D’Ambra, in arte GIADA, essa rappresenta non solo un punto di riferimento verso cui orientarsi nella difficile avventura della vita ma anche un punto fermo per la sua creatività.
Con la sua estrosa capacità di imprigionare emozioni sulla ruvida e d inanimata tela Giacinto ci delizia, attraverso le sue opere arricchendoci con un percorso che parte da lontano. L’artista, infatti, non si limita a rappresentare ciò che lo circonda, ma intende consapevolmente trasfondere nei dipinti, il proprio vissuto interiore, reinterpretando, a volte giocosamente e fanciullescamente la realtà.
Il nuovo allestimento di GIADA, inaugurato presso lo storico palazzo Pezzillo di Forio il primo dicembre 2018 ha un particolare espositivo che stupisce e incuriosisce i visitatori. Lungo l’ampio ingresso le sue opere sono adagiate sul pavimento a formare un percorso espositivo che rimanda alle forme geometriche della rosa dei venti. L’esposizione ci rivela un Giada inedito e versatile che attinge a piene mani da quella passione artistica maturata durante i frequenti viaggi, in special modo nella Germania del Nord. Nelle gallerie di Amburgo, infatti, Giacinto incontra Gerhard Richter, da cui il talento nascente trae nuove prospettive e stimoli da tradurre in tele e tavole colorate. Ḗ proprio l’emozione, infatti, o meglio la capacità di emozionarsi e di regalarsi piacevoli sensazioni, a offrire la linea guida indispensabile per leggere tra le righe delle mutevoli creazioni di GIADA, primo e unico nome d’arte prescelto dal pittore foriano.
GIADA ha una personalità forte e vitale e trasmette alle sue opere la forza del proprio essere.
Coltiva profondamente le amicizie, con cui condivide spesso il gusto per la buona tavola e cerca, quasi fosse un’urgenza espressiva, di rappresentare ciò che sente. L'arte di GIADA, come assimilato da Richter, è densa di tensione tra la realtà oggetto del dipinto e quella creata dal dipinto stesso. Una sua peculiarità è nell’aver dipinto “con tutto e su tutto” percorrendo gli spazi dal paesaggio al figurativismo fino a giungere all’astratto, tematica sulla quale attualmente si cimenta, quasi trasformando le sue tele in ritagli materici di juta o di altri tessuti.
Come sempre, GIADA cerca di stupire il pubblico coinvolgendolo e lasciandolo entrare nelle sue creazioni.
Abbiamo rivolto a Giacinto qualche domanda per saperne di più sul suo ultimo lavoro.
Giacinto, ci racconti un po’ della tua storia artistica?
La mia storia artistica inizia in campagna dove, ultimati i miei anni di navigazione, passavo il tempo a coltivare e imparavo il mestiere di contadino. Dopo un periodo fruttuoso e soddisfacente di produzione di frutta e ortaggi, mi sono accorto però di non essere un uomo di terra. È iniziato un periodo di nostalgia dl mare di andare in posti nuovi, per conoscere il mondo che ci circonda, e, non essendo più sereno sono tornato al mare ove mi sentivo appagato. La sera, prima di addormentarmi dopo una dura giornata di lavoro, mi appariva come in un sogno la chiesa del Soccorso e nel dormiveglia pregavo il Crocefisso di proteggermi per tornare sano e salvo dalla mia cara famiglia.
E come è caduta la scelta espositiva in un palazzo così prestigioso e legato alla storia isolana? (ndr ricordiamo il Com Giuseppe Pezzillo sacrificatosi insieme ai suoi 300 compagni di lotta, per raggiungere gli ideali di libertà da sempre insiti nel cuore degli isolani, il 15 maggio 1848)
Ho scelto questa location per il motivo di essere maturato e, capire e rispettare le persone di questo paese (Forio) che sono passate alla storia immolandosi per un’idea giusta.
Un’ultima domanda. Spesso gli artisti usano uno pseudonimo. Nel tuo caso l’acronimo GIADA ha contribuito alla diffusione del tuo messaggio artistico?
Non credo che sia solo il nome Giada, ma l’insieme a far emergere l’onestà e il rispetto per le cose semplici ma importanti nella vita.
Grazie Giacinto e Buone Feste.
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