Ischia News ed Eventi - Processo a Giuseppe Garibaldi

Processo a Giuseppe Garibaldi

Processo a Giuseppe Garibaldi

Teatro
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Alle ore 21, al centro congressi Angelo Rizzoli, uno spettacolo da non perdere, a cura della compagnia il Pozzo e il Pendolo, scritto e diretto da Ciro Sabatino.

L'Eroe dei due Mondi fu «un rivoluzionario disciplinato?». Tra nuovi misteri, che si consumano proprio a Ischia, è uno degli interrogativi che caratterizzano la pièce. In veste di accusatore d'eccezione, un magistrato di razza: Raffaele Marino.

L'evento conferma il grande successo della kermesse «Le acque termali... e la ferita di Garibaldi» organizzato dall'Azienda Turismo.

«Processo a Garibaldi. Fu un rivoluzionario disciplinato?». Il titolo dello spettacolo – unico e originale – in programma venerdì 23, alle ore 21, nella sala del centro congressi Angelo Rizzoli di Lacco Ameno, racchiude tutte le suggestioni che finora sono state create, con grande successo, dall'iniziativa realizzata nell'arco di un mese dall'Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida, «Le acque termali... e la ferita di Garibaldi», in un mix riuscito di musica e incontri, film e teatro, passando dalla ricerca scientifica ricca di sorprese al thrilling storiografico di raro effetto.

Il «Processo» è un'opera scritta e diretta da Ciro Sabatino con la compagnia de Il Pozzo e il Pendolo e si avvale della partecipazione speciale di una grande magistrato, un inquirente di razza, Raffaele Marino che sosterrà l'accusa fondata su una serie di interrogativi inquietanti: fu l'Eroe dei due Mondi a decretare l'affondamento dell'Ercole e la morte di Ippolito Nievo? Fu il Nizzardo a decidere che tutti i documenti contabili relativi alla spedizione dei Mille dovesse sparire per sempre? Come nel caso de «Il segreto di Anita», la nota di regia redatta da Ciro Sabatino, è emblematica.

Si parte dai fatti. «Lunedì 4 marzo 1861. Tarda sera. Il telegrafo della Marina Regia comunica – scrive Sabatino - la scomparsa in mare del brigantino a vapore «Ercole» della Società di navigazione Calabro-Sicula. L'imbarcazione è partita da Palermo intorno a mezzogiorno, sfidando il maltempo, e da molte ore non ci sono più contatti. Dalle notizie raccolte tra i naviganti in zona il naviglio potrebbe essere stato affondato da un violento colpo di vento, a 150 miglia da Palermo. Altri pensano che il naufragio sia avvenuto nelle vicinanze di Napoli, forse a largo di Sorrento. O tra Ischia e Capri. Qualcuno ipotizza che il vapore, spinto dai marosi, sia arrivato a Messina e lì affondato dalla guarnigione borbonica che ancora resisteva nella cittadella. Nel naufragio perde la vita Ippolito Nievo, scrittore, ma soprattutto tenente colonnello del generale Garibaldi, e amministratore dei Mille. L'uomo ha con sé i libri contabili dell'Intendenza garibaldina, con i conti dettagliati fra il 2 giugno e il 31 dicembre 1860. Quella documentazione gli serve per dimostrare l'assoluta regolarità delle spese dei garibaldini e respingere le illazioni messe in giro dagli ambienti monarchici. Nulla verrà recuperato dal misterioso naufragio. Meno che mai quei preziosi documenti contabili. La prima ipotesi – aggiunge l'autore - è quella del complotto. Ma di chi? E contro chi? Cosa si nascondeva in quelle carte? In che maniera quei documenti avrebbero potuto gettare un'ombra nera sulla vita dell'Eroe dei due Mondi? L'ipotesi più accreditata è che il complotto, se vi fu, non nascesse in ambiente garibaldino, ma savoiardo, e tendesse ad annebbiare la verità per nascondere le grandi ruberie degli emissari di Cavour e Vittorio Emanuele.

Altri la pensano diversamente. Molto diversamente». Tutto lo spettacolo è incentrato su questo controverso episodio che consuma una parte del suo mistero proprio sull'isola di Ischia.

La ricostruzione dei fatti e una possibile verità verrà illustrata al pubblico da un inquirente di razza, come si è detto, il magistrato Raffaele Marino. A Ciro Sabatino e alla compagnia de il Pozzo e il Pendolo è invece affidata la ricostruzione storica degli eventi di quel lontano marzo 1861.