Ischia News ed Eventi - Misure di emergenza per prevenire l’introduzione e la diffusione all’interno della Comunità di Rynchophorus ferrugineus

Misure di emergenza per prevenire l’introduzione e la diffusione all’interno della Comunità di Rynchophorus ferrugineus

Palme attaccate dal Rynchophorus

Ambiente
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La regione Campania interviene con un decreto dirigenziale, per cercare di fermare l'epidemia dovuta al Rynchophorus ferrugineus, che ormai colpisce quasi tutto il territorio campano. Considerato che allo stato attuale non esiste un intervento risolutivo che riesca a garantire risultati certi per il
controllo del R. ferrugineus, sopratutto a basso impatto ambientale, una corretta strategia di difesa si deve basare,  sulla combinazione di più misure fitosanitarie
la cui scelta dipende, in molti casi, dalle specifiche circostanze.

Nelle zone infestate, nelle zone cuscinetto e nelle zone indenni vige l’obbligo che chiunque sospetti o accerti la comparsa dell'organismo nocivo è obbligato a darne immediata comunicazione allo STAPA CePICA competente per territorio che dispone specifici accertamenti fitosanitari per valutare le misure fitosanitarie più opportune.
Nelle zone insediamento, chiunque sospetti o accerti la comparsa dell'organismo nocivo può darne comunicazione allo STAPA CePICA competente per territorio che può disporre accertamenti specifici per valutare le misure fitosanitarie più opportune.

Allo scopo di conoscere l’evoluzione della diffusione del Punteruolo rosso, gli STAPA CePICA attuano un sistematico monitoraggio.
Gli Ispettori fitosanitari e il personale tecnico di supporto di cui all’art. 35 del D.lgs 214/05 espressamente incaricato, eseguono annualmente, con la collaborazione delle amministrazioni comunali e se del caso con altri soggetti pubblici o privati per quanto di loro competenza, indagini ufficiali per rilevare l'eventuale presenza dell'organismo nocivo attraverso ispezioni visive avvalendosi eventualmente anche di piattaforme aeree. Nelle zone indenni (ivi comprese le zone cuscinetto) il monitoraggio visivo può essere supportato dall’utilizzo di trappole a feromone. In tal caso le trappole sono da posizionare lontano dalle palme, (almeno 100 metri). In caso di rilevamento di piante attaccate deve essere previsto l’immediato abbattimento delle stesse secondo le procedure appresso riportate.
Il personale incaricato di attuare il monitoraggio registra i dati rilevati su apposita scheda per tutti gli esemplari visionati, indipendentemente dalla presenza o meno di R. ferrugineus. I risultati di tali indagini sono comunicati al SeSIRCA – Servizio fitosanitario entro il 31 dicembre di ogni anno attraverso una tabella riepilogativa riportante i dati delle schede. Le segnalazioni di attacchi su eventuali nuove specie sensibili non precedentemente segnalate in Campania o il ritrovamento dell’organismo nocivo in aree in cui precedentemente non era stato segnalato, sono comunicate al SeSIRCA - Servizio fitosanitario entro tre giorni dal ritrovamento e anticipate via email all’indirizzo:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Le operazioni di monitoraggio devono tendere a ricercare i primi sintomi dell’infestazione, per cui occorre porre particolare attenzione alle foglie delle piante attaccate, le quali prima di assumere il classico aspetto ad ombrello, con collasso delle foglie centrali, quasi sempre mostrano specifici sintomi, spesso visibili anche da terra, quali:

  • rachidi fogliari spezzati o inclinati;
  • foglie più o meno seghettate;
  • presenza di rosume o bozzoli sui rachidi fogliari;
  • torsione delle foglie e asimmetria della chioma.

Occasionalmente l’attacco può essere localizzato alla base dello stipite, in tal caso il fogliame è del tutto asintomatico e la parte del tronco infestata risulta al tatto poco consistente ed emette un forte odore dovuto ai tessuti marcescenti e in fermentazione.

Interventi preventivi da attuare in tutte le zone

Il Punteruolo rosso svolge gran parte del proprio ciclo biologico all'interno della pianta per cui risulta difficilmente raggiungibile dai più comuni mezzi di lotta. E’ evidente la necessità di utilizzare una strategia di difesa di tipo preventivo per impedire l'ingresso e lo sviluppo dell’insetto nelle palme.
Un’efficace strategia di difesa prevede:

  • l’attuazione di pratiche agronomiche che consentano uno sviluppo armonico della palma;
  • l’adozione di accorgimenti tecnici preventivi che evitino o limitino l'insediamento dell’organismo nocivo.

Per quanto sopra riportato gli interventi di profilassi generale a cui devono attenersi i proprietari di piante di palme sono così individuabili:

  • accurate ispezioni periodiche su tutte le piante sensibili all’attacco del coleottero in questione;
  • accurata potatura delle foglie e delle infiorescenze secche, eliminazione delle guaine fogliari, residui organici, ecc. da effettuarsi nel periodo invernale quando il volo degli adulti è limitato;
  • eliminazione dei residui della potatura;
  • evitare i tagli delle foglie verdi o, se indispensabili, coprire e disinfettare le ferite con mastici, paste insetticide associati a trattamenti fungicidi, in quanto la superficie di taglio è fortemente attrattiva nei confronti dell’insetto. Se i tagli sono effettuati nel periodo invernale, quando il rincoforo ha una minore attività di volo, le ferite possono essere suscettibili di attacchi fungini perché non cicatrizzano facilmente;
  • trattamenti preventivi alle palme con l’utilizzo di prodotti fitosanitari registrati, privilegiando le tipologie applicative a basso impatto ambientale, assicurando comunque la copertura dalla primavera all’autunno. Nelle zone indenni tali trattamenti possono anche essere omessi o ridotti nel numero.

Interventi curativi

L’osservazione attenta e costante, soprattutto da parte dei proprietari delle palme, supportata dal personale tecnico può permettere la tempestiva individuazione di piante con sintomi iniziali di attacco. Tali piante, alla luce delle esperienze maturate dai diversi Servizi fitosanitari regionali, possono essere, con buona probabilità, recuperate se vengono adottate le più opportune strategie di difesa. Nelle zone insediamento e nelle zone infestate è quindi possibile tentare di salvare le palme attaccate quando queste non sono completamente compromesse. Questa operazione di salvataggio deve essere voluta in primis dal proprietario della palma. La strategia di intervento deve perciò basarsi sulla collaborazione dei proprietari con il Servizio fitosanitario regionale, tenuto conto che l’applicazione di una lotta basata sull’integrazione dei diversi sistemi di controllo garantisce migliori risultati. Gli interventi si articolano in trattamenti:

  • ad azione insetticida (chimici, biologici, fisici, ecc.);
  • meccanici di risanamento – dendrochirurgia.

I trattamenti ad azione insetticida vanno effettuati in maniera continua e sistematica fino al raggiungimento del risanamento della pianta e vanno impiegati solo quelli autorizzati all’uso, prediligendo modalità applicative a basso impatto ambientale. E’ buona norma associare ai prodotti insetticidi prodotti rameici. La dendrochirurgia, se effettuata correttamente da personale specializzato (pulizia delle parti colpite senza intaccare le cellule meristematiche, utilizzo di mastice, ecc.) e associata a trattamenti biocidi, può consentire il recupero della palma.
Le palme risanate sono suscettibili di successive reinfestazioni e pertanto vanno difese comunque
in maniera sistematica.
Nei casi di attacchi alla base della pianta o sul tronco, la stabilità della palma risulta fortemente compromessa e può rappresentare un serio pericolo per la pubblica incolumità. In tal caso una strategia di difesa deve tenere in considerazione tali fattori limitativi ad un completo risanamento.
Nelle zone insediamento e nelle zone infestate, per abbassare la popolazione del R. ferrugineus, può essere previsto anche il posizionamento di un congruo numero di trappole innescate con feromone di aggregazione per la cattura massale degli adulti, da posizionare a non meno di cento metri dalle piante infestate. Tale tipo di intervento deve essere di tipo comprensoriale e non puntiforme.

Procedure di abbattimento

I proprietari o conduttori a qualsiasi titolo delle piante da abbattere ubicate in qualsiasi zona comunicano allo STAPA CePICA competente per territorio la data di inizio delle operazioni di abbattimento le quali vanno effettuate quanto prima possibile. Abbattimenti di piante infestate effettuati dopo mesi dal collasso non hanno alcun effetto sulla limitazione della diffusione dell’insetto. Nel caso in cui non è possibile effettuare l’intervento in tempi ristretti la pianta deve essere messa in sicurezza con la completa copertura con film plastico o rete antinsetto. Tale alternativa deve rimanere una misura temporanea anche in quanto la pianta attaccata, pur incappucciata, può rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità.
Il dirigente dello STAPA CePICA valuta se disporre che le operazioni di abbattimento siano da effettuate sotto controllo ufficiale al fine di verificare che le stesse siano effettuate secondo modalità atte a ridurre i rischi di diffusione del punteruolo, tenuto conto che l’adulto è in grado di compiere voli di diversi chilometri. In particolare:

  1. l’abbattimento deve essere effettuato in assenza di pioggia e di vento;
  2. le dimensioni del cantiere devono essere tali da permettere che le operazioni di abbattimento siano effettuate in sicurezza tenendo conto degli spazi occorrenti alle macchine operatrici e le dimensioni della pianta da abbattere;
  3. deve essere predisposta la copertura dell'area sottostante la proiezione della pianta da abbattere con un telone di plastica di adeguato spessore e resistenza;
  4. in caso di piante di notevoli dimensioni si procede con il taglio a sezioni, avvalendosi anche di carri gru, evitando la caduta libera a terra;
  5. le parti di tronco infestate, prima del taglio, vanno opportunamente protette con reti o teloni di plastica di adeguato spessore e resistenza;
  6. in caso di abbattimento di piante di ridotte dimensioni può essere previsto direttamente il taglio del tronco al di sotto del colletto con o senza la rimozione della ceppaia, tenuto conto che di solito il R. ferrugineus non attacca tale organo della pianta;
  7. raccolta e imbustamento di tutti i residui depositati sul telone di plastica a fine operazione diabbattimento della singola pianta;
  8. trattamento insetticida dell’area interessata dal cantiere.

Tenuto conto che nella maggior parte dei casi l’attacco è concentrato nella zona del capitello per cui in alternativa all’abbattimento dell’intera pianta si può prevedere l’asportazione e quindi la distruzione della sola parte interessata all’infestazione. La sezione del tronco lasciata in piedi va trattata con paste protettive per evitare reinfestazioni.

Procedure di distruzione delle piante

Il metodo più sicuro per evitare la diffusione di R. ferrugineus è rappresentato dalla distruzione delle parti attaccate a mezzo di tempestiva triturazione/cippatura (possibilmente in ambiente confinato), incenerimento, interramento profondo, ad oltre un metro, in discarica a tanto autorizzata. Il SeSIRCA - Servizio fitosanitario regionale, di volta in volta, può prendere in considerazione anche modalità alternative di distruzione delle parti attaccate semprechè sia garantita l’assenza del rischio di diffusione dell’insetto (microonde, bollitoi, ecc.) Il sito di distruzione deve essere quanto più possibile vicino al luogo delle operazioni di abbattimento e durante il trasporto deve essere assicurato che il carico non venga disperso.
I proprietari o conduttori a qualsiasi titolo delle piante oggetto di abbattimento e distruzione comunicano allo STAPA CePICA competente per territorio la fine delle operazioni, trasmettendone la documentazione giustificativa. I dirigenti degli STAPA CePICA possono prevedere che in sostituzione della documentazione giustificativa può essere trasmessa specifica autodichiarazione.

Collaborazioni

Per la buona riuscita dell’applicazione delle predette misure fitosanitarie occorre la più ampia
collaborazione tra:

  • il Servizio fitosanitario centrale del Ministero delle politiche agricole alimentarie forestali, per quanto concerne gli aspetti normativi a carattere generale;
  • il Servizio fitosanitario regionale, per la definizione delle specifiche misure fitosanitarie da adottare, la vigilanza sul loro rispetto e lo sviluppo di ricerche per il controllo del parassita;
  • i tecnici dei Servizi di sviluppo agricolo e dei Comuni per collaborare alla fase di monitoraggio e divulgazione;
  • i privati, le Amministrazioni Provinciali e Comunali, in qualità di proprietari di molte aree pubbliche o private, per l’attuazione delle misure fitosanitari;
  • gli operatori del verde impegnati nella difesa delle palme;
  • gli ordini professionali.

Gli STAPA CePICA promuovono con la collaborazione degli Enti territoriali azioni di:

  • formazione e aggiornamento per i tecnici e gli operatori del settore;
  • divulgazione delle buone pratiche per evitare l’introduzione e la diffusione del R. ferrugineus.

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