Dal 15 settembre in poi vi è un “popolo” che aspetta impaziente la pioggia e ascolta le previsioni dei vecchi contadini per calcolare i tempi giusti per la salita al monte, un mondo di appassionati che valuta la stagione favorevole con occhio clinico, "maghi della pioggia" in grado di annusare l'aria per decidere o no se è il caso di partire per la raccolta: sono gli appassionati della ricerca dei funghi, ma per l’ischitano il trofeo da scendere a valle e solo uno: “U Cap’ Nir”, nel gergo tecnico conosciuto come la “Boletus aereus” in parole povere il fungo porcino dell’isola d’Ischia.
L’ischitano che si dedica a questo hobby con interesse rispetta anche le specie velenose e il sottobosco, gli alberi e tutto l'ambiente naturale, al quale accede con silenzio e discrezione. La nostra montagna viene invasa ogni anno dai “professionisti” della raccolta, da famiglie che cercano di insegnare ai propri figli l’amore e rispetto per le diverse “pittate” (ripide pareti dove di solito le migliori specie di funghi si annidano tra erba e foglie ). Ma anche non esperti che si accontentano di passeggiare, in questa meravigliosa campagna autunnale con l’isola che si accende di misteriosi toni dorati con alberi che rosseggiano, le piante che luccicano al sole più tiepido di ottobre, con i rami caduti tappezzati di muschio verdissimo.
La natura ischitana è ricca e generosa e non smette mai di regalare emozioni a chi la ama e (finalmente) con l’autunno viene il momento di abbassare il capo e andare in cerca nel sottobosco di funghi e poi castagne. Ad Ischia sono tanti i luoghi dove nei giorni che seguono la pioggia ci si reca alla ricerca dei "cap nir", un fungo piuttosto tozzo nel gambo, con il cappello marrone scuro. Ma ci sono anche altre specie di funghi commestibili ad Ischia che crescono in quantità sotto castagni, querce, faggi, abeti, che vengono messi sott’olio per condire gustose insalate, o servirli come contorni. D’altra parte la tavola ischitana non può che essere specializzata nei piatti a base di funghi selvatici e non. La nostra cucina ha un numero incredibile di pietanze a base di funghi: dalla pizza, ai contorni, dalla pasta fatta in casa con salse ai funghi agli arrosti ripieni di funghi e verdure.
Ed alcuni ristoranti - quando è autunno - organizzano delle vere e proprie sagre a tema.
Funghi porcini e non solo, i simpatici “Cap Nir” sono spesso in compagnia di maiale e castagne, due altri ottimi prodotti tipici di Ischia che bisogna assolutamente assaggiare in una vacanza slow food alla ricerca di piaceri autunnali.
Quando? Dove? Come? Lo chiedo ad un “mago” della raccolta Renato D’Ambra (Ristorante da Peppina di Renato).
Qual’e’ l’ orario giusto?
“In genere si parte di buon ora; già alle prime luci dell’alba si inizia la perlustrazione delle località più ricche di funghi come il Rotaro a Casamicciola, Fiaiano a Barano, ma anche Santa Maria al Monte ed i fianchi dell’Epomeo, senza dimenticare posti storici come “creteca”, “tribbt” “ u’ raron”, o la “falanga”. Naturalmente bisogna essere esperti; se conoscete bene i funghi, allora cestino di vimini sotto il braccio e via in un escursione a caccia di sapori muschiati nei boschi ischitani.
Tutti aspettano la pioggia ma qual’e’ il tempo ideale ?
Le condizioni meteorologiche sono fondamentali: i funghi sono amici della pioggia e di temperature miti. Sempre. Una pioggia molto abbondante, prolungata per giorni, seguita da bel tempo, rappresenta una condizione favorevole. Solo allora si può progettare un'escursione, mettendo comunque in programma la possibilità di tornare a mani vuote. È quello che succede spessissimo anche agli esperti; molte volte il raccolto è scarso o nullo e la visita nel posto giusto è servita solo a saggiare la situazione.
Segreti?
“Ogni cercatore è sempre vago nel rivelare i suoi siti di raccolta (per la cronaca Renato e’ un cercatore….), consapevole che i funghi, anno dopo anno, torneranno a spuntare sempre negli stessi luoghi. Il 90 per cento dei raccoglitori, agli inizi della propria attività, è stato portato nei posti giusti da qualcun altro (esperti, amici, parenti). Solo in seguito, ad esperienza acquisita, comincia ad esplorare e scoprire nuovi siti. Il bosco ideale dove cercare deve avere la caratteristica di essere poco frequentato e poco sfruttato, perché i funghi necessitano di un equilibrio ambientale perfetto per poter fruttificare. I punti più difficili da raggiungere (le cosiddette “pittate”) sono quelli dove è più facile essere fortunati, ma bisogna fare molta attenzione se non si e familiari con il posto”.
Consigli da dare?
Deve essere sempre la prudenza la compagna fedele di chi si avventura nei boschi. Ogni anno la cronaca riporta notizie di incidenti, anche gravi, occorsi ai cercatori di funghi. La regola ( giustamente) dice:mai da soli, mai all'imbrunire, mai senza preavvisare, mai perdere l'orientamento (ma se succede niente panico). Questi sono i consigli generici ma per noi isolani la montagna è una “seconda casa” e i più esperti ci camminano come al corso del centro. Ci si orienta con il sole, con alberi posizionati strategicamente, e poi nei periodi di raccolta non si è mai soli.
Ai gentili ospiti autunnali consigliamo di chiedere all’isolano di turno qualche informazione in più su una tradizione che ogni anno avvicina l’ uomo alla montagna. Il piacere di ritrovarsi in luoghi ameni con orizzonti mozzafiato, panorami da sogno con l’ azzurro del mare che ci ricorda l’originalità di un isola dove il binomio acqua/terra impersona la natura stessa per la felicità del “cap nir” che deve all’acqua e alla terra la sua bellezza.