L’uomo si occupa delle api da millenni. L’alveare tutt’oggi ci regala una costellazione di prodotti. Primo fra tutti il miele, ricco di vitamine e di altri composti biologici prodotto anche sulla nostra isola, oppure la cera, che ha rischiarato, in forma di candela, le nostre notti per tanto tempo. Non è possibile dimenticare il polline, una sostanza antistress, la propoli, una sorta di stucco che le api raccolgono sulle gemme degli alberi per calafatare e igienizzare l’arnia, ottima come antisettico e cicatrizzante, la pappa reale, fonte di benessere, utile per combattere l’invecchiamento.
Il 25 novembre 2010 è stata una giornata storica per questi meravigliosi e preziosi insetti, per tutta la natura, l’ambiente e gli apicoltori. Il Parlamento riconosce ufficialmente che “ l’apicoltura fornisce un servizio pubblico di valore ambientale e strategico per la società, è un modello di produzione sostenibile nel contesto rurale, pregevole esempio di occupazione verde per la conservazione della biodiversità e dell’equilibrio ecologico. La produzione agricola necessita del servizio d’impollinazione. Le drammatiche difficoltà e perdite che il settore vive in tutto il mondo sono causate da una sinergia di fattori: la malattia delle api, l’indebolimento del loro sistema immunitario, il cambio climatico, le modificazioni d’uso del suolo e l’aumento delle monocolture che determinano mancanza di risorse mellifere per le api, nonché l’uso di prodotti fitosanitari e tecniche agricole non sostenibili. Con il rischio che Apis mellifera divenga una specie in via di estinzione”. Riconoscere politicamente il ruolo che le api rivestono in natura e in agricoltura è un segnale di grande civiltà.