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Ischia Terra di Vite

Economia
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E’ tempo di bilanci per l’annata viticola, la vendemmia è alle porte e si tirano le prime somme. A Ischia poi il discorso è diverso vi è tanta viticoltura, ma è nascosta o meglio meno evidente rispetto alle tante attività turistiche. Nonostante le spiagge e le terme, Ischia è terra contadina. Fino alla metà del secolo scorso la vite era la principale fonte economica isolana ed i vini ischitani solcavano i mari per rifornire i principali porti del Mediterraneo.

La viticoltura ad Ischia ha origini millenarie. Sulla coppa di Nestore, ritrovata a Monte Vico (Lacco Ameno), è incisa una frase che inneggia al buon vino locale e testimonia che gli Antichi Eubei, che avevano colonizzato l'isola, avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del "nettare degli Dei".
Tale attività è stata alla base dell'economia isolana per lunghi periodi storici, condizionandone la vita e i costumi degli stessi abitanti. Dal 1500 il vino bianco sfuso veniva esportato via mare verso la terraferma ai principali mercati italiani e stranieri fino in Dalmazia, veniva posto in "carrati" trasportati dalle vinacciere (barche a vela). E tutta la recente attività turistica non ha potuto, per fortuna, nascondere come la viticoltura ha plasmato nei secoli l’Isola d’Ischia e ci ha regalato uno dei più begli esempi di architettura rurale del mondo. Chilometri di muri a secco, chiamati “parracine”, circondano e disegnano le belle colline ischitane a protezione o a ricordo di una tradizione di botti e tini che si riempivano per la vita delle famiglie.
Fin dai tempi dell’antica Grecia questa meravigliosa gemma climatica sposò la sua esistenza alla coltivazione della vite che vi trovò la sua terra elettiva. Le particolari caratteristiche microclimatiche rendono questo posto unico. Nella maggior parte dei casi, i terreni sono sciolti, di medio impasto, raramente compatti ed eccezionalmente argillosi, con prevalenza di contenuto sabbioso e sabbioso limoso, particolarmente adatti alla coltura della vite. La posizione geografica permette all’isola di godere di un clima mediterraneo molto mite con temperature minime medie di 7,8°C. in gennaio e febbraio e massime di 29,5 °C. in agosto. La piovosità, circa 985 mm l’anno è divisa tra le diverse zone: le maggiori precipitazioni si rilevano sul lato nord - nord est mentre nella direttrice sud nord la differenza può anche essere di 400 mm annui. Il fresco “montano” dell’Epomeo e dei Frassitelli, i terreni forti di Montecorvo, i pendii umidi di Buonopane, sono espressione di un microclima meravigliosamente variegato, che ha permesso di trovare il luogo adatto di coltivazione a tantissime varietà ed ha permesso nei secoli di avere sempre il prodotto richiesto dal mercato. La storia lascia tracce ancora vive di tutto questo, come il fatto di avere, per quasi tutta l’isola, la vite gestita, secondo la tradizione greca, a spalliera bassa con potature ad alberello e guyot e di trovare nelle parti a nord-est dell’isola coltivazioni della vite, perfettamente acclimatate, a spalliera alta, tipiche delle alberate, che arrivano fino a 4m, espressione della piccola dominazione romana a cavallo della nascita di Cristo.
Le stesse varietà coltivate sono per la maggior parte di recente introduzione come la Biancolella introdotta a metà del settecento ed il forastera a metà dell’ottocento a significare l’attenzione degli isolani alle richieste del mercato.
La vendemmia quest’anno si presenta particolarmente difficile il freddo invernale e le piogge estive, quest’anno più copiose, hanno allungato i tempi di maturazione. La raccolta è prevista dalla fine di settembre fino alla fine di ottobre. Il clima di quel periodo farà la qualità. Se ci saranno poche piogge, come di solito accade, sarà una vendemmia da ricordare perché la maggiora frescura dell’autunno garantirà una maggior freschezza del prodotto e soprattutto la miglior espressione del bouquet aromatico delle varietà.

Di Ambrogio Iacono

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