L'ultima boutade estiva della stampa "provinciale" napoletana – tanto per rimarcare quello che abbiamo già chiamato "scandalismo di maniera" – è che è stata pignorata a Forio d'Ischia la villa La Colombaia, appartenuta al grande cineasta Luchino Visconti.
La vera notizia è che sono stati pignorati dall'ufficiale giudiziario, su ordine del giudice del lavoro, alcuni beni mobili su istanza di un creditore, il dottor Ugo Vuoso, che vanta il mancato pagamento di prestazioni lavorative come ex –direttore generale, pare 15 mila euro, della Fondazione La Colombaia, un ente di diritto privato ma con fondi pubblici della Regione Campania, della Provincia di Napoli e del Comune di Forio che dalla fine degli anni '90 gestisce l'immobile, acquisito al patrimonio pubblico del Comune di Forio per farne un centro culturale, con fondi pubblici pervenuti al Municipio dall'ultimo piano di distribuzione del 1988 della legge 64 sul Mezzogiorno gestito dall'allora Giunta Regionale con solari criteri lottizzatori. Esempio di priorità: la Regione decide di acquistare La Colombaia e non il complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola.
L'acquisizione al patrimonio pubblico del Comune di Forio della villa La Colombaia con l'utilizzazione di questo finanziamento – promosso dal foriano Franco Iacono, socialista, allora assessore regionale – si deve alla Giunta presieduta dal sindaco Franco Monti eletto nel 1993 ed in particolare al suo assessore tecnico, dottoressa Lucilla Monti. Il Comune di Forio non avendo personale e fondi ha dato in comodato gratuito ad una Fondazione, al cui capitale iniziale partecipavano la Regione Campania, la Provincia di Napoli e lo stesso Comune di Forio con quote differenti, con l'onere da parte della Fondazione di gestire la struttura come centro culturale polivalente. La Provincia di Napoli – dopo un primo contributo pare di 500mila euro – è uscita dalla Fondazione.
Come siano andate le cose in questi ultimi vent'anni – con un'opera di acquisizione, poi di spoliazione legale, in parte, e vandalica, in altra parte, di ricostruzione, di ampliamento esterno , di gestione onerosa con eventi di megalomania senza precedenti con premi in oro ed argento per artisti ed uomini di cinema con danaro pubblico della Regione Campania e della Provincia di Napoli, la chiusura dei rubinetti finanziari pubblici, i tentativi più modesti di utilizzazione soprattutto con volontari civili – costituisce il vero scandalo sul quale un grande giornale avrebbe potuto fare una grande inchiesta di costume. Il Consiglio Comunale di Forio, richiesto da un gruppo consiliare di opposizione , deve acquisire tutta la documentazione della Fondazione, tutta la rassegna stampa di vent'anni e soprattutto deve prendere atto dell'ammontare esatto del costo dell'operazione per la collettività perché caso emblematico di come ha funzionato l'intervento pubblico a Forio, nell'isola d'Ischia,nella Regione Campania e nell'Italia repubblicana che fa parte dell'Unione Europea.
Personalmente ricordo un sopralluogo verso il 1994 in quelle che erano le rovine della Colombaia insieme all'on. Sgarbi,noto esperto sui beni culturali, che rimase scandalizzato dell'opera di spoliazione e distruzione . Non c'era più niente dei "ricordi" di Visconti. Era stato distrutto perfino la vetrata di un ascensore. Gli stessi eredi di Visconti – che vendettero la villa ad una società per azioni dal quale il Comune a sua volta l'ha dovuta "comprare" con il finanziamento regionale – avevano provveduto a portar via ogni oggetto di Visconti.
Tutto quanto oggi si vede nella Villa è opera di nuova acquisizione interamente a carico degli enti pubblici (Regione, Provincia, Comuni). Il pignoramento di "beni mobili" probabilmente non sarà stato utile al creditore ma è utile per capire come sono stati utilizzati i finanziamenti pubblici e come abbia ragione il prof. Mariano D'Antonio sulla mancata considerazione, nell'elargizione dei fondi, sugli oneri di GESTIONE delle opere pubbliche per le quali "chi pagherà per la sua successiva manutenzione e gestione?" (Mariano D'Antonio-La Repubblica-Napoli 30 agosto 2013).
Bisogna esprimere innanzitutto, come esprimo , un sincero RINGRAZIAMENTO ai volontari civili che oggi tengono aperta comunque la struttura culturale – Bottiglieri, D'Onofrio ed altri - in tempi difficili per la gestione delle strutture culturali pubbliche.
Ma nel decennio 187-1990 ci fu dopo una coraggiosa campagna di stampa per l'acquisizione di beni culturali al patrimonio pubblico non solo per la pubblica fruizione ma perché questa acquisizione poteva diventare – come lo è divenuto – una risorsa fondamentale per la complessa e completa "economia del turismo".
Cominciò il prof. Vincenzo Mennella (1923-1995), preside di scuola media,sindaco di Lacco Ameno, democristiano, l'uomo politico che aveva favorito gli investimenti fondamentali di Angelo Rizzoli a Lacco Ameno negli ' 50, a proporre ed a realizzare l'acquisizione pubblica della settecentesca Villa Arbusto. Il piccolo Comune di Lacco Ameno, senza fondi, riuscì ad impegnare la Regione Campania e la Provincia di Napoli per l'acquisto di un bene che entrò a far parte del patrimonio immobiliare di Lacco. Furono necessari ventidue anni per inaugurare il Museo di Pithecusa con il parco pubblico. Anche Villa Arbusto entrò nella lottizzazione della legge 64 per "eccesso" di finanziamento – chiesto dal sindaco socialista di Lacco Ameno, Tommaso Patalano – per 16 miliardi di lire con la costruzione di un palazzo dei congressi. Fu necessaria una transazione con il vincitore dell'appalto.
Ma oggi comunque Villa Arbusto è una struttura culturale del Comune di Lacco Ameno e dell'isola d'Ischia ma gli oneri di GESTIONE sono così gravosi che è carente l'organizzazione per insufficienza di personale.
Negli anni ' 90 Lady Susana (si chiamava così e non Susanna ed era argentina) Walton (1926-2010) aprì al pubblico i Giardini La Mortella. Costituì una fondazione di diritto inglese e chiamò gli amici del marito, Sir Wiliam, morto nel 1983 ad 81 anni, il più grande compositore inglese del XX secolo insieme a Britten , a fare da "trustees" cioè benefattori. Sir William voleva così . Nella saletta dei concerti ci sono tante sedie che portano il nome di un "benefattore" come una delle nostre congreghe. Lady Susana non volle mai nella fondazione, che avrebbe gestito i Giardini e la Villa, un ente locale italiano. Probabilmente non aveva fiducia del diritto italiano degli enti locali. Tutto doveva essere inglese nella Fondazione dei Giardini La Mortella perfino il Presidente d'Onore che è Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Inghilterra che li ha inaugurati nel 1992. Un anno prima – il 1991 – l'apertura al pubblico dei giardini fu annunciata alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano. Ne curai la presentazione.
Oggi La Mortella è la più importante struttura culturale e scientifica di Forio e dà lustro all'isola d'Ischia con le sue manifestazioni. Lady Susana l'ha gestita personalmente fino alla morte nel 2010 ed ha fatto in modo che l'istituzione le sopravvivesse come Axel Munthe della villa San Michele a Capri. L'aveva scritto nel suo libro di memorie "Behind the Facade"(Oxford University Press – 1988): "... The affection of friends, old and new, and execution of William's wishes are what will make years of my life worth enduring".
Anche oltre la sua vita.
Casamicciola, 3 settembre 2013-09-03