Ha voglia Fabrizio Barca, il migliore dirigente che abbia il Partito Democratico soprattutto per quello che gli inglesi chiamano il “background” cioè la sua formazione culturale ed il suo impegno professionale che negli ultimi vent’anni ne ha fatto il più serio sostenitore delle politiche di coesione economica e sociale del Mezzogiorno, di andare in giro per l’Italia per “radicare sul territorio” il nuovo Partito Democratico anche con le sue coraggiose iniziative per sprigionare lo sviluppo locale come quella dei “Luoghi Ideali”. Sul territorio, sui territori, il Partito Democratico non esiste non ha né strutture – come un tempo erano le sezioni della DC, del PCI, del PSI, del PRI i partiti progenitori - e soprattutto non ha dirigenti validi, preparati, colti che i partiti progenitori mandavano gradualmente nelle Istituzioni prima nel piccolo consiglio comunale del paese, poi a quello della Provincia e poi alla Regione ed al Parlamento quando la maturità era completa o il talento precoce evidente. Il PD è lontanissimo dai problemi dei territori. Più è complesso il territorio più i “democratici” ne sono lontani.
La riflessione mi è venuta alla penna leggendo la cronaca ed i commenti del disegno di legge approvato al Senato per iniziativa del senatore Ciro Falanga di Forza Italia sostenuto dal senatore Domenico De Siano, ischitano e coordinatore della Campania del partito di Berlusconi, con il quale “si allontanano le ruspe per gli abusi edilizi di necessità” come per dichiarazione del sen. Falanga mentre il sen. De Siano afferma di stare “mantenendo gli impegni con l’elettorato. Abbiamo accolto il disagio delle famiglie. Non è un condono mascherato”.
Hanno votato per il provvedimento sia Forza Italia che il PD come dire il diavolo e l’acqua santa ma è stata aperta una “falla gigantesca nelle file del PD che aveva sempre osteggiato le sanatorie tanto che i democratici si sono presentati al voto talmente divisi che il capogruppo Zanda ha dovuto chiedere un rinvio”, dicono le cronache dei giornali. La votazione finale conta 189 voti favorevoli, 61 contrari e 7 astenuti. Apriti cielo. L’on. Ermete Realacci, del PD, già presidente nazionale di Lega per l’Ambiente, presidente della Commissione ambiente della Camera, tuona furioso: “un provvedimento che rende più difficile la lotta contro l’abusivismo in Campania alla Camera non passerà” mentre l’altro collega eletto nel PD ma già entrato nel gruppo misto come “socialista”, Marco Di Lello, che è stato assessore regionale alla Campania con Bassolino senza essere capace di dare un serio piano urbanistico territoriale all’isola d’Ischia, si fa eco: “era prevedibile il voto di Forza Italia ma che lo facciano i senatori del PD è incomprensibile. Dopo anni di impegno contro l’abusivismo si approva un condono mascherato: sono basito”.
Nel PD c’è una voce a favore del provvedimento. E’ quella di Rosaria Capacchione, una giornalista che ha dedicato una vita alla lotta alla camorra, che si dichiara “sconcertata poiché il testo non è altro che il regolamento già adottato da alcune Procure per cadenzare i pochissimi abbattimenti di immobili abusivi che vengono disposti ogni anno. Questo provvedimento, mitigando le tensioni sociali, accelera addirittura gli abbattimenti di immobili figli della speculazione”.
Il relatore del disegno di legge il sen. Giacomo Caliendo di Forza Italia ha fatto osservare che all’abbattimento sono interessati circa 70mila immobili ed abbatterli tutti equivarrebbe a radere al suolo tutta Napoli.
E’ evidente che se è nato l’abusivismo è perché non c’è stata una “pianificazione possibile” ma soltanto, dove c’è stata, “impossibile” fondata su un ipervincolismo assoluto inconiugabile con le esigenze di sviluppo economico e sociale. L’isola d’Ischia, la più importante località turistica della Campania con 3mila imprese iscritte alla Camera di Commercio e 15mila lavoratori iscritti al Centro per l’Impiego, è un caso paradigmatico per il quale da oltre tre anni abbiamo proposto una “Legge Speciale” che non sia solo urbanistica ma economica e che avviasse una “programmazione possibile” soprattutto in un tempo di gravissima crisi economica e finanziaria delle imprese ma soprattutto delle famiglie dei lavoratori. Queste esigenze delle famiglie e questo disegno di Programmazione avrebbero dovuto essere patrimonio essenziale del PD se avesse voluto fare sintesi dei migliori programmi e delle idealità più alte proprie dei partito progenitori.
L’adozione di questi “provvedimenti tampone” fa emergere l’inadeguatezza istituzionale di un sistema di poteri locali (sei Comuni, una Provincia, una Regione) frammentato ed inefficiente assolutamente inadeguato alla dimensione economica e sociale dell’isola così come inadeguato per tutta l’area napoletana che si vorrebbe trasformare in Città Metropolitana. I “provvedimenti tampone” riguardano perfino l’assetto istituzionale che in qualche modo, senza nuove leggi-quadro, il Governo vuole adottare come il caso dei Distretti Turistici o della Città Metropolitana che nessuno sa cosa sono e cosa dovrebbero fare in questa Babele istituzionale.
E’ un segno dei tempi bui della Politica la cui lunga notte invece di accorciarsi come la Primavera all’Inverno si allunga sempre di più come un interminabile Autunno.