I tempi della politica/fu una illuminazione come quella di San Paolo sulla strada di Damasco. Si era alla fine degli anni '60 covava il fuoco sotto la cenere della contestazione giovanile del' 68. Si dica tutto della contestazione del '68 ma quella generazione giovanile fu "colta". Era una gioventù che studiava e che per "contestare" - la scuola l' università la società - prima di aprire bocca sapeva quello che voleva dire.
Leggeva ed esprimeva "contestazioni" contenutistiche anche se c'erano nei discorsi delle infuocate "assemblee" dei coraggiosi leader molti slogan e molte fughe in avanti. La passione politica nacque a scuola e nella università. Ma quali sono i tempi della politica? La folgorazione per me fu una osservazione del giornalista Augusto Guerriero, il più bravo negli anni 50 e 60 di politica estera sul corsera. Aveva una rubrica su "epoca" settimanale prestigioso della Mondadori intitolata "le memorie dell'epoca" e si firmava con lo pseudonimo "Ricciardetto". In un numero degli anni 60 ricordò una conferenza stampa degli anni 50 del presidente francese auriol dove guerriero pose la domanda sulla "riunificazione della Germania". "Si farà" rispose Auriol. Ma Guerriero replicò :"signor presidente non basta dire" si farà ". Bisogna dire:" quando si farà ". Perché fra 10 anni è giusto dire oggi "si farà" ma se fra 20 anni è più corretto dire oggi "non si farà ". Perché le previsioni in politica valgono nel giro di una generazione. Quello che accadrà fra 20 anni è come dire non accadrà mai".ho citato a memoria e sono passati oltre 50 anni da quella lettura di "epoca". Per me fu illuminante:la politica si fa nel tempo breve non nel tempo lungo. Si fissano i tempi:questa cosa si fa in sei mesi. Questa altra in 5 anni. Questa altra ancora in 10. Una generazione deve vedere realizzata una aspirazione un progetto una idea. I sogni sono altre storie.
G. M.