Cari amici,
circa tre anni e precisamente nel giugno 2011, il popolo italiano con referendum, vinto a larghissima maggioranza, sostenne che i beni comuni - beni essenziali alla vita delle persone e che sono di garanzia dei diritti universali - non debbono essere sottoposti alle leggi del mercato e quindi non possono essere ceduti ai privati; i cittadini italiani, con quel voto, hanno messo in discussione e superato il motto “ il privato è bello” che in questi ultimi decenni di sfrenato liberismo economico italiano ed europeo ha dominato e continua a dominare la vita sociale e politica del nostro Paese.
Il detto Referendum apre la strada ad un nuovo modello di società ove hanno diritto di cittadinanza il pubblico e la democrazia partecipativa: due concetti di fondo della nostra idea di società e di progresso che sono a base del nostro ricorso contro la privatizzazione della Caremar che domani 14 maggio 2014 si discuterà davanti al Tar Campania.
Per noi Autmare i collegamenti marittimi essenziali, quelli effettuati da Caremar (e non solo essi!) sono di garanzia del diritto alla mobilità ed alla continuità territoriale e sono di reale progresso socio-economico delle isole. In questa ottica ed anche sulla triste esperienza che stiamo vivendo per la presenza nel Golfo di Napoli di un’intesa armatoriale restrittiva del libero mercato, contro cui sta lavorando il Garante della Concorrenza, ci stiamo movendo da tempo non sempre riuscendo a raggiungere obiettivi concreti per l’insipienza politica dei nostri Sindaci che a parte qualche sporadico atteggiamento di autonomo nulla dicono e fanno contro una linea regionale di politica marittima che calpesta democrazia, partecipazione, confronto e diritti.
Alla luce di quanto, l’AUTMARE rilancia la sua proposta
a) della definizione e individuazione dei “Servizi Minimi Essenziali”, razionalmente distribuitilungo l’intero arco della giornata e pienamente rispondenti alle esigenze di mobilità edi continuità territoriale delle comunità isolane, da assegnare alla società pubblica Caremar con successivo trasferimento alla Co.Re.Mar. nei termini di legge;
b) l’assegnazione degli altri collegamenti marittimi egualmente individuati come “ Servizi Minimi ” mediante gare, rimuovendo così l’assegnazione per trattativa privata che ha caratterizzato la politica regionale da oltre un decennio;
c) la destinazione nel bilancio regionale delle dovute risorse economiche per un’efficiente organizzazione e garanzia dei Servizi marittimi
ma sta anche pensando ad un appuntamento a Roma per sabato 17 c.m. al fine di associare la sua voce a quelle delle mille sigle Associative che in quell’occasione vogliono gridare ad alta voce il loro dissenso contro le privatizzazioni di tutti i beni comuni, siano essi patrimonio o servizi; per affermare diritti oggi negati, a partire dal lavoro, e contro la svendita del Patrimonio dello Stato ( e qui il riferimento ischitano non può che essere un NO deciso contro la privatizzazione del complesso di Punta Imperatore e una richiesta al Sindaco ed all’Amm.ne Comunale di Forio di superare l’indifferenza attuale per garantire al territorio isolano, in accordo con volontà amministrativa già espressa del passato, una struttura socio-culturale di valore inestimabile.
Nicola Lamonica