Ischia è amministrativamente divisa in sei Comuni con molte località che rivendicano una propria identità culturale. Il Comune di Serrara –Fontana è il più piccolo per numero di abitanti circa 3mila. Si estende dal mare fino alla vetta dell'Epomeo (789 metri), la montagna più alta dell'isola, e comprende i centri abitati o le località di Serrara, Fontana, Sant'Angelo, Succhivo, Ciglio, Calimera e Noia. La sua estensione territoriale è di 669 ettari. Solo Sant'Angelo è sul mare mentre gli altri centri sono in collina. Serrara si trova a 370 metri sul livello del mare e Fontana a 452 metri ed è la località più alta dell'isola. Anche queste località sui monti sono antichissime ed abitate fin dallo VIII secolo avanti Cristo. La popolazione locale da secoli ha vissuto con l'agricoltura domando gli elementi e scavando la pietra del tufo verde dell'Epomeo per ricavarne case, ricoveri, cantine perfino chiese. Ci sono otto chiese da Sant'Angelo all'Eremo di San Nicola e queste sono ciò che la giovane consigliera delegata al turismo ed alla cultura del Comune, Irene Iacono, laureata in scienze politiche, chiama "i tesori silenziosi".
"Sono piccoli tesori le nostre chiese e custodiscono le mostre tradizioni ma anche gli antichi mestieri come gli scalpellini che lavoravano la pietra del tufo verde dell'Epomeo" dice al cronista nel corso della manifestazione svoltasi il 31 gennaio 2012 presso la Chiesa del Ciglio in occasione della festività di San Ciro, protettore degli ammalati, per la posa della targa di riconoscenza e memoria alla Fondazione Emiddio Mele di Napoli, per il recupero degli antichi mestieri, che era rappresentata dalla signora Luisa Persico ed Angela Zaccaria, ed all'associazione Ixion, per la valorizzazione e recupero dei beni ambientali, storici ed architettonici dell'isola d'Ischia.
"La chiesa dedicata a San Ciro ed alla Madonna Assunta della località Ciglio è stata costruita tutta con la pietra verde e tutto è stato recuperato grazie al contributo della Fondazione Mele, alla quale il sindaco ing. Caruso a nome dell'Amministrazione Comunale ha voluto far dono di una targa ricordo, ed alla tenacia della signora Flora D'Andrea, Presidente dell'associazione Ixion che ha ideato e progettato il rigoroso recupero della Chiesa durato 10 anni e del nostro Parroco Don Angelo Iacono, con l'obiettivo di fare di tutta l'area del Ciglio un Museo Ambientale" spiega la dottoressa Irene Iacono.
"Dopo aver lasciato il villaggio di Panza... tu vai ad incontrare il casale del Ciglio che sovrasta valli, colline ed altri casali i quali formano ancora parte insieme a lui della parrocchia di Serrara. Fu detto Ciglio o Ciglio perché creduto dagli antichi mitologi isolani o stranieri poeti, luogo ove il gigante Tifeo, seppellito sotto quest'isola, corrispondevano o figuravano le ciglia mentre una campagna poco al di sotto chiamata la Bocca e la pancia di questo gigante il cui capo figurava Testaccio ed i piedi Pieio o piede. Rurale e meschinissimo casale l'è questo formato da poche case sparse, rustici abituri e una cappella dedicata a S. Giacomo. Un rivo di acqua limpida, fresca e ristorante, che scende dall'Epomeo scorre in una piccola fonte, ai piedi di un poggio sul piazzale ch'è innanzi alla chiesetta...." Così Giuseppe D'Ascia descrive il "Casale del Ciglio" nella sua monumentale "Storia dell'isola d'Ischia" del 1864, il testo fondamentale per conoscere la storia, la geografia, le tradizioni dell'isola.
La chiesetta dedicata a S. Giacomo ed all'Assunta fu fondata nel 1661 da Agostino Iacono ma andò distrutta dal terremoto del 1883 ed accanto a questi ruderi, verso la fine del XIX secolo ed inizi del XX, fu costruita con le pietre verdi del "tufo dell'Epomeo" una nuova chiesa che è stata dedicata oltre alla Madonna Assunta anche a S. Ciro Martire. Per la ricostruzione di questa chiesa svolse un ruolo determinante un giovane sacerdote di Serrara, Don Vincenzo Mattera, morto a soli 38 anni nel 1905 al quale è dedicata oggi la piazzetta antistante la chiesa che fa da sagrato. "Abbiamo avviato con il sostegno della Fondazione Emiddio Mele, dei fedeli e del parroco di Serrara, Don Angelo Iacono, del Comune di Serrara-Fontana, della Sovrintendenza ai Monumenti di Napoli, una rigorosa opera di restauro della chiesa costruita interamente con la caratteristica pietra verde del tufo dell'Epomeo ed abbiamo voluto proprio rivalutare l'arte del lavorare la pietra verde realizzando una vera e propria scuola d'arte di scalpellini in un sito come questo del Ciglio che deve essere conservato, restaurato, valorizzato nei suoi valori antichissimi e farne una occasione di sviluppo turistico per i residenti e tutti gli isolani ed i turisti" ci dice la sig.ra D'Andrea mostrandoci la chiesa restaurata e presentandoci i giovani "Maestri scalpellini" Michele Iacono e Pietro Schiano usciti dalla scuola del maestro Raffaele Schiano ed i Maestri pittori Michele Cocchia e Antonio Cutaneo autori di tutte le opere pittoriche della chiesa restaurata fra le quali emerge il meraviglioso trittico a S. Ciro, alla Madonna Assunta ed a S. Giacomo.
"Dobbiamo anche incanalare correttamente il rivolo d'acqua potabile che scende dall'Epomeo e che attraversa il sottosuolo della chiesa perché questa è una chiesa sull'acqua di cui parla il D'Ascia probabilmente l'unica in Italia" continua la sig.ra D'Andrea annunciando che l'opera di restauro dell'intero sito continuerà realizzando in un fondo attiguo, di proprietà della Chiesa, che è una rettoria della Parrocchia di Serrara, un parco storico che ponga in luce l'economia agricola dell'isola non solo con l'arte di lavorare la pietra verde ma anche quella di creare i cestini in vimini che fa Brigida Scotti con la stessa tecnica appresa dalla madre e la madre dalla madre.
"Vogliamo valorizzare i nostri "tesori silenziosi" e daremo vita ad una associazione di sviluppo economico con gli imprenditori del Comune che chiameremo "Epomeo Incoming" per attrarre nuovi turisti interessati non solo alla bontà delle nostre acque minerali ed alla bellezza dei panorami ma anche alla nostra storia plurisecolare che la lavorazione della pietra ha reso indelebile" conclude la dottoressa Iacono.
Viene alla mente vedendo questo restauro l'insegnamento fondamentale del nostro indimenticabile Maestro, prof. Edoardo Malagoli ( 1923-2001), che da laico sosteneva che "una modernità senza radici è una falsa modernità e che il compito di ogni ischitano è conoscere la ricchissima storia dell'isola d'Ischia che ha le sue luci ed ombre, come ogni Storia vivente, per aprirsi alla storia in fieri che è Storia Europea".