Una sedia di paglia, una bicicletta, un oggetto restituito dal mare per un’installazione luminosa intima e ricca d’identità. A firmare il disegno di luci per il Natale d Ischia Ponte “Il Borgo incantato: ecco i miei gioielli” Davide Scognamiglio (ass. Manovalanza), Benedetta Parenti, Sebastiano Cautiero, Bianca Parenti, Salvatore Ronga, Massimo Ielasi, Pietro Di Meglio, i ragazzi di Plasticless e gli abitanti del borgo di Ischia Ponte.
«Abbiamo accolto l’idea di Davide Scognamiglio e lo spirito che pervade il progetto. Gli abitanti di Ischia Ponte – ha dichiarato il Vice Sindaco Luigi Di Vaia - sono diventati parte attiva dell’evento stesso, a partire dalla particolarissima illuminazione che porterà alla luce ciò che abitualmente resta all’interno della sfera domestica. Oggetti che rappresentano l’identità dell’antico borgo, conservati nelle case, vengono ora esaltati dall’innovativo e suggestivo gioco di luci. Anfore, quadri, oggetti d’artigianato, escono dal loro abituale riserbo domestico e si offrono al pubblico, in un’atmosfera inedita che trasforma il borgo esaltandone la bellezza: Ischia Ponte mette così in mostra i suoi gioielli, coinvolgendo la gente del luogo, che diventa così protagonista del Natale ischitano».
Così gli oggetti privati vengono esposti dai balconi e illuminati, i commercianti ospitano nelle proprie vetrine opere d'arte, e le barche dei pescatori vengono “parcheggiate” negli stalli riservati alle automobili per approdare, grazie ad una simbiosi di simboli, al festeggiamento della nascita semplicemente come nuova vita, prima di ogni pregiudizio, oltre la bellezza e la rappresentazione.
«D'inverno come d'estate, - dichiara Davide Scognamiglio - l'isola esiste nell'identità dei suoi abitanti che, spesso, passa in secondo piano per dare spazio all'offerta turistica. Con questo progetto ci interroghiamo, attraverso un disegno luci permanente per tutto il periodo natalizio, su dove siano gli ischitani a riflettori spenti; quelli che vivono il piacere e il limite dell'isola, quelli che la sera cenano a casa e magari guardano la televisione, quelli che si svegliano presto e conoscono le spiagge per una passeggiata invernale piuttosto che per il bagno al mare d’estate, quelli che aprono e chiudono serrande, quelli dei figli a scuola o al porto per l'Università. Abbiamo immaginato di andare oltre il concetto di bellezza o di bruttezza, per approdare sul terreno della condivisione. Un lavoro possibile grazie alla partecipazione di tutti i commercianti e abitanti di via Luigi Mazzella e via Seminario, al supporto materiale di esercenti che in questi mesi ci hanno accolto offrendoci ristoro, spazi per la lavorazione, oltre che al coraggio di qualcuno che ci ha creduto».