Il progetto Sguardi Persiani è iniziato dopo anni di rieducazione (in seguito a un grave incidente), di studi di lingua persiana, e dopo un intervento agli occhi che mi ha permesso di vedere la fotografia come il mezzo migliore per esprimere quello che l’Iran m’ispira.
Non volevo solo catturare la bellezza degli sguardi persiani, ma volevo anche, ed innanzi tutto, svelare la loro anima da un’angolazione più intima, lasciando che gli Iraniani mostrassero da sé, attraverso i loro sguardi, qualcosa di diverso da quello che viene presentato nei media in Europa.
Durante i miei 8 lunghi soggiorni in Iran (dal 2012 al 2017), ho fotografato in situazione, senza ricorrere ad artifizi, e da vicino, occhi che appartengono ad una generazione (circa 25-45 anni) detta “bruciata” che ha tanto da dire al mondo. Questi sguardi –qui facendo eco a poesie che ho tradotto– hanno un eloquenza potente. Le poesie scelte sono classiche o recenti, scritte da poetesse e poeti famosi o sconosciuti in Occidente. Questa selezione cerca di rappresentare la continuità dello spirito poetico iraniano.
Esporre piccoli formati in linea su una parete esprime fisicamente questa continuità attraverso una trentina di fotografie e poesie poste come una punteggiatura.
« Degli occhi stupendi, delle anime immacolate »
Liu Bolin (L’Uomo Invisible), fotografo cinese, sugli Sguardi Persiani
