Le immagini che scorrevano dal bel documentario realizzato dal Comune di Ischia per l’Osservatorio sulla legalità nella sala-teatro del centro polifunzionale di Ischia sabato 29 marzo 2014 a mezzogiorno in una stupenda giornata di sole arrivavano direttamente al cuore. L’ammonimento di Giovanni Falcone che giganteggiava sul palco: “Gli uomini passano ma le idee restano. E continuano a camminare sulle gambe di altri uomini” era una presentazione di questi “altri uomini” sulle cui gambe camminano queste idee. Stavano seduti questi “altri uomini” per parlare di “Territorio e Legalità” e presentare l’Osservatorio sulla legalità per l’educazione, la cultura e lo sviluppo: Luca Palamara, magistrato della Procura di Roma e già presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Alfonso Furgiule, ordinario di procedura penale all’Università Federico II di Napoli, Giovanni Conzo e Cesare Sirignano, Sostituti Procuratori della Repubblica a Napoli, il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti. Sul palco c’erano anche il Sostituto Procuratore Catello Maresca e l’avv. Gennaro Tortora ed il sindaco d’Ischia, Giuseppe Ferrandino. Al centro del tavolo con funzioni di moderatore c’era il giornalista Sandro Ruotolo-
Questi “altri uomini” lottano ancora oggi a vent’anni dalla morte di Giovanni Falcone per la legalità e la giustizia.
Il video di poco meno o poco più di 10 minuti documentava le stragi e le uccisioni della mafia e della camorra degli ultimi vent’anni. Le morti di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, i magistrati-eroi caduti sul campo come soldati al fronte insieme ai loro agenti delle scorte servitori dello Stato ed ancora quelle di due giornalisti, Giancarlo Siani e Peppino Impastato colpevoli di scrivere la Verità nelle loro realtà locali senza ottenere la fama di una grande penna come Indro o Eugenio. Poi ancora – le più tremende, quelle più assurde, le più ingiuste – le morti di chi si trovava per caso a camminare per una strada o un vicolo ed è uccisa per una guerra tra bande e fra queste quella di Silvia Ruotolo, la sorella di Sandro che moderava il dibattito. Per Sandro è stato un dolore rinnovato, custodito perennemente nel cuore ed all’applauso dei ragazzi del Liceo “Scotti” al termine del video avrebbe preferito il silenzio o la lacrima perché a questi induceva questa atroce testimonianza di una violenza che non ha giustificazione.
“Non è vero – ha detto Sandro Ruotolo – che la mafia e la camorra rispettano i bambini. Hanno sempre ucciso i bambini come la piccola Simonetta Lamberti, e non sono “onorate società “come dicono di chiamarsi ma sono la negazione della vita civile e della tolleranza”.
Questo video e questi uomini seduti su un palco in un giorno di primavera nell’isola d’Ischia mi hanno fatto venire alla mente la vita e l’opera di Simon Wiesenthal ( 1908-2005), il “cacciatore dei nazisti”, l’uomo che ha dedicato tutta la vita alla ricerca dei criminali nazisti sopravvissuti dalla seconda guerra mondiale.
Era un ingegnere Simon. Voleva vivere in pace e progettare case e città e credere nel Dio di Abramo e di Isacco. Il nazismo gli distrusse tutta la sua famiglia, i suoi amici, il suo popolo.
Sopravvissuto all’Olocausto decise di trovare in tutto il mondo i responsabili nazisti che erano fuggiti con la compiacenza dei nuovi poteri del nuovo equilibrio mondiale. Ha trovato i criminali nazisti fino al termine della sua lunga vita: novantasette anni di cui sessanta dedicati alla caccia degli assassini. Perché lo ha fatto?
Quando lo intervistarono 50 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale gli chiesero perché continuava a farlo. Ormai era passato tanto tempo. Rispose:
“Quando morirò li troverò tutti lì i miei fratelli, le mie sorelle, il mio popolo e mi chiederanno: cosa hai fatto per noi tu che hai avuto la fortuna di sopravvivere?”.
Risponderò: “non vi ho dimenticati”.