L’elezione di Luigi De Magistris, 43 anni, magistrato coraggioso, eurodeputato in carica ed eletto nella lista di Italia dei Valori, a Sindaco di Napoli con uno schieramento “oltre” i partiti tradizionali di centro o sinistra rappresenta una svolta di enorme importanza , un forte segnale di cambiamento, per la Città di Napoli che è la più grande Metropoli nonché la capitale storica ed economica di tutto il Meridione.
De Magistris ha voluto e saputo dare voce ad una società civile, sociale, economica stanca della partitocrazia e dei suoi vecchi e nuovi rituali. La sua vittoria è prima di tutto una sconfitta della destra – antica e moderna - ma anche della sinistra tradizionale rappresentata oggi dal Partito Democratico di cui lo zoccolo duro è l’ex-organizzazione del Partito Comunista che l’ex Presidente della Campania ed ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, incarnava. Chi ha votato De Magistris lo ha fatto per dire basta agli uomini di ieri e ai loro rituali – oltre la destra e la sinistra – ed ha chiesto uomini e donne che siano credibili per affrontare una problematica titanica per far rinascere una o forse la più bella città del mondo.
La scelta del colore “arancione” – come nuovo colore politico senza precedenti nella storia italiana poiché c’erano il bianco dei cattolici, il rosso dei social comunisti, il verde dei leghisti e prima ancora dei repubblicani che fra l’altro a Napoli hanno scelto la coalizione di destra pur essendo ridotti al lumicino, l’azzurro dei berlusconiani e prima ancora dei monarchici del Comandante Achille Lauro, il nero dei neofascisti – ha rappresentato la volontà di rottura netta con il passato e di coinvolgimento del popolo su Valori condivisi – il lavoro per tutti, l’onestà e la rettitudine morale per chi amministra, l’ordine civile che deve tutelare tutti i cittadini.
Il Sindaco De Magistris ha presentato la sua giunta composta da personalità credibili in linea con le sue idee e dal passato coerente e credibile.
Primo fra tutti ha scelto il suo vice sindaco nella persona di Tommaso Sodano, 53 anni, agronomo di Pomigliano d’Arco con una lunga militanza comunista, già senatore della Repubblica, già assessore provinciale al lavoro, attualmente consigliere provinciale e già candidato alla Presidenza della Provincia per un fronte di sinistra, grande esperto e conoscitore del dramma della raccolta dei rifiuti in Campania, e gli ha affidato la delega più onerosa – quella dell’igiene urbana – e Sodano ha dichiarato che è il compito più duro di tutta la sua vita pubblica.
Ha affidato l’urbanistica al Presidente regionale di Italia Nostra, l’arch. Luigi De Falco, ed è anche questo è un compito enorme perché si tratta di dare un piano urbanistico non solo al Comune di Napoli ma a tutta l’area metropolitana di Napoli che è molto più vasta degli attuali termini del Comune. Ha affidato la cura delle finanze comunale al prof. Riccardo Realfonzo che aveva sbattuto la porta al precedente sindaco Iervolino rinunciando al posto di assessore.
Ed ancora ha affidato lo sviluppo ed il lavoro a Marco Esposito, giornalista economico, responsabile del dipartimento Mezzogiorno di Italia dei Lavori e lottatore accanito contro il federalismo come lo vuole la Lega con attività e libri.
Bastano – a mio parere e per quanto conosco per conoscenza diretta e studio dei loro scritti – a qualificare una grande scelta di coraggio e di speranza. Questi uomini hanno scelto un compito durissimo in tempi altrettanto duri e si giocano tutta la loro reputazione.
Il rinascimento di Napoli è possibile se Napoli viene vista come deve al centro della Campania; se ad essa danno solidarietà responsabile le altre 4 città- capoluogo delle altre province della Campania – Salerno, Avellino, Caserta, Benevento – soprattutto per concorrere al problema dei rifiuti che è REGIONALE e non CITTADINO; se in attesa di riforme costituzionali degli Enti Locali la Regione Campania prefiguri di fatto una democrazia locale con una ”Città Metropolitana” che contempli gli 84 Comuni della terraferma ma con un “Distretto Turistico” delle “Isole Napoletane” addirittura interregionale da Capri a Ponza.
Dal rinascimento di Napoli dipenderà il rinascimento di tutta la complessa economia dell’attuale Provincia di Napoli – il cui Ente è inadeguato ad affrontare una simile poderosa trasformazione - e del nostro in particolare “sistema delle Isole di Ischia, Capri e Procida” votate ad un sol destino turistico.
Il Mare ci unisce al Continente e così dobbiamo sentirci uniti in una grande opera di Rinascita.
Casamicciola, 16 giugno 11