Leggo " Ponzaracconta" con enorme interesse. Ho letto con attenzione il pezzo del mio " cugino ponzese "Giuseppe Mazzella sulla miniera e rilevo sempre di più che a Ponza bisogna venirci in pieno inverno quando il mare è " el mar", al maschile, come direbbe Hemingway, e scrivere sulla " terra", sui ponzesi cugini isolani come me, sui loro problemi e sulla loro storia.
Non bisogna venirci solo quando il mare è "la mar", al femminile sempre con le parole de "il vecchio e il mare", d'estate quando tutto è stupendo ed il visitatore anche cronista si limita a godere della bellezza degli anfratti e della limpidezza del mare caldo ed amico sotto un sole splendente o una candida luna. Scrivere in questo clima e di fronte a tanta bellezza del Creato è facile.
Dobbiamo dibattere i problemi. Scrivere della fatica dei nostri Precursori di ieri che hanno dovuto abbandonare la loro terra per vivere con più dignità e meno pericoli. Non dobbiamo dimenticare. Dobbiamo costruire un'isola di Ponza capace di far vivere gli isolani 12 mesi all'anno. Dobbiamo costruire una economia complessa capace di essere in movimento per 12 mesi anzicchè poco meno o poco più di soli 2. Dobbiamo costruire un sistema delle "isole napoletane" - se vi sentire ancora napoletani - in un'ottica di economia solidale o coesa.
Dobbiamo ripristinare i collegamenti marittimi efficienti tra Ponza e le altre isole napoletane o partenopee ed aprire un dibattito sulle economie delle isole anche con un unico Giornale stampato ed un unico sito Web in modo che ci sia confronto fra le problematiche che sono le stesse per Ponza, per Ventotene, per Ischia, per Procida, per Capri.
Queste problematiche simili si sviluppano in presenza di 11 Comuni, 2 Province, 2 Regioni ma con un unico Governo Centrale ed un unico Ente sovranazionale che è l'Unione Europea progettata proprio nella nostra isoletta di Ventotene. Credo che la vera sfida sia questa se siamo allievi umili di Fernand Braudel ed applichiamo un rigoroso metodo storicistico per aprirci alla nuova Storia Europea.