Domenica sera 28 agosto 2011 - nel suggestivo angolo alle spalle della Chiesa di San Gaetano a Forio dove un tempo sorgeva la libreria di Vito Matterra e dove le Cantine Pietratorcia hanno impiantato un punto di degustazione dei loro prodotti e dei prodotti della nostra terra ma con lo scopo più vasto di farne un punto atipico di incontri culturali dove la tradizione si unisce alla modernità e si discute dell’una e dell’altra
– per indicazione di Benedetto Valentino, presidente della Fondazione del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, ho avuto l’opportunità di presentare il libro “La valle degli orsi” di Angiola Tremonti, la sorella del Ministro dell’Economia, Giulio, che fin dalla quarta di copertina avverte: ”Tremonti, ma allora lei è la sorella? No, lui è mio fratello” per sottolineare che sono due vite diverse, che hanno diversi obiettivi, che ognuna non vuole essere di intralcio all’altra ma quella meno famosa e “responsabile” rivendica piena indipendenza ed anzi chiede solo di non essere ostacolata nel suo percorso dal nome importante del proprio fratello.
Angiola ha 63 anni. Non li dimostra ma non li teme. Li racconta tutti in 275 pagine con estremo coraggio partendo dall’inizio, dalla sua infanzia, dal meraviglioso rapporto con la madre ed il padre sulle montagne del Cadore. Comincia con i colori dell’infanzia e dell’adolescenza che sono quelli di una bella ragazza del secondo dopoguerra di una famiglia della piccola borghesia che si può permettere una tata che diventa una seconda mamma e che si può permettere di far studiare i tre piccoli Tremonti, Pier Luigi, Giulio e Angiola. E’ una famiglia liberale dove deve andare avanti il merito e le raccomandazioni sono vietate. Giulio si laurea in legge e diventerà per proprie capacità uno dei più grandi tributaristi italiani, politico e Ministro. Pier Luigi chiede di non comparire nella storia familiare ed Angiola l’accontenta.
Angiola diventerà un insegnante elementare senza abbandonare la sua vocazione che è quella di artista ma non trascurerà il suo impegno civile come volontaria in Africa ad aiutare chi ne ha più bisogno né quello politico che si porta nei geni. Diventerà moglie e madre a soli 20 anni e subirà amarezze dai due ruoli. Non li nasconde né li minimizza.
Il suo libro è una struggente autobiografia di una donna di oggi della mezza età che ha dovuto lottare per essere se stessa ed anche per continuare a vivere sconfiggendo il cancro.
Qual è il messaggio del libro? Ci sono valori forti nella vita che sono la famiglia, l’amicizia vera, la solidarietà concreta verso chi è meno fortunato di noi ovunque si trovi. La Politica è ancora una cosa nobile, se si è consigliere comunale di Cantù – un piccolo centro – e non si è più d’accordo con la maggioranza che è apparentemente dello stesso colore politico, bisogna avere il coraggio di rimanere soli ed andare avanti con le proprie idee.
L’esperienza di vita di Angiola diviene quindi una riflessione importante per tutti proprio al tempo della disgregazione della famiglia, del liberismo esasperato, dei facili divorzi, della ridicolizzazione della politica.
Angiola lancia un appello all’ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione e cerca di fonderli affinchè i giovani riconquistino il piacere della Speranza e dell’Utopia.