di Giuseppe Mazzella, giornalista, candidato al Comune di Ischia nella lista “Ischia Nuova”capeggiata dall’avv. Luigi Telese che indica a sindaco il rag. Salvatore Mazzella
Non amo gli interventi epistolari sui giornali. Servono soltanto ad alimentare un gossip. Ciascuno resta della propria opinione. Ma da “filosofo”– come per ignoti meriti mi definisce Lello Pilato – che ha ormai “più scia di poppa che acqua di prua”, come direbbe l’indimenticabile ammiraglio Natale Proto, nella sua navigazione della vita civile la cui testimonianza è raccolta in 5 libri consiglio a Lello Pilato di leggere un libro straordinario dello scrittore ungherese Sandor Marai (1900-1989). Si chiama “Le braci”ed è un libro sull’amicizia. Sul falso amico che come l’ombra ti segue finché dura il sole, che ti utilizza per la tua “filosofia”fin quando gli conviene eppoi ti butta via, credo che bisognerebbe fare una riflessione che certamente supererà la durata di una campagna elettorale. E’forse un compito da “filosofi”– mi mancano Maestri come il prof. Edoardo Malagoli, come l’avv. Mario Buono, come il prof. Vincenzo Mennella, come Mons. Pasquale Polito, come il giornalista Franco Conte e ancora altri alla cui fonte mi sono abbeverato come un assetato nel deserto - per insegnare il valore dell’Amicizia, oltre lo steccato della Politica e della Religione. E’forse compito dei “filosofi”propagandare una “coesione civile dell’isola d’Ischia”per far nascere più che una “identità”ischi tana una “consapevolezza collettiva”,da Campagnano a Panza tanto per esempio, che stiamo tutti sulla stessa barca.
Anche il mio Maestro di Economia Politica, il prof. Giuseppe Palomba, alla facoltà di economia e commercio di Napoli negli anni ‘60 e ‘70 – lo stesso di Enzo Mazzella, l’uomo “economista e commercialista”che in poco meno di 10 anni dal 1978 al 1988 ha cambiato il volto civile di Ischia – veniva accusato di insegnare “filosofia”più che “economia”.La Verità è che la prima non è disgiunta dalla seconda. Da 15 anni vado sostenendo la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana per Casamicciola a vantaggio di TUTTA l’isola. Questa UNITA’REALE dell’isola d’Ischia la vado sostenendo da 33 anni!
Il sindaco Giosy Ferrandino su MIA istanza aveva posto la Società di Trasformazione Urbana come CONDIZIONE ESSENZIALE insieme al recupero della Memoria Storica, in un paese senza memoria, nel giugno del 2002, dieci anni fa , nel suo programma elettorale con lo slogan che gli avevo trovato: Casamicciola all’antica Grandezza. Si deve. Si può”e non solo non l’ha impostata ma ha preferito fare il sindaco del comune più prestigioso mettendo da parte chi lo ha fatto eleggere e non degnandolo nemmeno di una risposta ad una proposta di riorganizzazione di un piccolo Museo Civico, perché era la scintilla per propagandare l’incendio della “Rinascita”, pur presentata ai sensi della legge 241/90 il 28 aprile 2004 con una ulteriore nota del 10 settembre 2004 n.10953 del protocollo del Comune di Casamicciola Terme resa pubblica su “Il Golfo”del 12 ottobre 2004. Queste note sono agli atti presso la V sezione penale del Tribunale di Napoli nel giudizio contro “Cuomo Pasquale + altri”. Ma queste vicende personali hanno poca importanza. Certamente anche altri Amici nel Comune di Ischia potranno raccontare la loro. Restano oggi le macerie e l’intrigo del complesso Pio Monte della Misericordia chiuso da 38 anni con una situazione economica e sociale di Casamicciola che si è AGGRAVATA e con un quadro giuridico ed economico che si è MODIFICATO tanto che insieme all’amico e compagno Franco Borgogna abbiamo proposto una Società di Trasformazione Urbana (art.120 del Testo Unico Enti Locali) a livello ISOLANO con la GUIDA POLITICA ED ECONOMICA DELLA CITTA’D’ISCHIA per uno “Sviluppo Possibile”ed abbiamo fatto un CONVEGNO NAZIONALE sul tema chiamando i massimi esperti del settore. Un Assessorato al Lavoro DEVE essere unito allo Sviluppo. Le due cose viaggiano insieme e non vanno separate e richiedono UNITA’FRA I SEI COMUNI. Salario e profitto per un Riformista come me vanno insieme e debbono trovare sintesi perché NON esistono “variabili indipendenti”in una società aperta. Questa è la mia “filosofia”e voglio stare insieme ad AMICI VERI perché sono stanco dei falsi amici. La nostra Alternativa Civile con la lista “Ischia Nuova”capeggiata dall’avv. Luigi Telese che indica a sindaco il rag. Salvatore Mazzella vuole dare dignità ai VALORI prima ancora che ai PROGRAMMI che sono “pezzi di carta”senza l’azione.
Giosy Ferrandino già sindaco di Casamicciola lascia “macerie “della sua direzione politica: dei suoi 16 candidati nella lista “Rinascita per Casamicciola”delle elezioni del 9 e 10 giugno 2002 si collocano oggi per le elezioni del 6 maggio sei con la lista “Rispetto per Casamicciola”ed altrettanti nella lista opposta “Tutti con Casamicciola”. Dove è finita quell’“unità da un Amore, da un Progetto”che apriva la brochure del programma elettorale stampato e diffuso in 20mila copie?
Ma che cosa è un Amico? Possiamo essere amici di tutti? Qual è la differenza tra amico e conoscente? Quand’è che una amicizia viene “tradita? Non aveva ragione forse Giovan Giuseppe Cervera, poeta e scrittore, che diceva che l’amicizia è come un fiore che deve essere innaffiato ogni giorno? Proviamo a capire che cosa è l’amicizia per Sandor Marai, per questo scrittore ungherese la cui opera è stata riscoperta dopo la sua morte e che ha vissuto a Napoli per lungo tempo. Cosa racconta ne “Le braci”?
Il racconto si dipana lungo un’unica, lunghissima scena, incentrata sul colloquio risolutivo tra il generale Henrik e Konrad, due amici “siamesi”di gioventù che non si vedono da ben quarantuno anni. Ovvero da quando Konrad, di punto in bianco, è scomparso dalla vita di Henrik e di sua moglie Krisztina. Il generale ha vissuto quegli interminabili decenni nell’amaro ricordo della moglie morta e dell’amico del cuore che lo ha tradito due volte: con sua moglie – ma lo si capirà soltanto verso la metà del libro - e rispetto a un ideale di amicizia virile che combaciava con l’onore. Sono stati anni durissimi, marchiati prima dallo smarrimento poi dal desiderio di vendetta e infine da un sentimento di attesa: attesa di una parola di verità capace di sciogliere l’enigma di un comportamento incomprensibile, tra tutti il dolore più grande. Il colloquio risolutore non risolverà l’enigma ma non avrà più importanza per il generale. Ha ormai 75 anni.
C’è una lunga dissertazione in questo libro di Marai sul valore dell’Amicizia. “L’eros dell’amicizia non ha bisogno dei corpi…essi, anzi, lo disturbano più di quanto non lo attraggano. Ma si tratta pur sempre di eros. C’è eros al fondo di tutti gli affetti e di tutte le relazioni umane”. “L’amicizia è il rapporto più nobile che esista fra gli esseri umani. E’strano ma anche gli animali lo conoscono… L’amico, così come l’innamorato, non si aspetta di veder ricompensati i suoi sentimenti … non abbiamo il diritto di esigere franchezza e piena fedeltà da chi abbiamo scelto come amico, tanto più se gli eventi hanno dimostrato che questo amico ci è stato infedele…. A volte mi sono chiesto se l’amicizia non costituisce un legame simile a quello fatale che unisce i gemelli…”.
Per 41 anni Henrik si è chiesto perché Konrad lo ha tradito, che significato aveva quella definizione di Konrad di “vigliacco”pronunciata da Krisztina nella sua stanza di “artista”dopo la sua “fuga”e dopo il tentativo di uccidere Henrik nel corso di una battuta di caccia. Perché?
“Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l’intera esistenza. Non ha importanza quello che si dice nel frattempo, in quali termini e con quali argomenti ci si difende. Alla fine, alla fine di tutto, è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza. Essi sono: chi sei?... Cosa volevi veramente?.... Cosa sapevi veramente?.... A chi e a che cosa sei stato fedele o infedele?... Nei confronti di chi o di che cosa ti sei mostrato coraggioso o vile?... Sono queste le domande capitali. E ciascuno risponde come può in modo sincero o mentendo; ma questo non ha molta importanza. Ciò che importa è che alla fine ciascuno risponde con tutta la propria vita….”
Il generale non è stato capace di rispondere a nessuna domanda. Dopo il colloquio risolutore con Konrad si ritira nella sua stanza del grande castello del bosco e dice alla vecchia balia novantenne, Nini, di rimettere il quadro di Krisztina nella galleria da dove era stato rimosso 41 anni prima.
“La balia si solleva sulla punta dei piedi e alza la mano minuta con la pelle giallastra e rugosa per tracciare un segno di croce sulla fronte del vecchio. Si danno un bacio, uno strano bacio rapido e un po’goffo; se qualcuno li vedesse non potrebbe fare a meno di sorridere. Ma come tutti i baci umani anche questo, alla sua maniera tenera e grottesca, è la risposta ad una domanda che non è possibile affidare alle parole”.
Casamicciola, 1 maggio 2012