Lettera aperta alla stampa locale delle isole di Ischia e Procida per una campagna sul diritto all’ accesso agli atti e per una giornata di studio sull’ opera di Domenico Di Meglio ( 1949-2009) e dei “ pionieri”
“… A svolgere questo compito essenziale è il ruolo della stampa locale la quale è “minore” solo in senso quantitativo, in rapporto ad un’ area di diffusione più ristretta di quella nazionale, di cui è continuazione e complemento, ma tale distinzione non deve incidere sulla qualità cioè sull’ efficacia del suo impegno volto a fornire ai lettori un’ informazione precisa ed una interpretazione dei fatti equilibrata e non faziosa…”.
Prof. Edoardo Malagoli
Dall’ intervento per il cinquecentesimo numero del Settimanale d’ Ischia riportato nel numero speciale per i 10 anni de Il Golfo – maggio 1989
Nell’ estate del 1986 - ventisei anni fa – ritenni opportuno avviare anche nell’ isola d’ Ischia in unione con Procida una Associazione della Stampa per “ professionalizzare” il lavoro di “ giornalista locale” che tutti noi avevamo cominciato per sincera “ passione civile” che faceva tutt’uno con la passione politica della nostra generazione sessantottina. La stampa locale si era definitivamente consolidata nella nostra realtà locale. Avevamo cominciato con la nostra generazione del ‘ 49 – Gianni Vuoso, Domenico Di Meglio ed io – a fare i “ collaboratori o corrispondenti” dei giornali nazionali e regionali dei nostri partiti politici ed a fare i “ numeri unici” per poi avviare la “ Tribuna Sportiva” di Mario Cioffi e Raffaele Castagna che appartenevano alla generazione precedente di Franco Postiglione, Giuseppe Valentino , Michele Regine, Franco Conte i quali iniziarono - con altri “ pionieri” come Vincenzo Telese, il rag. Scala, Tommaso Ferrara, il fotoreporter Gaetano Di Scala - nel secondo dopoguerra la “ professione di giornalista locale”.
Ventisei anni fa la stampa locale era definitivamente entrata nel costume. Avevamo oltre 30 iscritti all’ Ordine dei Giornalisti, elenco pubblicisti,l’ unico al quale potevamo accedere. Si aprivano nuovi scenari per i giornalisti locali – da sempre classificati di serie “ B” rispetto ai giornalisti della stampa napoletana di serie “ A” soprattutto per la tutela sindacale che poteva offrire ai giornalisti-professionisti, l’ altro elenco dell’ Ordine, dal punto di vista contributivo e remunerativo. Ho sempre ritenuto la differenza tra “ professionisti” e “ pubblicisti” impostata solo sulla remunerazione, sulla tutela normativa e previdenziale. Non ho mai avuto complessi di inferiorità rispetto ad altri colleghi perché ho sempre applicato a me stesso il principio dell’ “ autoformazione permanente” sempre alla ricerca di nuove conoscenze.
Ma lo stesso contratto nazionale di lavoro giornalistico non prevedeva una “ carriera” per il “ giornalista locale” che non poteva andare al di là dell’ applicazione dell’ art.12 con un compenso ridicolo per il “ corrispondente”. Il “ giornalista locale” doveva necessariamente svolgere un altro lavoro per sbarcare il lunario e la stampa locale non poteva competere sul piano della potenza finanziaria con la grande stampa regionale e nazionale.
La stampa locale non poteva competere con la stampa nazionale soprattutto per capacità finanziaria. I giornali locali se avessero dovuto applicare il contratto di lavoro giornalistico avrebbero dovuto chiudere immediatamente.
Tuttavia era necessario professionalizzare la stampa locale. Cercare di applicare il monito del prof. Malagoli e puntare ad una migliore “ qualità” ma nello stesso tempo poiché i Comuni si dovevano dotare di Ufficio Stampa e le stesse imprese turistiche dovevano fornirsi di Addetti Stampa si aprivano spazi lavorativi e professionali per i giornalisti locali. La “ qualità” della stampa doveva migliorare anche con la preparazione dei giornalisti locali perché non bastava più nella nuova società una semplice collaborazione di due anni ad un giornale ma occorrevano nuove “ competenze” da acquisire nell’ Università e da qui la nascita delle Facoltà di Scienze della Comunicazione impensabili vent’anni fa prima della rivoluzione dell’ informatica e della telematica.
L’ Assostampa Ischia-Procida ebbe vita breve e traviata. Morì nel 1994 e non fu mai più riproposta. Credo che sia stato un grave errore. Suggerisco ai giovani “ lavoratori dell’ informazione” delle isole di Ischia e Procida alla luce della “ società dell’ informazione” – come oggi si chiama la società in cui viviamo con quotidiani, settimanali e free-press,periodici, siti web, blog etc. - si riavviare un percorso interrotto e di ricostruire una Associazione della Stampa che sappia interloquire con la nuova editoria e soprattutto con le istituzioni locali anche perché non è stata applicata dagli Enti Locali la legge sulla “ Comunicazione Pubblica” del 2000.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha lanciato il 14 maggio un appello affinché il Parlamento italiano approvi una legge sulla versione del “ Freedom of Information Act”, la legge sul diritto d’ accesso ai dati della pubblica amministrazione istituita in Svezia e in Finlandia dopo la Seconda guerra mondiale, adottata dagli Stati Uniti nel 1966 ed ora diffusa in oltre settanta paesi di tutto il mondo compresa l’ India.
Gli obiettivi di questa “ vera” legge sul diritto all’ accesso agli atti della Pubblica Amministrazione sono stati illustrati con estrema chiarezza da Giovanni Valentini, sottoscrittore dell’ appello, su “ La Repubblica” di sabato 12 maggio.
Si tratta di sensibilizzare l’ opinione pubblica sull’ importanza di un rapporto paritario tra cittadino e pubblica amministrazione e di impegnarsi per una revisione della legge sul diritto all’ accesso che risale al 1990 ( n.241) che è stata “ in pratica vanificata e elusa”.
La legge 241 del 1990 prevedeva che ogni Comune, ogni Pubblica Amministrazione, costituisse un Ufficio Relazioni con il Pubblico ( URP) dove ogni cittadino poteva recarsi per sapere cosa faceva la pubblica amministrazione, per avere copia degli atti pubblici entro 30 giorni dalla domanda. L’ URP doveva essere l’ ufficio della “ Comunicazione” e poteva anche unificarsi con quello dell’ “ Informazione” cioè l’ Ufficio Stampa diretto da un giornalista con alta professionalità nel settore.
Ma la legge è stata “ vanificata ed elusa” infatti non prevede una sanzione penale per il Sindaco che non risponde nei 30 giorni alla richiesta del cittadino. E’ una riforma mancata.
Ma una completa legge sulla trasparenza, sul diritto all’ accesso agli atti, è fondamentale per i giornalisti per “ scrivere bene” le loro note. I giornalisti trovano un “ muro di gomma” per conoscere i dati, i numeri, non solo negli amministratori ma anche nei funzionari e così la riforma o la completa applicazione della legge 241/90 si inquadra nella ultra propagandata efficienza della Pubblica Amministrazione.
Giovanni Valentini conclude il suo articolo sostenendo che “ se la democrazia si fonda sulla libertà d’ informazione questa a sua volta si deve fondare sulla massima trasparenza”. Condivido l’ appello ed invito la stampa locale dell’ isola d’ Ischia e di quella di Procida ad una grande campagna di stampa sulla trasparenza ed a riesaminare il ruolo e della responsabilità della stampa locale nella società locale in crisi senza partiti e senza una classe dirigente con identità partitica.
Scorrendo con grande nostalgia e commozione il volume dei primi 10 anni de “ Il Golfo” ed anche l’ enorme e rigorosa produzione di Raffaele Castagna e della sua “ Rassegna d’ Ischia” rifletto sul contributo generoso ed enorme di Domenico Di Meglio alla stampa locale e credo che dovremmo dedicare a Lui una giornata di studio – anche ricordando i “ pionieri” - per cogliere le luci e le ombre della sua opera, “ come ogni Storia vivente per aprirci alla storia in fieri che è storia europea” ( Malagoli).