Ischia News ed Eventi - La vera storia ischitana tra Pro Conigli e Pescicane

La vera storia ischitana tra Pro Conigli e Pescicane

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Gianni Lauro “ Sparaspilli” ha oggi 92 anni  e vive ad Ischia Ponte in Via Pontano con la moglie Carla dividendosi ancora tra Ischia e gli Stati Uniti d’ America dove vivono i due figli Giancarlo e Livio con le rispettive famiglie e dove Sparaspilli emigrò sul finire degli anni ‘ 50. Uomo d’ arte e  di spettacolo deve il suo nome ad un personaggio che interpretò in una commedia. Le sue memorie di straordinario personaggio sono contenute nel libro “ Ischia in cielo e in terra” già alla seconda edizione dove da novello Dante entra in cielo  unico mortale e trova Ischia con tutti i  suoi amici ai quali chiede di aspettare ancora un poco prima di accoglierlo mentre i suoi amici in terra sono terrorizzati  dalla sua annunciata terza edizione perché  già si vedono in cielo.  L’ ultimo suo spettacolo l’ ha tenuto lo scorso  novembre all’ Hotel Re Ferdinando per i 150 anni dell’ unità d’ Italia. L’  Amicizia vera è pilastro fondamentale della sua vita vissuta ieri come oggi sul filo dell’ autoironia nell’ eterna giovinezza dello spirito che fa di “ Sparaspilli” il più caro degli Amici.

g.m.

Correva l’ anno 1945. Ad Ischia il turismo non era ancora di casa. In giro per le strade del paese si vedevano sempre le stesse facce. Le donne uscivano da casa solo quando c’erano le funzioni in chiesa e la domenica, ubbidienti alle regole imposte dal “ padre-padrone”, le figliole del Borgo dei Gelsi si spingevano sino alla Pagoda mentre quelle di Villa dei Bagni arrivavano alle falde del Castello. L’ abbigliamento era sempre quello. Si indossava l’ abito della domenica. Due volte all’ anno si usciva per andare a teatro – a Pasqua, quando si rappresentava la  passione e la morte di Gesù e a Natale per vedere “ la cantata dei Pastori” - .

C’ erano, all’ epoca, due grandi teatri: uno era l’ androne del Seminario; l’ altro era la palestra dell’ edificio scolastico “ Marconi”. Già cominciava a circolare sull’ isola qualche automobile. Dalle finestre delle case dei signori si udiva il cinguettio dell’ uccellino della radio e addirittura in qualche casa di persone altolocate si vedeva il telefono alla parte attaccato.

Fuori da ogni finestra o balcone non mancava mai la “ caiola” con la “ lecora, il cardillo o il frusulone. Già si cominciavano a dare i primi calci al vero pallone di pezze: nacque proprio allora il tifo per il pallone.

Vale la pena ricordare che correva l’ anno 1945 e nessuno di noi sapeva che i primi calci al pallone vennero dati sulla nostra isola nel 21nesimo secolo a.C. dai fenici. Il pallone dei fenici era composto da sterpaglie legate con giunchi che abbondavano in quella zona dell’ isola dove i fenici approdarono e si stabilirono: sulla costa meridionale tra la Grotta del Mago e la Baia di San Pancrazio. Quel sito porta ancora oggi il loro nome: “ felice” da “ fenici”.

La prima vera squadra di calcio fondata ad Ischia fu il “ Littorio”. Il campo sportivo era la  “ riserva Mazzella” sulla  “ via nova”.

Vennero fondati allora a distanza di pochi mesi due circoli sportivi: uno era la “ Pro Ischia” con sede a Villa dei Bagni, l’ altro era la “ Robur” al centro storico. Il primo grande incontro la “ Littorio” lo ebbe con una squadra “ straniera” – la “ Sibilla” di Bacoli. Il risultato di quell’ incontro venne a lungo ricordato: Sibilla 6, Littorio 0.

I calciatori della nostra  squadra erano alle prime armi, impreparati e male allenati dal “ trainer”: “ Cane e’ presa”. Era un napoletano residente ad Ischia. Il Presidente era l’ avv. Troncone, anche lui ischitano d’ adozione. La squadra allora cambiò nome e venne ribattezzata A.S. Ischia. Passo dopo passo divenne una discreta  squadra. Gli atleti divennero molto popolari e osannati in tutta l’ isola. I loro nomi è bello ricordarli. Essi si chiamavano: Comitante, De Simone, Ferrandino, Trani, Terzuolo, D’ Amico, Sorrentino, Ungaro, Calise, Cigliano, Di Meglio, Di Massa, Salzano, Pilato, Filiberto, Scipione Califano, Barile, Lauro,  Migliaccio, Prota, Mattera, Messina.

Tanti anni dopo queste vecchie glorie vennero tutte convocate da me medesimo “ Sparaspilli”. Nacquero allora le due gloriose casacche ischi tane: i “ Pro  conigli” ed i “ Pescecani”.

Gli assi del remoto passato vennero così ribattezzati: Nerone, Scipione, Zembrone, Ricchiella, Cartusciello, Ngiulella, Zizzimbò, Mangiazoccole, Scugnato, Pellegrino, Raustaro, Cazzillo, Pannazzaro, Taliano, Sarzano, Ricchiulillo, Perrillo, Bacchittone, Panzone, Girepitt.

Il primo incontro -  meglio dire la prima sfida – le formazioni scesero in campo con nomi improvvisati e non appropriati. Si chiamarono “Bomba Atomica” e “Texas” ma l’ anno seguente venne cambiato e ben propagandato. Vistosi manifesti, tutti scritti a mano con colori sgargianti, vennero affissi su  tutti i tabelloni e su porte e portoni. Sui manifesti si leggeva così:

“ Cittadini e paesani attenzione! Sabato 5 marzo alle ore 3 del dopo mangiato allo Stadio delle Alghe grande incontro di “ calci” Pro Conigli  - Pescicane. Qui seguono le formazioni. Per arbitro Andrea dei Monti. Guardialinee Gino Cacciapuoti e Siosciò Morandi. Giudice di campo Zio Tito. Supervisore Giannino Messina. E, in fondo al manifesto,si leggeva: entrata gratis e quando gli ischitani sentono gratis non desistono mai.

Il banditore “ Tore e’ carrette”, strillava per le piazze, strade, vicoli e vicarielli: “ Popolo, sentite, sentite, sentite, sabato 5 marzo c’ è la grande sfida del pallone i Pro Conigli si scontrano con i Pescicani”

La sfilata verso lo stadio ha inizio presso il Palazzo degli Orologi, lato fontane. I due tenori Sorice e  MastuGiorgio e’ Francisco u’ Sargente cantavano con vove stonata la canzone del “ surdato nammurato”. Gli squadroni sfilarono affiancati con in testa la “ Ndrezzata”.

Giunti all’ arena, a centro campo, vennero sparati una dozzina di tric tracchi. Sulla tribuna d’ onore – Ngoppe u’ muraglione – le autorità religiose, civili e militari.

C’ erano il Vescovo D’ Arco, il cerimoniere del Vescovo De Laurentis, il parroco Cenatiempo, il canonico Polito e Mons. Onofrio Buonocore e a completo tutti i seminaristi, il gerarca Tallarico- qualcuno disse: udite, udite, il partito è partito ! – il comm. Vincenzo Telese, sindaco del paese. In grande uniforme il Generale Efisio Marrasi, capo di Stato Maggiore dell’ Esercito Italiano, il comandante del Palazzo Reale e quello della capitaneria di Porto.

Gli squadroni a centro campo schierati salutarono i tifosi  osannanti. Si udì qualche fischio e qualche risata quando il portiere dei Pescicani, Ciro Mangiazoccole, ricordando la rigorosa regola del passato, salutò con il  braccio destro alzato e la mano spalancata, mentre il gran concerto bandistico “ Città d’ Ischia” diretto magistralmente dalla magica bacchetta del Maestro Tabor Sasà intonò: “ Addo sta zazzà”.

A partita terminata i gol non venivano mai contati. Si applicava la regola del passato: “ chi avute ha avuto e chi ha dato ha dato”. Quelle carismatiche facce di campioni dei “ calci” sono tutti oltrepassati, solo del  sottoscritto il Signore si è scordato.

Pro Conigli e Pescicani è una pagina di storia del nostro passato che non va mai dimenticata.

Correvano gli anni 1945 – 1950. Quelli erano giorni della dolce felicità fatta di niente. Oggi ogni cosa è completamente cambiata. Dice buono u’ motto antico: del presente non si è contenti, si spera nel futuro e si rimpiange sempre il passato!

Gianni Lauro “ Sparaspilli”

Ischia, 13 giugno 2012-06-16