Abbiamo avviato tre anni fa su “Ischianews.com” un dibattito su un Distretto delle Isole dopo la ri-scoperta della colonizzazione ischi tana di Ponza del 1734 e soprattutto con alcuni amici ponzesi abbiamo incrementato questi rapporti umani tra ischitani e ponzesi che vanno allentandosi non essendoci più – dal 1976 – collegamenti marittimi regolari tra Ischia e Ponza dopo esserci stati per oltre 110 anni!!!!
Pensiamo di dare un contributo a questa idea progettuale anche con questo nostro sito web dando ai nostri lettori notizie di avvenimenti, di dibattiti, di polemiche non solo da Ischia – che resta l’“Isola Madre” - ma anche dalle altre isole partenopee e ponziane.
La questione dei collegamenti marittimi, ad esempio, non è solo un tema di Ischia ma anche di Capri e Ponza. Con il sito web “Ponzaracconta” abbiamo un rapporto di franca collaborazione testimoniato dagli interventi che si possono trovare anche sul nostro sito. Quello che segue è uno di questi.
g.m.
Vorrei che la mia “provocazione “del ritorno a Napoli di Ponza fosse colta nei suoi aspetti culturali ed economici perché è evidente – per chi conosce l’estrema lentezza della Riforma autentica della Pubblica Amministrazione – la difficoltà dell’accorpamento dei “Comuni-polvere” o dell’abolizione delle Province. Ma dove non ha potuto arrivare il dibattito culturale sta arrivando la “spending review” cioè la diminuzione della spesa perché non ci sono più quattrini e così la “Repubblica delle Autonomie” si sta ridefinendo non sulla scorta di un confronto culturale e di una effettiva democrazia di base ma sulla base di una drastica riduzione della spesa pubblica.
La Regione Campania entro un anno dovrà istituire la “Città Metropolitana di Napoli” abolendo la Provincia che conta 92 Comuni fra i quali i sei dell’isola d’Ischia, i due di Capri e quello di Procida. Ma le isole sono “area metropolitana” oppure sono entità geografiche ed economiche diverse dall’area della Metropoli?
Altrettanto dovrà fare la Regione Lazio per Roma con l’abolizione della Provincia che conta 120 Comuni. La Provincia di Latina ,che conta 33 Comuni fra i quali quelli delle isole di Ponza e Ventotene , sarà –presto o tardi – destinata all’abolizione o da questo Governo e dal prossimo che – ne sono certo – provvederà alla modifica costituzionale abolendo completamente l’Ente Provincia.
Su questa storia dell’isola di Ponza e di quella di Ventotene nella Provincia di Latina avvenuta nel 1934 che si chiamava Littoria è illuminante quello che scrive Ernesto Prudente nel suo “Costumanze Antiche” – il libro che mi regalò con altri due nell’unica volta , nell’agosto del 2011,che l’ho incontrato pochi minuti prima di partire per Ischia al Bar Welcome - nella parte in cui parla del confino politico..
Pag.80….” Con la nascita della Provincia di Littoria, 18 dicembre 1934, vennero racimolati, per la sua dotazione, Comuni in tutte le direzioni e tra questi Ponza e Ventotene che appartenevano, in quel momento, alla Provincia di Napoli per cui il meccanismo della funzionalità delle colonie confinarie di Ponza e Ventotene, sin dalla creazione, era adattato alla macchina amministrativa e giudiziaria di Napoli….”.
Ponza e Ventotene non furono quindi “scorporate” da Napoli per effettive esigenze amministrative ed economiche ma solo per “racimolare” qualche comune da assegnare alla nuova realizzazione del “regime” .
Ma Ponza rimase “napoletana” e quanto lo è ancora lo si trova nei libri di Ernesto Prudente ed in quelli di Franco De Luca ed ancora in quelli di Gennaro Mazzella. Leggerli per me che sono ischitano legato a Napoli ed alla sua Cultura è commovente!!!
Bisogna aver letto gli scritti sulla Storia di Fernand Braudel per avere contezza della nostra storia comune di isolani del Mediteranneo, figli del “petit peuple”. Quando Braudel ci dice che “c’è più lenta ancora della storia della civiltà , quasi immobile, una storia degli uomini nei loro stretti rapporti con la terra che li nutre e li sostiene; si tratta di un dialogo che non cessa di ripetersi, che si ripete per durare; che può cambiare e di fatto cambia in superficie, ma che prosegue, tenace, come se fosse fuori della portata e sottratto ai morsi del tempo”. E’straordinariamente vero quello che dice Braudel e ne ho avuto conferma nella storia di Ponza e dei ponzesi.
Ho il timore che questi legami – così forti che neanche l’ondata del turismo incolto ha potuto stradicare - si scioglieranno se – prescindendo dall’“intruppamento amministrativo” a Latina o un altro ente locale – non vengono ripristinati i collegamenti marittimi con moderni traghetti e moderni aliscafi con le isole di Ischia e Procida e con la nostra Capitale Napoli.
Ponza e Ventotene debbono essere ben collegate con moderni e veloci traghetti ed aliscafi per 12 mesi all’anno NON SOLO con Formia ma anche con Napoli e le isole flegree (Ischia e Procida) e viceversa. Senza regolari ed efficienti collegamenti marittimi non c’è politica di sostegno al turismo né di miglioramento della qualità della vita degli isolani.
Non si tratta solo di mantenere una Storia ma di progettare e praticare una integrata economia turistica qualcosa di simile a quella economia della Costiera Sorrentina-Amalfitana. La Costiera è divisa in più Comuni e due Province (Napoli e Salerno) ma ha una sola economia perché ci sono i collegamenti addirittura intermodali.
Non so se sono riuscito a spiegarmi quando affermo da tre anni, dal reportage che facemmo Gianni Vuoso ed io con il video “Il viaggio di Mattia”, che bisogna costituire un unico Distretto Turistico delle Isole Napoletane da Capri a Ponza che veda al centro Ischia come “Isola Madre”.
Le economie turistiche di Ischia, Capri e Procida – le “partenopee” - sono diverse, molto diverse fra loro. Ischia ha la ricchezza dell’acqua termale, Capri il fascino della “Regina di Roccia” come la chiamava Neruda, Procida è con i suoi 12mila abitanti su meno di 4 Km2 la più popolosa isola del Mediterraneo che solo da pochi anni ha scoperto il turismo economico dopo secoli di tradizione marinaia. Apparentemente queste “tre economie turistiche” sono alternative e cioè ogni isola vuole “catturare” il turista per sé senza “darlo” all’altra. Io credo invece che proprio il nuovo turista colto, soprattutto straniero, non rinuncia a vedere ed a goderne tutte e tre.
Le economie turistiche di Ventotene e Ponza – le “ponziane” - sono legate al mare ed il mare è “la mar” cioè è calmo e caldo come lo chiama il “vecchio” di Hemingway soltanto per circa 70 giorni all’anno.
Mentre quindi l’economia turistica di Ischia ha una stagione molto lunga di circa 8 mesi – da marzo ad ottobre con estensione anche a novembre e dicembre con i ponti e le festività - con una eccellente ricettività per tutte le tasche Capri , più piccola almeno 5 volte, ha una economia turistica sempre fiorente anche con la visita di un giorno. Procida ha una ricettività limitata e quindi non può avere ulteriore espansione.
Come può espandersi l’economia turistica di Ponza con le sue Palmarola e Zannone? Come si può allungare la stagione per migliorare non solo il sistema economico ma la vivibilità dei residenti che debbono “restare” a Ponza anche d’inverno? Credo che soltanto l’“integrazione” con le altre isole “partenopee” possa permettere un allungamento della stagione con politiche di sostegno da parte della o delle Regioni, dello Stato Centrale e dell’Unione Europea. Non è forse Ventotene più importante di Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo? Ci sarebbe stata l’Europa senza Ventotene ed il Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni?
Il dibattito è aperto su questo punto esiziale o essenziale a seconda dei punti di vista.
Casamicciola, 7 ottobre 2012-10-07
P.S. Credo che sia superfluo sottolineare che un “Distretto delle Isole Napoletane” non impedisce a Ponza e Ventotene di legarsi al continente con Formia e la costa laziale e di promuovere autonome iniziative per incrementare le proprie economie turistiche. Il Distretto non dovrebbe essere una “cintura daziaria” ma uno strumento “sussidiario” ai micro-sistemi di ogni isola.
Per i lettori di “Ischianews.com” spiego che quel “di Rurillo” aggiunto al mio cognome è il soprannome della mia famiglia “scesa” da Campagnano a Casamicciola agli inizi del XIX secolo. Lo faccio per differenziarmi da Giuseppe Mazzella, il mio cugino di storia di Ponza, anch’egli giornalista.
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