Da qualsiasi punto di vista che viene esaminato con il rigore dello studioso emerge sempre più che l’isola d’Ischia ha uno sviluppo economico che ho definito “ipermaturo” nel mio libro “Luci e Ombre sullo Sviluppo” di oltre due anni fa.
I Dati – che sono in permanente fluttuazione – sulla consistenza del settore alberghiero e sulla capacità ricettiva complessiva, del commercio , del comparto dei servizi e ultimo, ma non per importanza,del comparto agricolo fondato sulla viticoltura , danno la conferma quantitativa di una espansione che ha raggiunto il massimo. Già da alcuni anni registriamo una “decrescita infelice” che deve indurre la classe dirigente – pubblica e privata - a proporre correttivi ed a dare inizio concretamente a quella che negli anni ‘ 60 del ‘ 900 noi socialisti chiamavamo la “Programmazione Economica”.
E’la Programmazione una “Politica” alternativa allo sfrenato liberismo di questi ultimi vent’anni; che vuole “correggere e mettere ordine” nel libero mercato ma non vuole sopprimerlo perché il mercato è il miglior regolatore e non ha alternative soprattutto al tempo della seconda globalizzazione capitalistica.
La Programmazione vuole dare un’anima al capitalismo e vedere – come deve vedere con il bellissimo proclama della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 della “ricerca della felicità” - anche gli aspetti sociali della crescita economica in modo che la ricchezza prodotta sia il più possibile ben distribuita. Questo è il punto centrale dei massimi come dei minimi sistemi.
Per queste ragioni abbiamo dato vita con Franco Borgogna tre anni fa ad un Osservatorio sui fenomeni socio economici dell’isola d’Ischia ed abbiamo cominciato a raccogliere dati, ad esaminare situazioni, a riscoprire legami, a patrocinare iniziative di ricerca soprattutto dei giovani, facendo nostro il monito di Luigi Einaudi: “conoscere per deliberare”.
Insomma vogliamo studiare l’Economia e la Sociologia “applicate” alla nostra realtà paradigmatica e da qui arrivare alla Politica – tutte e tre Scienze nate con la prima rivoluzione industriale del XVIII secolo – perché dalla Politica dipende la risoluzione dei problemi e vogliamo “pulire” o “depurare” la Politica, anche sul piano locale, dal personalismo e dal clientelismo che ne hanno minato alle radici la credibilità verso i cittadini i quali da essa si sono allontanati, ma subendola , non partecipando più attivamente – come avveniva anni fà– alla “Democrazia Locale” che è rappresenta dal Comune.
Il nostro può apparire – di questi tempi soprattutto di scandali vergognosi nella Pubblica Amministrazione che non hanno precedenti! - un tentativo velleitario di voler realizzare l’isola di Utopia di Tommaso Moro ma invece non c’è nulla di più concreto.
Ogni proposta che abbiamo avanzato affonda le sue radici nelle leggi vigenti, nell’oceano delle leggi vigenti inapplicate, a cominciare dalla Legge Urbanistica nel tentativo di trovare in queste leggi le “luci” e non le “ombre”.
Ancora una volta dobbiamo ricorrere all’insegnamento di Luigi Einaudi – che era un “liberale” in senso economico e sociale e consiglio di leggere il bel volume di Giovanni Farese (Rubbettino Editore – 2012) per capire cos’è un Uomo di Stato - che diceva che “l’ impero della legge è condizione per l’anarchia degli spiriti”.
E’nella giungla delle leggi – regionali e statali ed alle quali si sono aggiunte le “direttive” dell’Unione Europea - che bisogna trovare il filo conduttore per una Politica di Programmazione nella “nostra” isola d’Ischia che dobbiamo già cominciare a vivere nella sua “unità amministrativa” che è nei fatti. Nello stesso “squilibrato” sviluppo economico e sociale che si deve tentare di “riequilibrare”.
A fatica e senza che venga teorizzato questo “squilibrio” si va raddrizzando con una “coesione sociale” imposta dalla forza delle cose che è rappresentata dalla “immodificabilità” del territorio sancita dal Piano Urbanistico Territoriale “ministeriale” del 1995: comincia a delinearsi un “sistema” scolastico con la piena utilizzazione dell’ex-centro polifunzionale della Città d’Ischia a sede definitiva sia del Liceo Classico sia del Liceo Scientifico liberando, prossimamente, l’immobile dell’ex-mercato comunale di Lacco Ameno adibito “provvisoriamente” da oltre vent’ani a sede del Liceo Scientifico il quale potrà riprendere la sua originaria destinazione diventando il decente Mercato Intercomunale sia di Lacco Ameno sia di Casamicciola ed avviando così un primo passo per la “coesione” di fatto dei due Comuni. L’ex.Liceo Classico potrà diventare la sede principale dell’Istituto Superiore dell’isola d’Ischia oggi spezzettato in quattro sedi con 4 indirizzi di studio.
La “coesione economica” può cominciare da Casamicciola e Lacco Ameno con la nostra proposta di costituire una Società di Trasformazione Urbana prevista dall’art.120 del Testo Unico degli Enti Locali per il recupero del complesso del Pio Monte della Misericordia (sec. 19°) e di tutte le strutture termali ed alberghiere dismesse per il quale partecipiamo alla campagna dei “Luoghi del cuore” del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Il progetto che abbiamo chiamato “I Percorsi delle Therme” vede l’impegno di sei cittadini di diverse opinioni politiche, di diverse competenze, di diverse località dell’isola. Noi già viviamo l’isola nella sua unità.
Anche dal recente studio dei giovani studiosi Roberta Di Leva, Filippo Di Iorio, Simona Califano sulla “viabilità e sulla mobilità nell’isola d’Ischia” premiato dalla Fondazione Opera Pia Iacono, Avellino, Conte è emerso che sono due le “Capitali” dell’isola: la Città d’Ischia ed il Comune di Forio. Frenkel – questo profugo russo che viveva scrivendo guide – già negli anni ‘ 30 del ‘ 900 lo diceva nella sua Guida di Ischia. Queste due Capitali costituiscono i due centri più importanti per attività economiche e per servizi. Tutto il resto è periferia – come ha commentato Franco Borgogna.
Ecco perché è necessaria una unificazione amministrativa che attui un “decentramento” economico e sociale che favorisca proprio le “periferie”. Un solo Comune non è un processo di “fusione per incorporazione” del Comune di Ischia di tutti gli altri cinque ma una nuova entità amministrativa che raggruppa i sei Comuni non umiliando l’identità culturale di nessuno di essi.
Un sol Comune permetterebbe alla Programmazione di essere più efficiente e più veloce nell’azione di riequilibrio economico e sociale con l’obiettivo di accrescere l’occupazione soprattutto giovanile.
La Regione Campania nel dovere che ha di costituire la “Città Metropolitana di Napoli” entro 18 mesi abolendo l’Ente Provincia ha l’occasione di rivedere le circoscrizioni comunali dell’isola d’Ischia e di quella di Capri che non sono “area metropolitana” ed ha l’occasione con i Piani Urbanistici Comunali (PUC) di recupero degli immobili esistenti di dare concreto inizio alla Programmazione Territoriale nel tempo breve perché – come ricordava Keynes – nel tempo lungo saremo tutti morti.
Casamicciola,17 ottobre 2012-10-17
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