E’ oggi il tema dell’unificazione amministrativa dell’isola d’Ischia cioè un unico Comune in luogo di sei la questione veramente prioritaria? Un efficiente assetto istituzionale, al tempo dell’imminente “federalismo” che, comunque lo si interpreti nelle nebbie giuridiche che la Lega Nord incrementa e non diminuisce, vede al centro la Regione che legifera e programma su di un territorio abbastanza vasto e storicamente consolidato, è così importante in un’area di turismo ipermaturo come il caso dell’isola d’Ischia? Lo spezzettamento amministrativo in sei Comuni – che finiscono tutti di fronte allo sviluppo economico e sociale – per essere “Comuni-Polvere” governati da una scadente classe politica che ha ridotto i consigli comunali a poco meno o poco più di assemblee condominiali con indecenti spettacoli di degrado del valore della Parola, è oggi dannoso in un momento di stagnazione o peggio ancora di recessione economica mondiale, europea e buon ultima nazionale, rappresenta un pericolo per mantenere in vita un armamentario industriale di circa 3 mila imprese con una forza lavoro disponibile di 13 mila unità in un’area così piccola di soli 46Kmq. e con 60 mila abitanti che ne fanno una delle isole più abitate del mondo?
Questi interrogativi sono molto fondati e cozzano contro una eterna emergenza sociale che in Campania esiste da sempre ma che si è accentuata negli ultimi tempi come dimostrano i casi della sanità, dei trasporti, dei beni culturali, della scuola, e – last but not least – l’immondizia, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Così il nuovo Presidente della Giunta Regionale, Stefano Caldoro, un ex-socialista che guida una giunta di centro-destra, è alle prese con un problema quotidiano di spesa corrente e forse in cuor suo ricorda quello spettacolo televisivo di Tino Scotti che dirigeva una compagnia di varietà e che alla fine esclamava per convincere le ballerine a continuare lo spettacolo: Bambole, non c’è una lira!
Per non parlare della disoccupazione e dell'inoccupazione giovanile!
E’ chiaro che di fronte ad una emergenza di cassa, di danaro disponibile, per provvedere ai doveri correnti i problemi più complessi vengono dietro e non c’è nemmeno tempo e disponibilità per affrontare le riorganizzazioni che competono alla Regione con leggi “ordinamentali” tese a diminuire e non aumentare la spesa pubblica come è il caso dell’organizzazione delle strutture turistiche sub-regionali o del risanamento delle cosiddette “partecipate” cioè i nuovi carrozzoni che l’allora Presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, definì “le discariche di politici trombati” con una pletora di “consulenti” o “dipendenti a contratto”.
Comunque il problema del miglior assetto istituzionale dell’isola d’Ischia resta sul tappeto e si ripropone ogni giorno anche perché continua la crisi delle associazioni di categoria, incapaci di rappresentare il mondo imprenditoriale, e dopo la chiusura della sezione dell’Unione Industriali registriamo la crisi dell’Ascom di Ischia con le dimissioni di tutto il quadro dirigente. Ed allora gli interrogativi se la questione del Comune Unico debba essere immediatamente risolta in sei mesi con l’immediato referendum consultivo e dopo, qualsiasi sia il suo esito poichè è un mero adempimento ma non un voto deliberante, passare all’approvazione delle legge regionale di unificazione, sono veramente di struggente attualità.
L’unificazione dei Comuni è tema comune anche all’isola d’Elba, la terza più grande d’Italia (223 Km2) cioè circa 5 volte più grande dell’isola d’Ischia. L’Elba ha 30 mila abitanti cioè circa la metà dell’isola d’Ischia. E’ divisa in 8 Comuni eppure anche lì si chiede l’unificazione in un sol Comune poiché la “frantumazione in 8 Comuni”, è scritto in un sito di promozione turistica, impedisce il governo corretto di tutto l’Arcipelago Toscano. A sostenere il Comune unico dell’Elba – che vive come noi di turismo - è soprattutto il mondo imprenditoriale e di recente è intervento sostenendo che “il Comune Unico dell’Elba non è un’idea calata dall’alto” il Presidente della Confederazione Nazionale Artigianato dell’Elba, Maurizio Serini, che in un suo intervento apparso sul sito “Tirreno Elba News” ha aggiunto che “la semplificazione istituzionale può essere un mezzo che può aiutarci ad uscire da una situazione di blocco dello sviluppo territoriale” e tutte le associazioni imprenditoriali hanno posto il problema “al primo punto del documento comune sullo sviluppo inviato alla Regione Toscana ed alla Provincia di Livorno”.
“L’istituzione del Comune unico – conclude Serini - è un’esigenza che proviene dal tessuto produttivo e sociale del territorio dell’Elba”.
Anche il mondo produttivo e sociale dell’isola d’Ischia dovrebbe affrontare e risolvere il tema del Comune Unico in tempi brevissimi e non lasciare la lotta ai soli, tenaci, aderenti dell’Associazione per il Comune Unico dell’Isola d’Ischia (ACUII) che da 10 anni stanno continuamente chiedendo l’UNITA’ amministrativa dell’isola nell’interesse dell’Economia e per la difesa della stessa Dignità della Democrazia Autonomistica.
Qui ad Ischia, nell’ottava isola d’Italia, la più grande e la più importante dell’Arcipelago delle Partenopee e delle Ponziane, le “Isole Napoletane” , che dovrebbero essere unite a loro volta in un sol Distretto Industriale e Turistico.