Sono stato chiamato dal conduttore, Giorgio Zanchini, a partecipare al programma RAI di Radio3 “Tutta la città ne parla” in onda alle ore 10 di venerdì 13 maggio sul problema dell’abusivismo in Italia e soprattutto in Campania. Il titolo della puntata era “Costruire o Demolire” e fra gli altri ospiti del programma c’erano il giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, autore del famoso libro “La Casta” e di un altro recente sulle devastazioni del territorio italiano per effetto dell’abusivismo e Sandro Polci, esperto del mercato delle costruzioni e direttore di un Centro Studi sul mercato immobiliare. Sono stato invitato in quanto autore del testo “Ischia, Luci e Ombre sullo sviluppo – il sistema economico-sociale dell’isola d’Ischia: dall’espansione selvaggia (1970-1974) al tempo della globalizzazione (2002-2010) e promotore di un Osservatorio sui fenomeni Socio-Economici dell’isola d’Ischia (OS.I:S).
Nel mio intervento mi sono allacciato a quanto suggerito da Sandro Polci per tentare di arginare il fenomeno dell’abusivismo edilizio che ha cifre spaventose in Italia e cioè una “semplificazione amministrativa” per poter costruire nella piena legittimità che secondo Polci è “necessaria”.
Ho dato prima di tutto i dati dello sviluppo turistico nel più evidente aspetto economico – 40 mila posti-letto - ed in quello sociale – 13mila iscritti al Collocamento per il lavoro stagionale nell’industria turistica con l’indotto commerciale e nei servizi. Ho dato anche i dati ufficiali sulle domande dei due condoni edilizi del 1985 e del 1993 sui quali non sembrano esserci dubbi di applicazione anche in un’area sottoposta a vincoli ambientali come l’isola d’Ischia e che sono almeno 20mila ed ho spiegato che l’isola d’Ischia è divisa in sei Comuni e che non ha mai avuto un Piano Regolatore Generale in vigore sottolineando che proprio il 5 e 6 giugno gli ischitani andranno alle urne per un referendum consultivo regionale sulla proposta di costituire un sol Comune in luogo di sei. Ho anche accennato al terzo condono edilizio del 2003 che esclude le aree sottoposte a vincolo come Ischia e si stima che i vani costruibili abusivamente e senza alcuna possibilità di condono sono almeno 10mila e senza accennare al numero – sconosciuto anche per valori di stima - delle costruzioni nuove realizzate addirittura oltre il termine del terzo condono. Ancora: ho detto che da almeno 40 anni non c’è da parte dei Comuni né della Regione un Piano di Fabbricazione per l’Edilizia Economica e Popolare.
Ho riproposto l’idea, già contenuta nel mio libro, di una Legge Speciale per Ischia che avvii finalmente una realistica Pianificazione Territoriale legandola alla Programmazione Economica poiché la difesa ambientale deve essere posta sullo stesso piano della difesa del sistema economico e sociale comunque realizzato. Il Comune Unico potrebbe essere il primo passo per una Legge Speciale per Ischia perché ci sarebbe un solo Ufficio Tecnico che dovrebbe essere un Ufficio della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica che dovrebbe monitore un territorio di grande bellezza che viene modificato ogni momento. Il Comune Unico è quindi il primo fondamentale strumento giuridico per una “semplificazione amministrativa” che deve anche rivedere il ruolo delle Soprintendenze, della Provincia e della Regione, per ripristinare uno Stato di Diritto. Aggiungo ora che l’attuale situazione del diritto urbanistico è stata definita da un fine giurista come il Notaio Nino Arturo un “letamaio giuridico” infatti non solo Ischia è ipervincolata da almeno 8 leggi a partire dalle due del 1939 ma esiste anche una enorme confusione istituzionale con conflitti di competenza fra Enti Pubblici diversi per la regolamentazione del territorio. Ci sono interventi della cosiddetta “tutela passiva” del territorio e interventi della “tutela attiva” e questi eufemismi danno diverse denominazioni ai Piani ed ai Programmi edilizi come Piano Regolatore Generale, Piano Paesistico, Piano Urbanistico-Territoriale, Piano Territoriale di Coordinamento.
La Provincia di Napoli, ad esempio, ha predisposto ai sensi della legge 142/90 sugli enti locali un Piano Territoriale di Coordinamento che non è mai stato approvato e che non è “sovraordinato” rispetto al Piano Paesistico approvato dal Ministro dei Beni Culturali, Antonio Paolucci, nel 1995 esercitando i poteri sostitutivi previsti dalla “Legge Galasso” del 1984 nei confronti della Regione Campania inadempiente per 11 anni. Questo Piano Paesistico vieta qualsiasi nuova costruzione e quindi di fatto vanifica la “tutela attiva” del territorio che dovrebbero fare i Comuni con i loro Piani Regolatori Generali.
I Sei Comuni dell’isola d’Ischia hanno predisposto dando incarico nel 2002 allo studio Ferrara di Firenze una proposta di Piano Urbanistico Territoriale dell’isola d’Ischia consegnata alla Regione Campania, ente competente per l’approvazione, e rimasto lettera morta.
In questo “letamaio giuridico – come definisce il quadro normativo il Notaio Arturo – trovare una via d’uscita è di una complessità enorme. Eppure bisogna trovare una soluzione per ripristinare il diritto. Il Comune Unico dell’isola d’Ischia dovrà avere la capacità e la forza di “imporre” ai poteri superiori cioè allo Stato ed alla Regione il concreto inizio della Pianificazione Territoriale utilizzando anche tutte le sue esclusive competenze previste dal nuovo Testo Unico degli Enti Locali per il recupero di tutte le aree dismesse di proprietà privata esistente sull’isola con Società di Trasformazione Urbana previste dall’art.120 del Testo Unico – i casi più vistosi sono quelli di Casamicciola e Lacco Ameno con il complesso Pio Monte della Misericordia, il Bacino Idro-termale di La Rita, il compendio immobiliare ex-La Pace.
Il dibattito sul Comune Unico – a mio parere – non può essere di mera dottrina o filosofia quasi come se Ischia fosse l’isola di Utopia di Tommaso Moro! La proposta è di fare un Comune Unico ora e subito che sia capace di rendere veramente efficiente la Democrazia Locale con una nuova classe dirigente convinta che non c’è alternativa alla strada della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica e che si schieri chiaramente contro il liberismo sfrenato portato avanti negli ultimi vent’anni con una politica spregiudicata e parolaia dai governi di centro-destra o di centro-sinistra “annacquato” che non ha saputo realizzare nemmeno una di quelle che l’indimenticabile Riccardo Lombardi, il socialista-liberale che si definiva “riformista rivoluzionario”, chiamava le “riforme di struttura”.
Credo che bisogna partire dal basso – proprio dall’insostituibile funzione del Comune – per costruire una società più giusta e più umana. Non credo che costituisca “peccato mortale” o “sacrilegio” anche per i più convinti riformatori o riformisti proporre “correzioni” della Democrazia Repubblicana, minimo comune denominatore per tutti, al suo funzionamento. Proporre il Comune Unico significa volere un vero Federalismo; chiedere l’abolizione dell’Ente Provincia che non può svolgere alcun ruolo essenziale con l’istituzione della Regione significa veramente puntare all’efficienza amministrativa così come chiedere la riforma istituzionale del Parlamento abolendo il Senato .
Insomma bisogna puntare a realizzare una Democrazia Politica forte e matura in luogo di una democrazia formale e debole che attua enormi squilibri economici e sociali.
Per questi motivi confermo con convinzione il mio SI al Referendum del 5 e 6 giugno per il Comune Unico dell’isola d’Ischia come primo passo per una stagione più serena per i nostri figli.