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I Ricordi di Claudio

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594 pagine per raccontare, dal proprio punto di vista, circa o oltre trent'anni della vita pubblica italiana. Quelli che vanno dalla fine degli anni '60 alla fine degli anni '90 e raccontare tutto di se stesso in una sincera confessione pubblica senza veli. A 70 anni esatti e cioè in un' età avanzata in cui si tracciano bilanci di una vita o in cui si è diventati saggi , finalmente, e semmai si scrive della vecchiaia come Cicerone nel "De senectute". I Ricordi sono della vecchiaia. Norberto Bobbio, il padre del liberalsocialismo italiano, chiamò il suo ultimo libro come quello di Cicerone e sottolineò che "mentre il mondo del futuro è aperto all' immaginazione e non ti appartiene più, il mondo del passato è quello in cui attraverso la rimembranza ti rifugi in te stesso, ritorni in te stesso, ricostruisci la tua identità, che si è venuta formando e rivelando nella ininterrotta serie dei tuoi atti di vita, concatenati gli uni con gli altri, ti giudichi, ti assolvi, ti condanni, puoi anche tentare, quando il corso della vita sta per essere consumato, di fare il bilancio finale".


Claudio Martelli, l'"enfant prodige" della politica italiana per almeno un decennio, dal 1983 al 1993, un decennio terribile per la democrazia repubblicana italiana per il semplice fatto che fu "bloccata" perché il Governo era composto da cinque partiti DC-PSI-PSDI-PRI-PLI di fatto "omologati" che non avevano "alternative" né a destra, per la pregiudiziale antifascista nei confronti del MSI-DN né a sinistra per la pregiudiziale anticomunista nei confronti del PCI, il più forte partito comunista dell'Occidente in piena "guerra fredda", a 70 anni ha scritto il suo libro di memorie e ne ha fatto un testo complesso da ogni punto di vista perché l' autore è prima di tutto un letterato, un filosofo, che scrive e ricorda come un filosofo. Perciò in questo libro corposo di un politico-filosofo o di un filosofo-politico ci ha messo tutto e per discuterlo bisogna leggerlo con attenzione e semmai rileggerlo. Lo faranno in pochi anche coloro che organizzano presentazioni di libri per "apparire" piuttosto che "essere". Qui sono state scritte cose importanti e la storia di un uomo può essere una morale, può insegnare qualcosa per la gioventù di oggi, per la società italiana di oggi. Da qui si può ripartire per "Riconquistare la Speranza" come direbbe Gaurady. Non è solo la Storia di un uomo. E' la Storia di un'Epoca.
Claudio Martelli oggi non dice niente ad un giovane di 30 anni che si vuole occupare di politica ma per chi ha fatto o scritto di politica in quel decennio terribile collocandosi proprio nell'area politica di Martelli – quella laico-socialista che aveva nel PSI la rappresentanza maggiore – Martelli è stato il "Che" Guevara di un "sogno bello e impossibile" che era quello di coniugare la libertà con l'uguaglianza, il socialismo con la libertà, e di fare dell' Italia una democrazia compiuta dove ci fosse una " alternanza" tra partiti che non fossero " chiese" né a destra, né a centro né a sinistra. Portare il "sogno bello e impossibile" dove si viveva ogni giorno, nel proprio piccolo Comune, nella propria piccola isola, e semmai renderlo più concreto con la dottrina economica di Giorgio Ruffolo e di Antonio Giolitti perché "i filosofi hanno cercato di interpretare il mondo ma il vero problema è cambiarlo" come diceva Carlo Marx è stato forse il più importante della mia vita.
Martelli racconta la sua vita politica cominciata a Milano a soli 13 anni frequentando e militando nel Partito Repubblicano Italiano ( PRI) che lascia per il PSI. Fa il liceo, l' università e per lui il suo maestro gli consiglia la carriera universitaria avendone talento,ed incontra Bettino Craxi con il quale conquisterà il PSI ed il potere. Diventerà vice segretario del partito e vice Presidente del Consiglio dei Ministri ed uno degli uomini più potenti d' Italia. Vuole essere laico – contro la DC – ma anche " socialista democratico" contro il PCI ma finirà per essere sempre l' alleato della DC. Predica un " socialismo liberale" annunciato da Carlo Rosselli, martire antifascista, ma pratica il sottogoverno con la più selvaggia lottizzazione mai vista nella Repubblica fino ad allora. E' con gli operai, gli impiegati, la piccola borghesia,ma in quel decennio di espansione economica con gli stili della " Milano da bere" è piuttosto un alto borghese ricco e potente.
Il libro serve anche a discutere di quanto possono condizionare una personalità gli ambienti in cui si esercitano i mestieri o le professioni. Come gli uomini e le donne cambiano quando prendono il potere e rivestono una carica fino a sdoppiare la personalità che dice una cosa ma ne pratica un'altra.
C'è la considerazione finale nel libro che quel "sistema del pentapartito" che ha prodotto tangentopoli non è stato sostituito con uno migliore. Il "berlusconismo" che è durato vent'anni e che è duro a morire non ha cambiato in meglio la società italiana e la politica è ancora alla ricerca di una " alternanza", di una riforma Costituzionale, di un sistema civile di partiti politici. Martelli in fondo rimane un politico. "Poiché in politica è più importante giustificarsi che fare, le parole hanno più importanza delle cose" diceva Bernard Grasset. Il libro – in estrema sintesi - è una giustificazione per spiegare la distruzione del Partito Socialista Italiano.
Eppure quel "sogno bello e impossibile" di una società più giusta e più umana è ancora terribilmente attuale. Merita di essere riproposto perché non ha alternative e perché è un sogno che viene da lontano ed è stato molte volte tradito. Nel libro non ci sono gli ultimi avvenimenti della vita pubblica di Claudio Martelli. Ma se si fa un click su Wikipedia escono gli ultimi dati della biografia:
"Durante lo scandalo Tangentopoli, è stato anche condannato, dopo aver confessato, per aver ricevuto 500 milioni di lire nel caso della maxitangente Enimont.[2] Nel 1998 è consulente del Ministro Livia Turco nella commissione per le politiche d'integrazione degli immigrati e della consulta degli immigrati, incarico da cui si dimette a seguito di divergenze politiche con il governo.
È eletto eurodeputato nel 1999 per lo SDI nella circoscrizione Marche-Umbria-Toscana-Lazio. Esce dallo SDI nel 2000 e successivamente aderisce al Nuovo PSI. È espulso di conseguenza dal gruppo socialista al Parlamento Europeo ed entra in quello liberaldemocratico. Nel 2001 fonda assieme a Gianni De Michelis e Bobo Craxi il Nuovo PSI, di cui diventa portavoce. Abbandona la politica ancora una volta nel 2005, stavolta definitivamente.
Nel 2005 conduce il programma televisivo Claudio Martelli racconta su Canale 5; conduce dal 22 settembre 2005 fino al 27 aprile 2006 il programma di seconda serata L'incudine su Italia 1; nell'autunno 2006 conduce Flash Back, su Canale 5, la mattina del sabato. Sempre dal 2005 cura fino al 2008 un suo spazio editoriale: Osservatorio, sul settimanale Oggi. Un anno dopo, torna in tv, stavolta a spiegare, attraverso appuntamenti giornalieri su Canale 5, la Costituzione Italiana.
Nel 2011 si candida per il consiglio comunale di Siena, nelle file del terzo polo, ma non viene eletto".
"Tramonto di una grande Marina" direbbe l' Ammiraglio Angelo Iachino( 1889-1976).

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