Ischia News ed Eventi - La società di trasformazione urbana (STU) per la coesione economica e sociale dell’isola d’Ischia con un Piano di Recupero ed un Piano per il Lavoro: Uno Sviluppo Possibile con il Piano Paesistico in vigore

La società di trasformazione urbana (STU) per la coesione economica e sociale dell’isola d’Ischia con un Piano di Recupero ed un Piano per il Lavoro: Uno Sviluppo Possibile con il Piano Paesistico in vigore

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Convegno nazionale di studio a Lacco Ameno d’Ischia nell’Auditorium del Grand Hotel delle Terme di Augusto sabato 21 aprile 2012 ore 10 – organizzato dall’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia (OSIS), dal Movimento per la Riscossa Civile di Casamicciola, dall’Associazione Nazionale delle Società di trasformazione  Urbana (ASTUR) con l’ospitalità della Direzione del Grand Hotel delle Terme di Augusto

 Nell’isola d’Ischia – che ha una superficie di circa 46 Kmq. con una popolazione residente di circa 65 mila abitanti sparsi nei sei Comuni (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno,Forio,Barano e Serrara-Fontana) – vi è una “struttura industriale”di circa 3mila imprese con una ricettività di circa 40 mila posti-letto ed una “forza lavoro disponibile”di circa 13mila iscritti al Centro per l’Impiego (ex-collocamento) di cui almeno 1000 extra-comunitari tanto che l’INPS licenzia ogni anno 9500 pratiche di  indennità di disoccupazione.

L’espansione economica legata al turismo è nata  nel secondo dopoguerra  sulla scia della realizzazione dei grandi alberghi a Lacco Ameno di Angelo Rizzoli (1888-1970) ma non è mai stata avviata una Programmazione Economica né una Pianificazione Territoriale tanto che soltanto nel 1995 è stato approvato un Piano Paesistico da parte dell’allora Ministro ai Beni Culturali, Antonio Paolucci, ai sensi della “Legge Galasso”del 1984 dopo 11 anni di inadempienza legislativa della Regione Campania. Il piano Paulucci impedisce qualsiasi nuova costruzione. Si stima che i vani “abusivamente”realizzati dal 1970 ad oggi siano oltre 100mila mentre deve ancora essere approvato dai Comuni ,con il parere vincolante della Soprintendenza ai Beni Ambientali, un “piano di dettaglio”dei due condoni edilizi del 1985 e del 1995 con circa 20mila pratiche. L’isola d’Ischia è esclusa dall’applicazione del terzo condono edilizio del 2003.

Si può avviare nell’isola d’Ischia una “Programmazione realistica”pur in presenza di un Piano Paestico che vieta ogni nuova costruzione? E’ praticabile uno “sviluppo possibile”per consolidare una crescita  economica che appare “ipermatura”capace di dare nuova occupazione soprattutto giovanile in considerazione che nell’isola ci sono 3200 studenti delle superiori con 15 indirizzi di studio che producono ogni anno almeno 500 diplomati?  Ci sono aree industriali legate all’antica economia termale dismesse che possono essere utilizzate per uno sviluppo più ordinato capace di creare nuova occupazione? Queste aree possono essere recuperate con l’applicazione dell’art.120 del Testo Unico sugli Enti Locali che prevede la possibilità per i Comuni di costituire “Società di Trasformazione Urbana”che possono espropriare o ottenere consensualmente gli immobili fatiscenti a prezzo di mercato? Come avviare una finanza di territorio ed un marketing territoriale in piena recessione economica?

A questi interrogativi hanno cercato di rispondere  i partecipanti  al  convegno nazionale di studio su “Ischia, lo Sviluppo Possibile”che si è tenuto  sabato 21 aprile 2012 nell’auditorium del Grand Hotel delle Terme di Augusto a Lacco Ameno per iniziativa dell’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia (OSIS), del Movimento “Riscossa per Casamicciola”e dell’Associazione Nazionale delle Società di Trasformazione Urbana (ASTUR).

Relatori al convegno sono stati  il giornalista Giuseppe Mazzella, segretario dell’OSIS, l’avv.Antonio Carotenuto, presidente del Movimento “Riscossa per Casamicciola”, l’avv. Renato Perticarari, presidente dell’Associazione delle Società di Trasformazioe Urbana (ASTUR), il prof. Stefano Stanghellini, professore ordinario IUAV di Venezia, l’avv. Vanessa Boato, dello Studio Legale DLA Piper di Roma, il dottor Franco Borgogna, presidente dell’OSIS. Al convegno hanno partecipato tecnici, urbanisti, amministratori locali,  ed una delegazioni di studenti dell’ultimo anno dell’Istituto Tecnico per ragionieri e geometri “Enrico Mattei”di Casamicciola.

E’stato spiegato che l’innovazione normativa che ha introdotto le Società di Trasformazione Urbana (STU)  risale al 1997, ed è contenuta nella legge 127/1997 (la cosiddetta "Bassanini-bis"), che al comma 59 dell'articolo 17 disciplinava, in modo piuttosto scarno, le modalità di costituzione e di funzionamento di tali società e, caso inusitato, fissava in pratica lo stesso oggetto sociale delle future S.T.U.: "progettare e realizzare (quindi commercializzare) interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti".Tale disposizione è stata poi integralmente recepita nell'articolo 120 del nuovo testo unico degli enti locali ed ha trovato una sua parziale fonte interpretativa nella Circolare del Ministero LL.PP. dell'11.12.00.
Ciò evidentemente consente che i privati coinvolti quali partner imprenditoriali possano fin dall'inizio partecipare attivamente alle scelte progettuali che determinano l'individuazione dei limiti e delle condizioni dell'intervento. Questo aspetto, peraltro, è destinato ad assumere sempre maggiore rilievo con il diffondersi di un modello di pianificazione urbanistica che tende a individuare nel piano regolatore generale lo strumento per la definizione delle scelte di fondo e "non negoziabili”relativamente all'uso del territorio; mentre la pianificazione di secondo livello è destinata a dare concreta attuazione, in un arco temporale più limitato, a quelle scelte che il piano regolatore ha definito in via generale. Nel caso dei sei Comuni dell’isola d’Ischia il punto di riferimento è il Piano Urbanistico Territoriale del Ministro Paolucci approvato nel 1995 e “sovraordinato”rispetto ai PRG dei sei Comuni e l’assoluta inadeguatezza di questo Piano “ipervincolista”incompatibile in una economia aperta è stata sottolineata nei loro  interventi dall’urbanistica Sebastiano Conte e dal prof. Francsco Luigi Rispoli.

Quello delle modalità di acquisizione delle aree su cui si deve sviluppare l'intervento di trasformazione urbana è uno dei punti qualificanti per delineare il concreto funzionamento della Stu. Ma è anche un aspetto su cui la disciplina legislativa non aiuta a fare chiarezza.

Il comma 2 dell'articolo 120 stabilisce infatti da un lato che la Stu deve provvedere alla "preventiva acquisizione”delle aree interessate all'intervento e, dall'altro, che tale acquisizione può avvenire consensualmente o tramite ricorso a procedure espropriative. L’acquisizione delle aree con il procedimento di esproprio è effettuato dal Comune, ma beneficiario dell'esproprio è direttamente la Stu, su cui grava il pagamento dell'indennità. Va peraltro rilevato che l'esproprio è attivabile relativamente a tutte le aree da acquisire, poiché la delibera del Consiglio comunale che individua le aree oggetto di intervento vale come dichiarazione di pubblica utilità anche per le aree non direttamente interessate da opere pubbliche (comma 3).E’praticabile la possibilità che i proprietari delle aree possano diventare soci della Stu conferendo nella stessa le aree (fabbricati e terreni).

La S.T.U. è uno strumento potenzialmente dirompente per i paludati percorsi amministrativi dell’urbanistica come ha rimarcato l’avv. Renato Perticarari, Presidente dell’Associazione Nazionale della Società di Trasformazione Urbana.

A tal fine, tre sono i pilastri fondamentali su cui si può reggere la fortuna di questo istituto:
1. l'individuazione da parte dell'ente locale di un obiettivo ritenuto strategico per la collettività amministrata, ma al contempo non facilmente (e non in tempi brevi) raggiungibile con risorse autonome anche perché queste aree sono “giuridicamente inagibili”essendo di proprietà privata e quindi incommerciabili con i normali strumenti del Codice Civile;
2. l'acquisita consapevolezza che per il raggiungimento di tali obiettivi può risultare indispensabile il concorso dei privati o più Enti Locali (Regione e Provincia)

3. il superamento, per ottenere tale concorso, di ogni pregiudiziale, non solo ideologica, al riconoscimento di un concreto vantaggio per i privati che sono chiamati a realizzare anche l'obiettivo pubblico.

Per le aree dismesse dell’isola d’Ischia giuridicamente inagibili  (spezzettamento delle proprietà, conflitti fra eredi, enti morali o pubblici  senza risorse finanziarie) (Casamicciola: il complesso del Pio Monte della Misericordia ed il Bacino Termale di La Rita; Lacco Ameno: l’ex-complesso alberghiero-termale-commerciale  La Pace; Ischia: il cosiddetto Centro Polifunzionale; Barano: l’area termale di Olmitello ed altre ancora da individuare) complessivamente circa 100mila Mc di superficie coperta la STU – che dovrà essere “pluricomunale”cioè costituita dai sei Comuni (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Barano e Serrara-Fontana)  interessando una popolazione di circa 65mila abitanti a norma del decreto n.78/2010 art.14 - è lo strumento indispensabile per uno Sviluppo Possibile in un’area turistica matura capace di consolidare il sistema e creare nuove opportunità di lavoro soprattutto per i giovani. La STU diviene quindi uno strumento per un PIANO DI RECUPERO di immobili, auspicato con recenti provvedimenti dalla Regione Campania,  ed un PIANO PER IL LAVORO capace di rimettere in moto l’edilizia pubblica e privata nel tempo immediato e di creare nel medio periodo  notevole occupazione giovanile . I due Piani redatti ,dopo un serio strumento di fattibilità , sono   ideati, progettati ed attuati dai sei Comuni dell’isola d’Ischia   nella piena attuazione del principio di “sussidiarietà”dell’Unione Europea per lo “Sviluppo Locale”in una economia solidale.