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S. Angelo e la Primavera del Villaggio

Sant'Angelo

Cronaca
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“E’ stato il paesaggio il fattore più importante che ha contribuito a farmi legare a questa terra”. Lo diceva Werner Gilles (1894-1961), uno dei più importanti pittori tedeschi del XX secolo e fra i maggiori esponenti dell’espressionismo tedesco che il nazismo considerava “arte degenerata” tanto da mettere all’indice tutti gli artisti fino a perseguitarli. Gilles si rifugiò dal 1937 al 1941 in una casetta di pescatori qui a S. Angelo e dopo la guerra venne a vivere quasi stabilmente qui almeno per 10 anni dal 1951 al 1961. Credo che sia morto a S. Angelo in quest’angolo meraviglioso dell’isola d’Ischia posto sul versante meridionale dove la primavera arriva prima e l’estate dura più a lungo. E’ oggi la prima domenica di primavera e con Carlo, l’amico che mi accompagna nelle toccate e fuga agli angoli dell’isola, oggi siamo venuti.

Con la primavera S. Angelo riprende a vivere. Ricomincia la lunga estate con la riapertura dei negozi di ceramiche alla via “Chiaia di Rosa”, chiamata così in ricordo di una fanciulla di S. Angelo.

Forse oggi a S. Angelo c’è l’equinozio di primavera.

Può essere il 19, il 20 o il 21 marzo e quest’anno, per la settima volta consecutiva sarà il 20 marzo. L’equinozio di primavera, infatti, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente il 21 marzo. La semantica ci dice che , con il termine equinozio, ci si dovrebbe riferire non a un giorno, ma a un istante. Quello in cui il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale in marzo e viceversa in settembre durante l’equinozio di autunno, l’orizzonte celeste e tocca il cosiddetto punto vernale: ovvero l’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste. Questo istante nel 2014 cade alle 17:57 in Italia del 20 marzo.

S. Angelo da Chiaia di RosaS. AngeloGillesQuado di GillesMa credo che a S. Angelo l’equinozio arrivi prima. Oggi sono stati riaperti i caffè della piazzetta, il Bar Ridente ed il Pescatore ma Claudia, la bella “serrarese” del Bar Ridente dove ci sediamo con Carlo ed Ignazio, il politico casamicciolese più schietto e simpatico con il quale parliamo delle elezioni del 25 maggio prossimo, mi dice che stasera verso le 19 il Bar tira la saracinesca.

“E’ ancora presto per le serate d’estate – mi dice – alle sette di sera a S. Angelo non c’è più nessuno”.

S. Angelo infatti è un’oasi nell’isola. Durante l’inverno ci vivono pochissime persone. Alberghi ed abitazioni chiuse insieme ai negozi. E’ come il letargo dell’orso. E’ ormai un villaggio esclusivamente turistico. Da oggi il villaggio ricomincia a vivere e tutto sarà pronto per accogliere i turisti per le prossime festività di Pasqua. Forse ritornerà la Merkel, la cancelliere tedesca che ama questo posto da oltre vent’anni. Veniva qui con il marito quando era un semplice deputato ed ogni volta che ritorna vuole essere semplicemente una turista. I tedeschi hanno sempre amato questo posto. Non solo gli artisti come Gilles ma anche semplici impiegati. E’ un amore che continua.

Anche qui Ischia conferma la sua natura di “isola antica” dove l’uomo è arrivato fin dall’età del ferro. Già prima dell’anno Mille sulla “Torre di Sant’Angelo” e cioè sull’isolotto alto 106 metri e legato al villaggio da un istmo di 119 metri vi era un monastero benedettino poi vi fu costruita una torre di vedetta dalla quale si vede ancora la parte inferiore e che fu distrutta dalle cannonate degli inglesi del 1809. Su in alto incastrata nell’abitato c’è la piccola chiesa di San Michele Arcangelo costruita nel XIX secolo e che è la più piccola Parrocchia delle 25 dell’isola perché alle cure del Parroco Don Fiorentino sono affidate soltanto 500 anime circa. La Chiesa di San Michele ha anche un piccolo cimitero attiguo. E’ l’unica chiesa dell’isola che ha uno spazio per i defunti.

Insomma il paesaggio che incantava Gilles è rimasto lo stesso. Stessi tempi della natura con il sole che arriva prima che altrove e noi tre – insieme ai primi turisti che arrivano – ne abbiamo colto i primi raggi di primavera.