Finalmente anche le istituzioni politiche scendono in campo per regolarizzare la lotta all'illegalità. Che tale lotta riguardi il cyberspazio, ancora meglio. È stato infatti siglato oggi l'accordo di cooperazione internazionale, firmato dall'italiano Raffaele Ferrara, direttore generale dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, e dal francese Jean-François Villote, presidente dell'Autortité de regulation des jeux en ligne.
Entrambe autorità regolatrici del gioco a distanza, si propongono vari obiettivi, primo fra tutti quello di contrastare efficacemente i siti di gioco illegali, mediante un capillare scambio di informazioni tra gli Stati. Affianco ad esso, la diffusione del concetto di etica nelle competizioni sportive, il controllo e il sostenimento degli operatori di gioco legali, la tutela dei giocatori.
È la prima volta nel corso della storia che viene predisposto un simile accordo, cosa che rende fiero Alberto Giorgetti, sottosegretario all'Economia. Dopo i recenti fatti di cronaca in ambito sportivo, infatti, tale intesa assume un'importanza ancora maggiore, anche se, come dichiara Villote, l'Italia ha fatto dei passi in avanti rispetto alla Francia per quanto concerne il gioco a distanza, con una legge già nel 2006. In quest'ultimo Paese, invece, la regolamentazione della materia è avvenuta soltanto il 12 maggio 2010.
Intanto, la Corte Suprema non accoglie l'istanza secondo la quale in California debbano essere vietati il noleggio e la vendita di videogiochi violenti ai minori di 14 anni. Ciò, infatti, come precedentemente stabilito dalla Corte d'appello, costituirebbe una grave violazione della libertà di espressione, uguale per tutti i cittadini americani, come si evince sia dal primo che dal quattordicesimo emendamento.
Non sarà più applicabile, quindi, la legge scritta nel 2005 dal Senatore Leland Yee dello Stato della California, successivamente firmata e messa in vigore da Arnold Schwarzenegger, allora Governatore della California, poi "congelata" a causa della class action delle varie case produttrici di videogiochi, riunitesi in associazione.
Due esempi diversi, per cui un emblematico dubbio: quanto e quando lo Stato possa e debba intervenire nella regolamentazione di Internet, oggi a disposizione anche dei bambini, categoria più fragile e da tutelare?