Le critiche alla lunga vita politica istituzionale di Giorgio Napolitano - alcune assolutamente ingiuste ed irrespettose come quelle espresse da padellaro de "Il fatto quotidiano" nella trasmissione della Gruber - dimostrano che i poteri che la costituzione assegna al presidente della repubblica non sono solo quelli di una regale rappresentanza dell'unità nazionale senza alcun intervento diretto e concreto nel governo del paese.
I poteri del presidente italiano sono diversi da quelli del presidente tedesco (di mera rappresentanza) e diversi ancora da quelli del presidente francese della quarta repubblica francese che durò solo 12 anni con due soli presidenti (auriol e coty) prima del ritorno di gaulle nel 1958 con la quinta repubblica che introduce un presidenzialismo originale tanto da dirsi "semipresidenzialismo". Questi poteri di intervento nel governo sono stati esercitati da Napolitano in momenti drammatici della democrazia repubblicana dove il parlamentarismo massimizzato ha mostrato forti limiti. Sulle scelte di Napolitano in sede storica si possono fare critiche ma queste dimostrano come i costituenti videro giusto nel bilanciamento dei poteri della repubblica. Ma la vita e l'opera di Napolitano ha reso desueto il reato di vilipendio al capo dello stato ed ha rimarcato però la straordinaria importantanza della legge elettorale. Di questa buona legge c'è bisogno. Occorre una legge elettorale proporzionale forse corretta con uno sbarramento al 3-5 per cento ma con un "parlamento di nominati* si indebolisce la democrazia. Questa è la vera e seria riforma istituzionale bandendo orrori come l'autonomia differenziata ed il premeriato.
G. M.