Ischia News ed Eventi - Bigazzi Staino e Vissani, ospiti della Famiglia Muratori nella tenuta dei Giardini Arimei di Forio isola d’Ischia

Bigazzi Staino e Vissani, ospiti della Famiglia Muratori nella tenuta dei Giardini Arimei di Forio isola d’Ischia

Tenuta Giardini Arimei

Società
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Sabato, 3 ottobre, dopo due anni esatti, sono tornato a fare visita alla tenuta Muratori alla sommità di Montecorvo a Forio, località Pietra Brox. Il tempo bello ha contribuito in modo notevole a rendere la mattinata ancora più incantevole in questo sito paradisiaco, da cui si gode un panorama stupendo. In questo luogo, da tempi antichissimi vocato alla viticultura, si ha la dimostrazione provata di come l’uomo, quando ha un animo benigno e votato ad essere alleato e non nemico della natura, dia il meglio di sé stesso perfezionando, se si può dire, la stessa natura.

Questo posto, già appartenuto per secoli ad una antica famiglia, i Milone, proveniente dalla Calabria dove erano noti produttori di vino e per questo motivo furono invitati dagli spagnoli, che all’epoca governavano sulla nostra Isola, a prendere possesso di questi terreni siti nel miglior posto dell’Isola d’Ischia, per quanto riguardava la coltura della vite. Questa grande famiglia si è quasi del tutto estinta, e gli ultimi eredi hanno lasciato Forio ormai da tanti anni, lasciando nell’abbandono totale i vecchi vitigni la maggior parte dei quali stavano a Pietra Brox. E dopo anni di totale abbandono e degrado, ecco la comparsa nella nostra terra di altri grandi produttori di vino, i Fratelli Muratori, che nel 2001, due anni dopo l’incontro con il grande agronomo/enologo Francesco Iacono, nativo di Forio, laureato nelle due branche nel Veneto, dove a San Michele all’Adige aveva frequentato il noto centro studi e ricerche di viticoltura ed enologia. Da questo fortunato incontro nacque il progetto Arcipelago Muratori, facendo diventare i quattro fratelli Muratori, grazie alla preziosa guida di Iacono, dei vignaioli veri, che dalla natia Franciacorta(Bs) hanno esteso i loro interessi in altre tre realtà: in Toscana, Rubbia al Colle, nel Sannio, Oppida Aminea, ed a Ischia, appunto, con la Tenuta Giardini Arimei, in omaggio e nel ricordo del vecchio nome etrusco di Ischia, Arime, terra di fuoco. In questa tenuta vengono prodotti due vini, Pietra Brox e Giardini Arimei. Il primo è un fresco vino d’estate, ma che con le stesse uve surmaturate genera poi un vino che è quasi unico nel suo genere, Giardini Arimei, che praticamente nasce nell’arco di tre stagioni, estate, autunno, inverno. Le uve da dove vengono fuori questi due vini sono: Biancolella, Forastera, Uva Rilla, San Lunardo e Coglionara, che da millenni fanno parte del patrimonio enologico dell’Isola d’Ischia.

Quando varchi il grande cancello di ingresso, sembra di essere preso da un fremito istintivo, quasi si risvegli in te l’antica origine contadina, e provi immediatamente un senso di appagamento, di appartenenza, un ritorno al passato che ti riempie e ti fa gioire dentro, e credi che questo magnifico posto appartenesse un po’ anche a te. In questo contesto Bruno Muratori e Francesco Iacono hanno voluto ospitare quasi tutti i grandi personaggi presenti il giorno prima all’importante appuntamento tenutosi presso il “Focolare” di Riccardo d’Ambra al Cretaio, dove si è tenuto un interessantissimo incontro sull’ambiente ed agricoltura. Sono venuti a far visita ai Giardini Arimei Beppe Bigazzi, Sergio Staino e Gianfranco Vissani, con un folto gruppo di giovani alunni dell’Alberghiero “V.Telese” di Ischia, guidati dal prof. Nino Sferratore, che hanno curato la somministrazione del ricco buffet allestito nella cosiddetta “Capanna”, vecchio edificio interamente ristrutturato e rifatto tal quale come era nato secoli fa . All’incontro era presente anche la simpaticissima madre di Francesco Iacono, la signora Maria, che in modo discreto controllava come procedeva il rinfresco, da attenta donna di casa. Non hanno voluto mancare anche Riccardo d’Ambra ed i suoi figli, emuli precisi di tanto padre, Silvia ed Agostino, che insieme agli altri hanno voluto seguire la visita guidata di Francesco Iacono, il quale ha spiegato con dovizia di particolari, tutta la tenuta “Giardini Arimei”. Siamo partiti dalla grande cantina di 400mq. , con la sua moderna barriccaia e le grandi botti di castagno a cui fanno compagnia degli enormi e moderni contenitori di acciaio inox, aderenti ad una moderna enologia. Siamo stati fortunati nel poter assaporare gli aromi del mosto ancora in fermentazione e dal colore giallastro già ben delineato. Francesco Iacono ha messo in giusto risalto le “ventarole”, antiche maniche a vento poste ai quattro lati del soffitto per intercettare tutti i venti, favorendo una naturale climatizzazione della cantina stessa. Siamo passati nella vecchia sala dove c’erano i palmenti e la storica pietra torcia, primo ed arcano attrezzo per la torchiatura dell’uva, che avveniva per la compressione dell’enorme pietra del peso di parecchi quintali. Stupendi i nuovi palmenti all’esterno, che una volta erano a cielo aperto, ed ora sono stati rivisti dotandoli di una copertura che possa permettere la surmaturazione dei “Giadini Arimei”, che va a superare i 16°, a processo ultimato. Iacono ci ha fatto visitare anche la nuova fossa dei conigli, impianto già esistente da tempi remoti, anch’esso rivisitato in chiave moderna, ma non troppo, che ci riporta, noi isolani doc, a tempi passati. Dobbiamo altresì ammettere, che grazie a nuovi appassionati recenti, il coniglio di fossa sta tornando di moda, andando a ripristinare una vecchissima tradizione che va seguita con amore . Ho rivisto, dopo anni, le piante di “sorbe”, senza dimenticarci della ristrutturazione certosina di ben quattro chilometri di muri a secco, fatti con migliaia e migliaia di pietre di tufo verde, tipico della zona, da valentissimi artigiani locali.

Bellissimi i lavatoi, sempre di tufo verde, posti fuori la casa dei coloni, antichi padroni incontrastati di uno spicco di paradiso, dove si trova anche un anfiteatro naturale, circondato ad emiciclo dalle “parracine” di pietre verdi, risparmiato ai vitigni, proprio per dare uno sfogo ed una forma architettonica al naturale anfiteatro che si affaccia a mo’ di un gigantesco balcone sulla baia di Citara, e sembra che questo sito meraviglioso si appropri della baia stessa. Da qui, quando spira il libeccio, si può notare il bianco vapore aqueo proveniente dalle sorgenti termali dei Giardini Poseidon sottostanti, che forma una specie di nebbiolina che avvolge tutto il promontorio di punta Imperatore, tanto somigliante al Monte Conero di Ancona. In questo contesto ho visto come il grande cuoco, ormai conosciuto da tutti, Gianfranco Vissani, amico di vecchia data di Bruno Muratori, ma che veniva nella Tenuta per la prima volta, si sia subito trovato a suo agio ed abbia più volte espresso dei meravigliati complimenti allo stesso per l’immane fatica ed il grande investimento che ha riportato quello che era diventato un gigantesco monte di rovi al suo antico splendore di un moderno impianto enologico. Anche l’altrettanto noto volto televisivo Beppe Bigazzi, che nella prima parte della sua vita, ha ricoperto incarichi importantissimi, tra Banca d’Italia ed il Gruppo Eni, ed ora notissimo scrittore nel campo enogastronomico, che è rimasto estasiato di questa grande realizzazione dei F.lli Muratori, intrattenendosi in un lungo colloquio con Bruno Muratori e Francesco Iacono. Il sorprendente cartoonist Sergio Staino, che ha voluto scendere con Silvia d’Ambra nella fossa dei conigli, e controllare nei minimi dettagli le quattro buche poste ai lati cardinali della fossa provando a chiudere le porticine di legno che funzionano per caduta, come una specie di ghigliottina. Ricordiamo che Staino è lo storico fondatore dell’associazione Slow Food, che va annoverando sempre più iscritti in tutta Italia. L’incontro, anche se informale, è stato molto significativo, perché ha visto riunirsi in un posto unico nel suo genere, veri amanti e professionisti del buon vivere, una industria tipicamente italiana, che nessuno potrà mai e poi mai imitare o contraffare e rubarci, talmente noi siamo bravi nel sapere interpretare e riconoscere le buone cose che la natura, malgrado i tanti guasti procurati da tanti vandali, continua a regalarci a piene mani. Speriamo che questi incontri diventino sempre più ravvicinati nel tempo, ed io sommessamente propongo alla proprietà qualche manifestazione nel periodo estivo, nel grande anfiteatro naturale all’aperto sopra descritto, che sembra essere fatto apposta per la messa in scena di grandi eventi .

Lavatoi scavati nel tufo verdeBigazzi in cantinaVissani prova del mosto