L'inizio della stampa locale sul modello de "Il Mondo"
Mi definisco uno studioso di Storia Contemporanea. La trovo più affascinante di quella Moderna ed Antica. Fisso come data di inizio della “ stampa locale” nell’ isola d’ Ischia il 1970 con la nascita del quindicinale sportivo “ La Tribuna Sportiva dell’ isola d’ Ischia” che aveva Francesco Degni come direttore responsabile e Mario Cioffi, corrispondente del “ Corriere dello Sport”, come direttore di fatto. C’era l’ obbligo di legge di trovare un iscritto all’ ordine dei giornalisti.Ischia aveva solo due iscritti all’ “ elenco pubblicisti.
Fisso quella data – 1970 - perché da allora la stampa locale non è più scomparsa. Hanno chiuso e riaperto testate ma “ il giornale locale” da allora non è più andato via Ci sono testate e tentativi prima del 1970 ma erano episodici. Significativi i “ numeri unici” della metà degli anni ‘ 60 di giovani studenti. Segnalo “ Ischia ‘ 67”.
Anche questo comunque è Storia Contemporanea. Comincio dalla mia storia personale. Comincio a scrivere sul giornale locale proprio nel 1970.
Ho cominciato a fare il giornalista molto giovane così come la politica. Le due cose hanno marciato insieme. Ho una cultura “liberale” ( il termine è complesso nello stesso tempo politico e culturale) profondamente radicata che mi porta a definirmi – ieri ed oggi – “ anticlericale” piuttosto che “ laico” e quando intervistai il prof. Edoardo Malagoli nel 1987 e lo definii “ laico ed anticlericale” mi fece cancellare “ anticlericale” e mantenere il solo “ laico”. Ma la Chiesi di Ischia degli anni ‘ 60 e ‘ 70 era profondamente conservatrice.
E’ forse proprio questa netta separazione tra Stato e Chiesa che mi spinse a 20 anni ad una “estensione” del liberalismo verso il socialismo che però fosse anche “ liberale” e da qui la mia passione per la vita e l’ opera di Carlo Rosselli ( 1899-1937).
Non ero solo in questa ricerca della “ Terza Via” negli anni ’60 della contestazione giovanile. Il punto di riferimento non era un partito perché il Partito Socialista Italiano nel mentre andava al Governo con la DC, cioè i “ clericali”, non tranciava i legami con il comunismo completamente diventando una “ federazione di correnti” da Nenni a Lombardi , il Partito Liberale di Giovanni Malagodi si presentava come “ destra costituzionale” dopo aver fatto la stampella della DC per vent’anni mentre il PRI di La Malfa richiamava alla concretezza dei programmi in un tempo in cui il massimalismo di “ tutto e subito” imperava.
Il punto di riferimento di una “ Terza Via” era un giornale. Un settimanale che vendeva poche copie e che era stato fondato da Mario Pannunzio nel 1949. Si chiamava “ Il Mondo”. Ebbe vita breve. Dal 1949 al 1966. Fu ripreso nel 1972 da Arrigo Benedetti fino a scomparire del tutto.
Ma da “ Il Mondo” nacquero nel 1958 “ L’ Espresso” e nel 1976 “ La Repubblica” e dopo 40 anni “ La Repubblica” è oggi il più diffuso quotidiano italiano che dal primo numero si dichiarò “ laico” e fautore di una “ Terza Via”. Faceva una scelta di campo.
Da allora è il mio giornale, il mio modello di giornale dove, per dirla con Norberto Bobbio, il più autorevole esponente del socialismo liberale in epoca repubblicana, “ si diffondono dubbi e non si raccolgono certezze”.
“ La Repubblica” sfatava il mito dell’ “ obiettività, l’ imparzialità, la neutralità” ma si sapeva fare la “ cronaca”, il sale del giornale. Avvicinava il proprio lettore alla “ scienza triste”, l’ Economia Politica, ed il grande merito di Eugenio Scalfari è di aver reso “ popolare” l’ Economia e la Finanza.
“ La Repubblica” è impostata come “ Il Mondo” di Pannunzio o di Benedetti con l’ ambizione di diventare strumento metapolitico per una “ Repubblica Costituzionale”, per una lotta politica civile dove il confronto è tra persone civili.
Così mentre “ Il Mondo” faceva convegni sulle grandi riforme da fare negli anni 50’ e ‘ 60 – oggi quelle battaglie civili sono raccolte in volumi di storia – “ La Repubblica” organizza eventi di grande partecipazione “ La Repubblica delle Idee” come se fosse un partito, un movimento civile, una associazione culturale. Il filo che lega la prima con la seconda repubblica – la prima con i partiti “ solidi” e la seconda con quelli “ liquidi” – è il giornale di Eugenio Scalfari che ha 91 anni e che continua a scrivere.
I fatti separati dalle opinioni e la democrazia avanzata de “ Il Giornale d’ Ischia”
Ho cominciato a scrivere con la “ Tribuna Sportiva” di Mario Cioffi nel 1970 ma la lasciai agli inizi del 1972 perché ritenevo che Ischia avesse bisogno di un giornale di “ informazione generale” . Più Politica e meno Sport. Passai a “ Il giornale d’ Ischia” che Franco Conte aveva fondato un anno prima. E’ lì che ho cominciato a fare il “giornalista” o meglio il “ lavoratore dell’ informazione” - con una cultura “ tecnica” - economica e commerciale - non “classica” ma il mio Preside Scoti diceva che la “ Cultura non ha bisogno di aggettivi qualificativi” Cominciai a comprare “ Il Mondo” di Arrigo Benedetti con “ Panorama” di Lamberto Sechi – che leggevo dai tempi di scuola quando era mensile - ed il suo magnifico slogan: “ i fatti separati dalle opinioni”. Anche “ Il giornale d’ Ischia” ebbe vita breve. Cinque anni. Fu chiuso nel giugno 1975. Ma ebbe una vita culturale intensissima. Più Idee che piombo.
Con Franco Conte, morto improvvisamente nel 1988 a 50 anni dopo due esperienze in Canada , ho avuto un irripetibile legale culturale, politico, professionale e umano. Volevamo fare “ Il Mondo” ad Ischia ma con un disegno di quella che chiamavo la “ democrazia avanzata” includendo anche correnti della DC e da qui il nostro appoggio ad Enzo Mazzella ed a quello che Enzo chiamava “ il Gruppo del ‘ 72”.
Nel “ Giornale d’ Ischia” sono entrato da “ collaboratore”, sono cresciuto come “ redattore” ed ancora “ redattore capo” fino a concludere come “ direttore responsabile” con l’ editoriale nel numero 4 anno V del 18-25 aprile 1975 “ Nulla cambia” e nella gerenza al numero due dopo Franco Conte, direttore editoriale,che non era iscritto all’ ordine dei giornalisti perché lo contestava, non perché me lo aveva chiesto Franco ma perché io decisi così. Il Maestro era lui.
Una Editoria Locale oggi
Quella collezione oggi – se qualcuno ne ha una raccolta completa, la mia che conservo è solo parziale, e Benedetto Valentino promotore del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo con il fratello Elio stanno allestendo una Emeroteca della Stampa Locale – potrebbe essere fondamentale per indicare e programmare un METODO di confronto civile. Addirittura una EDITORIA CIVILE.
Perché se tutto cambia niente è nuovo sotto il sole. Non può “ rinascere” il settimanale di Pannunzio e di Benedetti ma quello “ spirito innovatore” è stato portato avanti da Scalfari e dal suo gruppo di amici allargatosi al punto da farne un metodo che molti vorrebbero adottare o copiare. Ma nello stesso tempo facendo impresa cioè utili d’ azienda.
Anche sul piano locale dovrebbe rinascere questo tipo di vecchio giornalismo NON partitico ma metapolitico cioè con un autentico spirito liberale facendo naturalmente tesoro delle luci e delle ombre della stampa locale in questi 46 anni di ininterrotta presenza. Facendo tesoro dell’ esperienza giornalistica ed editoriale de “ Il Golfo” di Domenico Di Meglio e di Antonio Pinto. Antonio e Domenico avevano un’altra impostazione culturale. Il primo democristiano ed il secondo fascista.
Ma Domenico è stato un fascista complesso quasi “ rivoluzionario” ed i suoi scritti ,parzialmente contenuti nel suo libro “ Sussurri e grida”, che racchiudono un tempo di 39 anni meritano un’ampia riflessione. Domenico non voleva fare un giornale per pochi ma per molti. Un giornalismo “ popolare” ma con un’ampia apertura.
Questi due Amici sono stati capaci di costruire una “ AZIENDA EDITORIALE E CULTURALE” in poco più di 15 anni. Lo hanno fatto con una politica aziendale di autofinanziamento e di duri sacrifici per il direttore ed i pochi redattori a tempo pieno.
Se “ Il Giornale d’ Ischia” può avere il merito di avere iniziato una editoria tradizionale con soci- finanziatori ( ma poi ha chiuso) l’ “ Editoriale Ischia” ha il merito di aver realizzato una impresa editoriale ( che poi ha altrettanto chiuso).Non credo che oggi sia ripetibile il modello adottato da Domenico Di Meglio e Antonio Pinto.
I primi 10 anni de “ Il Golfo” – 1989-1999 con 115 nomi
Il volume speciale per i 10 anni de “ Il Golfo” nel 1999 costituisce a mio parere una documentazione eccezionale per giudicare il livello al quale era giunta l’ editoria locale nell’ isola d’ Ischia. 80 pagine.
Decine di nomi. Testimonianze. Il racconto della stampa locale nel corso del XX secolo dell’ avv. Nino d’Ambra. La tesi di laurea di Rosa Polito. Uno spaccato completo C’è una pagina – la n.12 – dedicata ai “ protagonisti de Il Golfo”. Sono segnati 115 nomi.
Una direzione costituita da tre persone,una redazione centrale di cinque persone, una redazione generale di sette persone, un servizio grafico, segreteria,fotografi,disegnatore, di sette persone, una tipografia - Ischia Print s.r.l. – che dava lavoro a 4 persone a tempo pieno , un elenco di oltre 70 collaboratori ed opinionisti.
A pag. 62 c’è l’ intervento per i 500 numeri de “ Il settimanale d’ Ischia” del prof. Edoardo Malagoli sul “ ruolo della stampa locale in una società squilibrata” che costituisce un vero e proprio viatico sulla stampa locale. A pag. 11 c’ è il documento che “ indica la linea politica ed editoriale de IL GOLFO”.
I primi tre anni de “ Il Giornale d’ Ischia” 1971-1973
Ho conservato anche un documento di promozione de IL GIORNALE D’ISCHIA” del 1973 dal titolo “ E’ un fatto” che è, come dire, testimonianza di un tentativo di editoria locale. Queste due esperienze per motivazioni che qui non vengono esaminate sono state concluse e sono consegnate alla storia.
Così come è un’altra esperienza quella della Cooperativa di Giornalisti costituita da 9 redattore de Il Golfo” dopo lo scioglimento delle società “ Editoriale Ischia” ed “ Ischia Print”. I fatti recenti dell’ editoria locale richiedono altri interventi.
Il tentativo di una Associazione della Stampa ( 1986-1994)
Non c’è libertà di stampa se non c’è libertà dal bisogno di sopravvivenza. Non solo è necessario fare una “ Storia Contemporanea” della “ stampa locale” ma è necessario farne un’altra sulla “ Editoria” e cioè l’ eterno problema del giusto o minimo compenso ai giornalisti che vi lavorano al tempo di una spaventosa crisi economica nazionale e locale.
Dal 1986 al 1994 promuovemmo l’Associazione della Stampa delle isole di Ischia e Procida. Cioè sostanzialmente un tentativo di “ sindacato dei giornalisti locali” che fosse capace anche di “ formare” i nuovi giornalisti con quelli che poi sono stati chiamati i “ corsi di formazione” adottati da ogni ordine professionale.
Ricordo i convegni con Giovanni Russo e con Piero Ottone. Le conferenze stampa di fine d’ anno con i sindaci. L’ Assostampa voleva anche trovare lavoro per i giornalisti locali – arrivammo ad oltre 50 iscritti all’ ordine nell’ elenco pubblicisti - e si aprivano prospettive per l’ obbligo per i Comuni di dotarsi di Uffici Relazioni con il Pubblico ( URP) con l’ ennesima legge italiana inapplicata la n.150/2000 che faceva nascere una nuova figura professionale: il “ comunicatore”.
Anche lesperienza dell’ Assostampa fu chiusa per un personalismo interno ad una categoria nascente e non consolidata nonostante il ruolo di “ pontiere” svolto da Gianni Vuoso.
La grande e la piccola editoria
“ La Repubblica” può fare quello che fa per la consistenza economica e finanziaria del primo gruppo italiano. Un piccolo giornale non può farlo. Ma la vera scommessa, il vero indice di “ maturità economica” dell’ isola d’ Ischia con 3mila imprese e 6mila partite IVA oltre i piccoli e sporadici convegni di facciata come quello di Lacco Ameno al Regina Isabella del 20 maggio 2016 o il “ Centro Studi sullo sviluppo sostenibile”, E’ QUESTA!
Conclusioni al tempo di internet e dei partiti liquidi: una Associazione della Stampa
Queste considerazioni mi sono venute alla penna di fronte sia ad un tentativo locale di riprendere quel clima civile degli anni ‘ 70 avviato da “ Il giornale d’ Ischia” chiaramente velleitario e con una arbitraria rivendicazione perché quel clima civile non esiste più e comunque il tentativo avrebbe senso e validità se fosse un direttore di giornale locale a proporlo definendo se stesso ed il suo giornale sia all’ iniziativa della redazione napoletana di Repubblica del numero monografico dei “ Quaderni della Fondazione Rosselli” dedicato a Napoli proprio in occasione della campagna elettorale.
Quel volume con 40 interventi per Napoli nella rivista diretta da Valdo Spini, socialista liberale, valdese, e coordinato da Ottavio Ragone, capo della redazione napoletana di Repubblica di chiara cultura laica,è la prova della necessità di elevare la Politica anche nella città di Napoli con un confronto sulle Idee ed i Programmi eliminando gli insulti e le minacce che stanno avvenendo nella campagna elettorale per il Comune di Napoli tra i vari candidati-sindaci. Ma il “ Quaderno” ha salde radici alle spalle.
Due esperienze culturali e politiche unite da uno stesso impegno da oltre sessant’anni!!!!!
E’ tempo a mio parere di fare qualcosa di simile nell’ isola d’ Ischia sulla scia delle esperienze editoriali passate e farlo al tempo di internet e dei “ partiti liquidi”.
Qui dobbiamo definire un nuovo modello di sviluppo ed un nuovo assetto istituzionale. Il modello è lo “ sviluppo programmato” e dobbiamo diffondere la “ finanza di territorio”, il buon utilizzo dei fondi europei del piano 2014- 2020, trovare nuovi interlocutori istituzionali che si chiamano Regione Campania, Città Metropolitana, Agenzia per la Coesione Territoriale, INVITALIA, Sviluppo Campania, nell’ attesa di un assetto istituzionale che è un UNICO COMUNE. Qui dobbiamo completamente ricostruire la classe dirigente della Politica e dell’ Economia.
Ritrovare una etica pubblica. Ridare rappresentatività alle associazioni delle categorie produttive ed alle forze sociali. Dare un poco di consistenza alla “ liquidità” dei nuovi partiti della Seconda Repubblica in vista della Terza che uscirà dal voto referendario di dicembre .
Non è impresa facile e soprattutto è un’impresa che spetta ai giovani soprattutto ai giovani giornalisti che dovrebbero ricostruire una Associazione della Stampa delle Isole di Ischia e Procida proprio con lo stesso spirito con il quale noi la costituimmo nel 1986 evitando naturalmente i nostri errori.
Una Assostampa che sia da un lato capace di “ professionalizzare” chi lavora nell’informazione oggi alluvionata da facebook con molte ragioni ad Umberto Eco che affermò che i social hanno dato il diritto di parola anche agli imbecilli e dall’ altro di essere “ sindacato” con le richieste di dignitosa remunerazione di un lavoro da parte di un visibile editore con un chiaro indirizzo editoriale e politico.
L’ autorevolezza di un giornale e di un giornalista si conquistano con una etica professionale, con una saldezza culturale, con una capacità ed una autonomia di dire NO quando l’ editore dichiarato vuole trasformare il giornale o il foglio in un ridicolo strumento promozionale di una risibile classe dirigente la cui inconsistenza o inadeguatezza emerge proprio dalle dichiarazioni stesse fuori dalla logica elementare e dalla elementare competenza che deve avere un pubblico amministratore in un momento di crisi economica, finanziaria, sociale e civile che definire drammatica è un eufemismo.
Ma come ammonì il prof. Malagoli nell’ intervento per i 500 numeri de “ Il settimanale d’ Ischia” riportato nel libro dei 10 anni de “ Il Golfo” “ chi si fa convinto della bontà di un fine sa trovare anche i mezzi e le forme per la sua attuazione” ( pag.62-dieci anni -1999).
La dignità professionale deve essere mantenuta insieme alla giusta remunerazione perché questo è il ruolo del “ sindacato”. Mi rendo conto che oggi per i giovani è più difficile di ieri. Il mio dovere di vecchio cronista è dar loro una mano se mi sarà chiesto di farlo.
Ma se non si riscopre l’ esperienza dei “ pionieri” - che indico in Franco Conte, Giuseppe Valentino, Domenico Di Meglio, Davide d’Ambra, Antonio e Michele Lubrano, Pino Buono, Raffaele Castagna perché ciascuno con le proprie idee è stato giornalista-editore - divento pessimista per il presente ed il futuro della stampa locale.
Un “ buon giornale” sia esso “ nazionale” o “ regionale” o “ locale” lo si fa ancora con la lezione di Piero Ottone contenuta nel suo libro del 1987 che si chiude con una considerazione esemplare: “ La stampa è la spina dorsale di una nazione; è lo strumento che raccorda i suoi centri nervosi e crea la coscienza nazionale.
Una stampa efficiente, solida, robusta, è una spina dorsale che tiene eretto il corpo, in mezzo a tutte le vicissitudini e a tutte le bufere; una stampa debole e rachitica è una spina dorsale gracile, che facilmente si piega e diventa sempre più esile fino a scomparire”.
Casamicciola, 21 maggio 2016-05- 20 – prima edizione
Casamicciola, 19 ottobre 2016 – seconda edizione
Giuseppe Mazzella, 67 anni, giornalista iscritto all’ ordine elenco pubblicisti dal 1972. E’ stato direttore de “ Il Giornale d’ Ischia” ( 1975), collaboratore per oltre trent’anni de “ Il settimanale d’ Ischia” e de “ Il Golfo”, corrispondente da Ischia e Procida dell’ ANSA dal 1984 al 2006, responsabile dell’ ufficio stampa della Provincia di Napoli dal 1976 al 2001. E’ stato presidente dell’Associazione della Stampa delle Isole di Ischia e Procida ( 1986-1994) e presidente del Centro Studi su l’ isola d’ Ischia ( 2000-2008). Sui interventi sono apparsi di recente su “ Il Dispari” e sul periodico telematico “ il Napoletano”.Ha studiato economia e commercio e scienze politiche .