L’Oceano è fatto di tante gocce, la Terra è fatta di tanti granelli... In mezzo c’è l’Uomo, miliardi di Uomini, che, uno per uno, formano il Mondo. Insieme, singolarmente, possono salvarlo. Come scrisse Dumas: «Tutti per uno, uno per tutti». Con questa convinzione la condotta Slow Food di Ischia e Procida organizza: Per chi suona la Campania Venerdì 21, sabato 22, domenica 23 maggio.Tutti per uno, uno per tutti: è sempre con questa convinzione, che abbiamo inforcato la bicicletta e abbiamo girato, in lungo ed in largo, la Campania e paese per paese, città per città, borghi, villaggi, quartieri, contrade, vicoli, parchi, boschi…
Suonando il campanello, il tipico rumore delle antiche Bianchi, alla ricerca di vecchie identità, antichi sapori, saporite tradizioni, attirando le attenzioni di uomini e genti, che ancora sopravvivono alla moderna sopraffazione tecnologica, alla velocizzazione della propria quotidianità. Quel “suono di campanello” ha fermato il loro tempo e, come per incanto, è affiorato nei loro cuori un passato di sapori. Un passato con grande futuro: ci siamo accorti! Attenzione, non è un gioco di parole! Abbiamo incontrato giovani e vecchi che vivono e mangiano, ancora ora, “quel passato… quelle tradizioni”. Divorano e ci hanno fatto divorare Racconti e Sapori che ci hanno fatto sentire di casa. Abbiamo incontrato: le donne di Felitto che lavoravano la pasta al ferro. Poi, intere distese “rosse” per scoprire che erano Pomodori San Marzano (un antico seme recuperato alla banca semi della vecchia Cirio) e poco lontano campi immensi di carciofi, il violetto di Castellammare con il suo tipico cappuccio di creta, quando l’anticrittogamico chimico ancora non esisteva. Michele Ferrante, un uomo spumeggiante, a Controne, con i suoi fagioli. Luca Baldino, a Benevento, scopritore di questo dolce sconosciuto moscato del Baselice. E sempre in bicicletta siamo arrivati a Gaggiano (Sa) famosa per le sue Grotte di Pertosa e il Presepe vivente e qui, con grande meraviglia, abbiamo scoperto che ci sono altri carciofi, i carciofi di Pertosa, con colore e sapore diverso da quelli di Castellammare.
A Caserta conosciamo Liliana Lombardi e il suo Conciato Romano, un formaggio intenso e forte quanto intenso e forte è il carattere di Lei. Poi in Valle Telesina a S. Lorenzello (Cerreto) dove Gianna De Lucia ha recuperato i taralli che si fanno con acqua del fiume Literno, impastati con birra locale artigianale dei fratelli Lunardo ed olio di zona. EVVIVA!
Ma pedalando, pedalando diretto per gli imbarchi delle isole di Ischia e Procida, mi sono ricordato della Sanità, nel cuore di Napoli, il quartiere della vera napoletanità, conosciuto come malfamato, ma anche perché li c’era una casa speciale, quella di Totò, il principe della risata.
Il cibo di strada, i fritti di Timpani e Tempura, i carrettini con la sorbettiera. Ce li raccontano Antonio Tubelli e Pino Mandarano, due ex scugnizzi cresciuti: ora l’uno è un importante chef, e l’altro un importante psichiatra (….però, per essere malfamato, il quartiere ha prodotto bene). Ma scopriamo di più, conosciamo Adele, che fa parte di una cooperativa culturale: è preparatissima, e scopriamo le catacombe di San Gaudioso, di San Gennaro; incontriamo ancora “bellissime” ragazze di cucina addestrate all’arte dei fuochi, dall’amico Tubelli, e le sculture di Riccardo Dalisi, che ha coinvolto all’arte della scultura tanti ragazzi del quartiere. Una Sanità sana, insomma, e, diciamo che è stata una scoperta commovente!
La nostra pedalata continua verso le due isole di Procida e di Ischia, e sì perché la Campania comprende anche le isole. Ed è qui, ad Ischia, nel Parco Negombo, che abbiamo invitato tutti in una tre giorni che da sette anni festeggiano Le Giornate della Biodiversità. Ci incontreremo lì e ci diremo tutto, parlando, cucinando, provando, assaggiando. E un po’ meditando, sul suono del nostro campanello. Per chi suona, ancora?