Nel segno del Grand Tour, o meglio di quei luoghi della storia millenaria della Campania, che dal 1700 in poi, furono mete predilette di studio dei giovani delle aristocrazie europee per il completamento del loro percorso formativo, dai Campi Flegrei alle isole di Ischia, Procida e Capri, da Pompei ed Ercolano alle Costiere sorrentina ed
amalfitana, da Paestum e Velia al parco del Cilento e Vallo di Diano e alle zone interne, cambiano le strategie regionali per il rilancio del turismo nella nostra Regione, grazie all’avvento di Pasquale Sommese come Assessore al Turismo e ai Beni culturali. Pasquale Sommese, 57 anni di Cimitile in provincia di Napoli, è sposato e padre di due figli. Formatosi nell’Azione Cattolica, si è sempre dedicato al sociale, praticando i valori della solidarietà e della democrazia, pervaso da una grande passione politica che lo fa essere sempre presente dove ci sono problemi da risolvere, frequenta Ischia da tempo e tutt’ora ama venire nella nostra isola per ritemprarsi dalle fatiche del lavoro. Un amore che traspare evidente dall’intervista che, con la consueta gentilezza, ci ha voluto concedere.
Assessore Sommese, i luoghi del Gran Tour come grandi attrattori per il rilancio turistico della Campania?
“Sì, perché riteniamo che il binomio costa – beni culturali, ossia uno straordinario mare insieme con il museo a cielo aperto, rappresenti la caratteristica in grado di rilanciare il nostro turismo e quindi la nostra economia. E’ necessario integrare, fare sistema, mettere in rete i vari turismi che rappresentano la nostra regione. Insomma, questo museo a cielo aperto che è la Campania, può e deve essere una risorsa economica per i nostri territori. Per cogliere questa grande opportunità ci affidiamo innanzitutto alla capacità manageriale degli enti locali di rendere praticabile una buona proposta con le ristrettezze finanziarie. Ma non vogliamo sottrarci ai nostri compiti istituzionali. Tra questi vorrei subito sottolineare quello di coordinamento di piani che possano vedere applicate importanti sinergie. I grandi eventi in Campania continueranno ad esserci, ma la lista si riduce esclusivamente in virtù della valutazione di quali siano in grado di differenziarsi concretamente e quali invece capaci di mantenere un collegamento ideale e operativo tra di loro. Sarà necessario evitare lo spontaneismo fine a se stesso. D’altronde turismo integrato significa la capacità per gli enti locali di applicare politiche adeguate che sappiano riconoscere sui territori le potenzialità produttive nei vari filoni, dalle terme alle coste, dalla religiosità all’enogastronomia, dall’arte agli spettacoli, alle tradizioni popolari”.
Il Turismo ha bisogno di trasporti efficienti su tutto il territorio regionale! Come si può investire sull’industria dell’accoglienza contraendo la spesa per i collegamenti via terra e via mare?
“Nella crisi del settore hanno avuto un ruolo di primo piano le carenze del sistema mobilità, sia dall’estero verso i nostri territori sia all’interno della nostra regione. Per risalire la china bisogna mettere in campo politiche di premialità turistiche agendo sugli elementi che qualificano il prodotto. I servizi, la sicurezza, i trasporti, tutte variabili che, se trasformate, possono trasformare i semplici arrivi in presenze e quindi in pernottamenti. Solo se riusciamo a diventare un sistema territoriale completo per la vacanza possiamo essere in grado di offrire un prodotto estivo e invernale vincente. Solo se riusciamo a coniugare la modernità del fare sistema con la storia, la cultura e le vocazioni ambientali della nostra Campania il risultato sarà determinante per il successo del turismo regionale. E questo anche in previsione dell’Expo di Milano che potrebbe aumentare il divario Nord-Sud nel Nostro Paese qualora i flussi turistici si limitassero al quadrilatero Milano, Venezia, Firenze, Roma”.
Ischia è senza dubbio la più importante industria turistica della Campania, una delle più grandi del Meridione. Solo 10 anni fa Ischia intercettava il 33% dei turisti della Regione. Oggi solo il 15% su 22 milioni di arrivi. Come si può intervenire?
Dobbiamo lavorare sull’accoglienza, che è l’essenza stessa dell’esperienza turistica.
Purtroppo, a questo tema si dedica poca attenzione, poca progettualità e, di conseguenza, poche risorse. Io credo che il tema dell’accoglienza sia invece strategico e non accessorio.
Per affrontare adeguatamente il tema dell’accoglienza, infatti, occorre considerarlo non solo dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista culturale.
Il tema dell’accoglienza riguarda tutti: operatori turistici e residenti.
Da questo punto di vista ognuno ha un ruolo, ogni soggetto presente in un territorio contribuisce a rendere quel territorio più o meno accogliente ed unico.
E questo richiede progetti condivisi, formazione, e campagne di sensibilizzazione. Solo intervenendo su questi aspetti potremo risalire la china. E questo vale anche per la qualità dei servizi e per la sicurezza”.
L’isola d’Ischia, come Lei certamente sa, è ricca di grandi giacimenti culturali come il Castello Aragonese, la Torre di Michelangelo, il Museo Archeologico di Villa Arbusto, la Colombaia di Luchino Visconti, i Giardini de “La Mortella” che non sempre vengono promossi nel modo migliore. Quali strategie metterà in campo per valorizzarli e migliorarne la fruibilità?
“Ischia contiene in sé tutti gli elementi che caratterizzano i nostri turismi. Il termalismo, i beni culturali, gli eventi congressuali, il mare e l’enogastronomia. Solo se riusciamo a coniugare la modernità del fare sistema con la storia, la cultura e le vocazioni ambientali di quest’isola il risultato sarà determinante per il successo del turismo ischitano e dell’intera regione. E questo anche in previsione, come dicevo, dell’Expo di Milano che potrebbe aumentare il divario Nord-Sud nel Nostro Paese.
C’è un discreto movimento che invoca per Ischia il comune unico. Quale è la Sua posizione in qualità di Assessore Regionale?
“Credo che quella del Comune unico sia una scelta in capo ai cittadini dell’isola. Una scelta che deve coniugare i valori dell’appartenenza storica con quelli della democrazia”.
In conclusione quali interventi sta approntando per la programmazione turistica regionale futura e per Ischia per un effettivo rilancio turistico dei territori alla luce delle nostre eccellenze paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche?
“Sono consapevole che pensare di realizzare delle campagne di sensibilizzazione alle problematiche dell’ospitalità e del turismo, possa suonare strano a chi crede che le campagne si debbano fare solo verso i mercati della domanda, o a chi crede di vivere in un ambiente tradizionalmente ospitale, e fatica a rendersi conto che anche nei territori a più solida tradizione turistica non mancano comportamenti poco accoglienti, o addirittura fenomeni di antiturismo.
Ma il tema non può essere trascurato. E l’aspetto chiave che vorrei sottolineare è che il marketing dell’accoglienza è quello che costa di meno e rende di più. E’ sufficiente leggere una qualsiasi ricerca sul turismo per accorgersene. Le ricerche dimostrano che i motivi di scelta di una destinazione sono legati alle esperienze precedenti e al passaparola, quest’ultimo esploso ulteriormente con la rivoluzione della rete.
Per dare prospettive al turismo in un periodo di profonda crisi, noi Regione crediamo, anzi, siamo convinti, che possiamo fare per intero la nostra parte seguendo una rotta con la bussola che ci indica i quattro punti cardinali: programmazione, pianificazione, concertazione e quindi condivisione per finire al partenariato.
Saranno queste le direttrici da seguire per essere pronti a lanciare e a vincere la sfida del nostro turismo, anzi, la sfida dei turismi della nostra Campania”.