Mi è rimasta impressa la dichiarazione, all’indomani dell’elezione del presidente francese Macron, del drammaturgo Jean Claude Carrière: “il potere politico è potere solo di nome. Da numerosi studi è assodato che non può influire che per il 4% sugli orientamenti d’un Paese; il resto il Paese se lo fa da sé”.
Così sono andato a rileggermi un mio pezzo apparso su “Il Golfo” il 12 marzo 1995 cioè oltre 22 anni fa dal titolo “Fine della Geografia” e contenuto nel mio libro “Ischia,l’isola che non c’è” del 1999.
Traevo spunto da un’altra dichiarazione per un commento sullo sviluppo. Di Richard O’ Brien, capo economista dell'American Express Bank che affermava che è un “mondo meraviglioso”, quello della finanza internazionale, poiché “i capitali premiano e puniscono ora l’economia di un Paese ora quella di un altro. Secondo O’ Brien è “finita la geografia” perché il danaro va in tutto il mondo dove trova una remunerazione.
“I governi hanno perso molti privilegi – spiegava O’ Brien –soprattutto gli Stati non possono più spendere come credono se non vogliono essere penalizzati dai mercati. Hanno bisogno di attrarre capitali ma devono competere con altri per dividersi il risparmio disponibile”. Mi dichiaravo allora – 22 anni fa – concorde con l’economista americano e prendevo atto della globalizzazione cercando di vederne gli aspetti positivi. Nell’articolo ritenevo ormai superate le distinzioni tra “destra” e “sinistra” alla luce della politica economica e finanziaria e per la nostra realtà dell’isola d’Ischia sottolineavo che dobbiamo confrontarci “in questi termini perché “il mondo meraviglioso dei grandi flussi finanziari” continuerà a vivere anche senza di noi”.
Queste osservazioni mi sono venute alla mentre guardando dal mio terrazzo “privilegiato” – uno dei panorami più belli di Casamicciola e forse del mondo tale che faceva dire ad una scrittrice inglese di inizio ‘900 che chi ha la fortuna di vivere qui non ha diritto al Paradiso perché lo ha già avuto su questa terra – la “Marina di Casamicciola” che va dalla Piazza omonima a Punta Perrone. E’ un panorama animato da macchine e moto che scorrono, da natanti che entrano ed escono dal Porto, da persone in arrivo e partenza, da suoni e musiche dalla Piazza e nelle notte di Ferragosto da magnifici fuochi da Punta Perrone di alberghi e ville. E’ un “panorama vivente” dove la natura sposa l’umanità e da qui che vedo il “movimento” di Casamicciola e ne immagino l’ulteriore sviluppo o la razionalizzazione di quello che già c’è.
E’ un Panorama nato da quella che l’arch. Ilia Delizia, docente di restauro ai monumenti alla Federico II per oltre 30 anni e scrupolosa storica dell’isola d’Ischia, chiama la “Ricostruzione mancata” dopo il terremoto del 28 luglio 1883. Si vedono infatti i due “Rioni della Marina” dove fu “spostato” il popolo strappato alle colline del Majo e di La Rita e quelle che oggi sono le macerie del complesso Pio Monte della Misericordia ed il “gigante ferito” del complesso ex-Capricho de Calise.
Così vedo l’”espansione” di oggi con il porto commerciale e turistico abbastanza avviato ed ancora il “porticciuolo turistico” nella rada del Pio Monte della Misericordia con i suoi pontili “provvisori”.
Ritengo – da anni – Casamicciola l’area “industriale” in crisi dell’isola d’Ischia dove ci sono molte ferite nel suo tessuto urbanistico, economico, sociale, civile (ne ho contate almeno 16 e trasformate in altrettanti punti nella proposta vecchia di 5 anni ed esposta in almeno 5 convegni con l'Osservatorio sui fenomeni socio.economci di Ischia (OSIS) ed il Comitato Colibì) che impediscono una compiuta massimizzazione delle potenzialità di vivibilità di una popolazione di oltre 8mila abitanti con una ricettività turistica di circa 10mila posti-letto.
L’economia “fa da sé” ha “trasformato” Casamicciola da “cittadina delle terme” a “cittadina del porto” ed è la Marina ormai il centro o il cuore delle sue attività turistiche. Il Majo – il centro del paese prima del terremoto del 1883 – è ormai estrema periferia mentre la Piazza dei Bagni del Gurgitello ha perso la sua centralità. E’ piazzetta secondaria e non principale del tessuto economico e sociale. Un tempo – fino a 50 anni fa – Piazza “dei Bagni del Gurgitello” era il centro di tutta l’attività dell’“industria delle terme” con almeno 10 stabilimenti termali e con un buon indotto commerciale.
Le Terme appaiono oggi – dopo l’abbandono del Bacino di La Rita ridotto oggi ad “archeologia industriale e del complesso-pilota del Pio Monte della Misericordia chiuso nel 1973 ed in macerie da oltre 40 anni! – l’attività del tutto secondaria di Casamicciola che dal 1956 – in piena espansione “termale” dell’intera isola d’Ischia ha il termine “Terme” aggiunto nel suo nome proposto allora dalla classe politica quasi a “difesa” di una primogenitura.
Il Porto, la sua attività commerciale e da diporto con l’indotto commerciale del neo-nato “corso” che non esisteva appena 15 anni fa con le due corsie della strada principale ex-statale, è diventata l’attività preminente della cittadina. E’ comunque buon segno che un imprenditore ischitano, Antonio Pinto della “Ambrosino Petroli”, acquisti le quote del concessionario regionale “Cala degli Aragonesi” e decida di investire qui. E’ un esempio POSITIVO di un “marketing territoriale” all’interno dell’isola d’Ischia e di quella “economia che fa da sé” di cui parlava Carrière nel 2017 e O’ Brien nel 1995.
Ma proprio questa “economia che fa da sé” ha qui bisogno di una Politica Pubblica per lo Sviluppo capace di risolvere i problemi “infrastrutturali” e “strutturali” come i parcheggi, l’utilizzazione per nuovi fini del Pio Monte della Misericordia e dell’ex-Capricho de Calise. E’ proprio qui che la Pianificazione Possibile unita alla Programmazione Economica manifesta la sua indispensabilità come necessario sostegno all’imprenditoria privata, come intervento diretto pubblico di riequilibrio, come ordinato sviluppo urbanistico.
Da qui la necessità di una adeguata classe dirigente del Comune perché è al Comune che spetta la Programmazione urbanistica ed economica e la speranza di un “rinnovamento di se stessa” nell’impossibilità di un normale ricambio – pur necessario – poiché la cittadina non ha più passione civile con partiti organizzati, associazioni volontaristiche ed imprenditoriali. Da anni non esiste più l’ASCOM o l’Associazione locale dei Termalisti.
Non ritengo che sia il caso di abusare di nuovo del termine impegnativo di “Rinascita” – del quale si è fatto cattivo uso da almeno 20 anni con tre o quattro liste civiche con i Ferrandino, Arnaldo e Giosy, con esiti deludenti - ma di utilizzare il termine “ripresa” perché comunque l’intera comunità è viva e non spenta.
Ma una “ripresa” richiede l’impegno diretto dell’imprenditoria: degli albergatori, dei commercianti, dei servizi. Un impegno diretto degli uomini e delle donne di “ Cultura” che se ci sono battessero un colpo. La Cultura non è solo “Istruzione” ma vita pratica dove la Teoria viene applicata.
Agosto registra il gran pieno comunque. Ma un anno dura 12 mesi e non uno soltanto. Fra un mese avremo il problema delle scuole, della mensa scolastica, del trasporto degli alunni ed ogni mese avremo la rata della cartella della tassa per la spazzatura oltre alla asfissiante pressione fiscale dello Stato sulle piccole imprese e sulle famiglie.
Se c’è una stanchezza in molti cittadini è la “provvisorietà definitiva” che nel tempo lungo toglie la felicità alla vita e la felicità è un Diritto come magnificamente scrisse Jefferson nella dichiarazione di indipendenza delle 13 colonie americane.
Nel 1776.