In attesa che la stagione turistica esploda dopo questo periodo di stasi dovuto all'incertezza dei tempi e alla recessione economica, Ischia deve oggi fare i conti con quella che dovrà essere la sua nuova immagine agli occhi del mondo. Bisogna riprogettare il turismo dell'Isola! Non si può più perdere tempo in attesa di stagioni migliori! Bisogna investire sul paesaggio e sull'ambiente incontaminato che, ad Ischia, ancora esiste e deve servire da traino per bonificare la violenza perpetrata da anni sul verde isolano. Se Ischia è
considerata da tutti l'Isola Verde per eccellenza deve fermare il sacco del territorio che, negli ultimi anni trascorsi tra i condoni, ha provocato la cementificazione selvaggia di alcuni dei suoi angoli più belli! E a guardarla dalla cima dell'Epomeo, nell'incanto che l'ha resa famosa nei secoli, ben si comprende perché Ischia si sia guadagnata questo appellativo di Isola Verde, in quanto una fitta coltre di vegetazione fascia i fianchi dei suoi monti, si insinua nelle gole più impervie, ricopre i dolci declivi delle colline e si spinge fin sulla costa, lì dove la terra incontra il mare.
Maestoso e imponente il monte Epomeo sembra vegliare sull'Isola come un nume tutelare. Dalla sua vetta si offre allo sguardo una visione unica del golfo di Napoli, cantato dai poeti fin dall'antichità. Per godere del fascino di questo spettacolo tanti s'inerpicano per i ripidi sentieri, lungo le pendici del monte, tra i boschi di castagni, fino ad un antico rifugio scavato nella roccia. I castagni dominano le alture ischitane, dove proteggono con la loro ombra un esuberante sottobosco di essenze spontanee. Basterebbe un'unica passeggiata in questi luoghi incantati, dove ritrovare le suggestioni di una natura davvero incontaminata, per capire l'essenza della terra ischitana, una terra rigogliosa e verdeggiante che è senza dubbio il valore aggiunto su cui puntare per il rilancio effettivo del turismo ischitano.
Basta seguire gli antichi sentieri per incontrare luoghi di ineguagliabile bellezza! Fino alla sua fascinosa campagna, modellata dal lavoro millenario di generazioni di uomini. Il suolo vulcanico ricco di minerali, fertilissimo, è stato da sempre il grande alleato del contadino ischitano, fin da quando i primi colonizzatori greci, otto secoli prima di Cristo, introdussero le coltivazioni dell'ulivo e della vite. E proprio la vite era destinata a diventare la coltura principale dell'Isola, sui rari terreni pianeggianti come sui rilievi, fin dove la pianta resisteva. E con i vitigni, mise salde radici anche la cultura del vino.
Del resto, le tradizioni vinicole sono tuttora vive sull'Isola e si manifestano nei tanti piccoli coltivatori che vinificano per la famiglia e nelle numerose aziende vinicole di consolidata tradizione che producono i famosi vini doc ischitani, apprezzati dagli intenditori ed esportati in tutto il mondo. E sulle tracce della cultura del vino ci si imbatte nell'Ischia meno conosciuta, che custodisce le tipiche case rurali, le antiche cantine e i cellai scavati nel tufo, i muri a secco di pietra. Gli itinerari prediletti per queste passeggiate nel verde toccano zone di alto valore ambientale che si affacciano spesso sui panorami più belli dell'Isola. Mentre la più genuina ospitalità ischitana è pronta, ancor'oggi, ad accogliere i visitatori, con degustazione del vino appena spillato dalla botte, accompagnato dai piatti tipici della cucina locale. Una cucina semplice, dai sapori genuini, esaltata dagli aromi delle erbe che crescono spontanee nei campi o tra le pietre di tufo, dove trionfa, immancabile, la specialità tipica dell'isola, il coniglio all'ischitana, preparato secondo una ricetta che si tramanda fedelmente da secoli!