Ischia News ed Eventi - Peppino di Capri e di Ischia/troppa finzione e poca storia

Peppino di Capri e di Ischia/troppa finzione e poca storia

Cinema
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Peppino di Capri e non di Ischia/ho visto con attenzione ed in religioso silenzio la "finction* sulla vita e l'opera di Peppino di Capri che è un giusto omaggio ad un artista che ha venduto 35 milioni di dischi in tutto il mondo con una carriera lunghissima di 80 anni.

Ha fatto innamorare generazioni di uomini e donne. L'ho intervistato due volte negli anni 70 agli inizi della mia attività giornalistica per "il giornale d'ischia". Peppino deve molto all'isola d'ischia dirimpettaia di capri. Arrivò nell'estate del 1958 al "rangio fellone" di Ugo calise e Sandro Petti con i primi 4 dei "Capri boys". Fu Al rangio fellone che fu visto da un funzionario della Carisch forse lo stesso manager Alberto. Fu al rangio fellone che Ugo Calise scrisse nun è peccato e gliela fece cantare. Solo dal 1959 divenne Peppino di Capri ed i suoi rockers ed il nome lo scelse il suo chitarrista Mario Cenci di Perugia di 10 anni più anziano di peppino paroliere e musicista ed autore di moltissime canzoni del periodo di maggior successo che va dal 1959 al 1965 con punte massime nel 1962. Peppino - che dal 1968 suonò con i nev rockers (non trovo la doppia v sulla tastierina) cioè con Raffaele ranffaldi all'organo haimond e Piero Braggi alla chitarra cioè sostituì il sax con l'organo elettronico per una inversione totale - nell'estate del 1968 stette 15 giorni di luglio al Castillo de Aragon e l'anno successivo 1969 addirittura un mese. Segno del suo peggior momento. A nord di Napoli non lo voleva più nessuno. Nel 69 andai molte volte al Castillo de Aragon. Ingresso e consumazione 2mila lire un euro di oggi. Peppino era "seconda Orchestra" in attesa della attrazione di prima grandezza come Mina. Il suo rilancio comincia da capri nel 1970 vincendo il festival di Napoli con la canzone di Mimmo di Francia mi chiamme ammore che scriverà per lui nel 1973 champagne. Capri ma anche Ischia sono nel destino di peppino e a dispetto del nome addirittura Ischia è più importante.
Ad Ischia Peppino è venuto ogni estate per almeno 50 anni e comunque fin quando ha avuto il suo complesso.
Nel 2006 scrissi un articolo bello su "Repubblica - Napoli" in prima pagina dicendo che dopo circa 50 anni peppino non veniva ad Ischia. Avevo preso il calendario sul suo sito internet non aggiornato. Successe un finemondo perché peppino rettifico che veniva al negombo. È stato amatissimo dagli ischitani. Tutti gli ischitani conoscono Capri. Ma pochi capresi Ischia. Uno dei maggiori storici di Capri, Raffaele Vacca che è di Anacapri cioè un "montanaro" come quelli della "piazzetta" chiamano di anacapresi, non è mai stato ad Ischia come mi disse oltre 30 anni quando andai a fare un servizio sulla villa di Axel Munthe la cui "storia di San Michele" avevo letto nel 1964 a 15 anni.
Roberta Stoppa la prima moglie l'ha conosciuta ad Ischia non a Roma. La fiction non dedica nemmeno una sola immagine ad Ischia mentre la dedica alla versilia. Tutte queste osservazioni si possono ricavare in due libri. Uno di geo Nocchetti di un decennio fa ed un altro recente sulla vita e l'opera di Mario Cenci al quale hanno contribuito in maniera fondamentale con il loro archivio le figlie di Mario patrizia ed Elisabetta Cenci. Quando un artista é ancora vivente ma esiste una documentazione storica del vessuto credo che anche un'opera di finzione ne debba tener conto per dare anche validità storica all'opera cinematografica. É una fiction che riceve il contributo della regione Campania approvato dalla speciale commissione. Ma una assenza storica così vistosa non è stata vista dalla commissione?
Comunque la fiction presenta bene l'uomo oltre l'artista, le sue due donne così diversamente importanti - forse è stata eccessiva l'immagine di Roberta come donna fatale - in due fasi della sua vita. Ottima la dedica a Giuliana dell'opera cinematografica. Tutto sommato un giusto omaggio ad un uomo eccezionale di un'epoca storica irripetibile. Ma storicamente per l'importanza del protagonista ottimamente interpretato dal giovane del gaudio meritava più precisione. Sarà per la prossima volta. Auguri Peppino.
G. M.