Ho scritto un libro pronto da circa un anno sul “sistema economico-sociale dell’isola d’Ischia: dall’espansione selvaggia (1970-1974) al tempo della globalizzazione (2002-2008) e l’ho titolato: “Ischia, luci e ombre sullo sviluppo”. E’ un lavoro che già nella premessa dico di non saper definire poiché se da un lato è un libro di “memorie” cioè su quel tema ricorrente in tutta la mia attività giornalistica ultratrentennale della speranza della “Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica” anche nella realtà locale dell’isola d’Ischia dall’altro è anche il tentativo di un primo studio sullo sviluppo economico e sociale della nostra isola nell’ultimo trentennio.
E’ già pronta la presentazione che mi ha voluto fare l’amico Franco Borgogna. Non è stato possibile pubblicarlo per motivazioni economiche perché non ha trovato un Editore disposto a pubblicarlo né altre sponsorizzazioni imprenditoriali che pur sono state chieste. Non credo che ci sarà occasione di pubblicarlo ma la lunga premessa sulla “funzione economica e sociale dell’Impresa al tempo del ‘68” dalla quale sono partito per il mio racconto e la mia analisi la si può trovare nello spazio “economia” del sito www.tesionline.it. Tuttavia la bozza è stata importante perché siamo partiti proprio da quella per lanciare con Franco Borgogna un “Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia” ( OS.I.S) che tenterà di applicare l’ammonimento di Luigi Einaudi, che Franco richiama nella presentazione, cioè “per deliberare bisogna conoscere”.
Probabilmente per i primi del prossimo anno ne stamperemo soltanto un centinaio di copie fotocopiate e le consegneremo ai poteri decidenti della politica e dell’economia.
Il capitolo sesto del libro è dedicato alla globalizzazione ed i nuovi mercati e riporta un mio intervento apparso su “Il Golfo” e sulla stampa telematica già nel 2005 dove sostengo che l’isola d’Ischia ha ormai raggiunto uno sviluppo “ipermaturo” e dedico al tema anche il capitolo nono riprendendo un intervento apparso nel 2008 sul “Corriere del Mezzogiorno”.
Definisco lo sviluppo “ipermaturo” perché già ai primi degli anni ‘70 lo sviluppo di Ischia era considerato “maturo” dagli analisti economici della Regione Campania nel quadro della politica regionale per le aree turistiche.
Fornisco i dati di questo sviluppo “ipermaturo”:
nell’isola d’Ischia sono iscritte alla Camera di Commercio 2.993 imprese; i posti-letto “ufficiali” sono 23.717; gli iscritti al Centro per l’Impiego circa 13mila con un movimento stagionale di 9.500 unità; l’offerta formativa dei soli 4 Istituti Scolastici Superiori è di 11 indirizzi; la popolazione scolastica della Media Superiore è di 3.272 alunni nell’anno scolastico 2008-2009; i diplomati dei 4 Istituti Superiori sono 511 nel 2008.
“Le statistiche, anche quando sono attendibili, non sono mai un buon sostituto delle idee” disse un arguto esperto inglese ma il prof. Domenico Piccolo, ordinario di Statistica alla Federico II nella premessa del suo testo: “Statistica per le decisioni” afferma che “la Statistica è una scienza onnipresente nella ricerca scientifica e nelle analisi sperimentali” e che “in tutte le situazioni nelle quali occorre assumere decisioni in condizioni di incertezza, la Statistica è un momento importante ed ineliminabile per la ricerca scientifica, le applicazioni della tecnologia, il monitoraggio e la valutazione dei sistemi complessi, la pianificazione economica o l’azione politica”. Dico nel libro che ho cercato di applicare sia la prima che la seconda considerazione.
E’ chiaro che se si condivide l’analisi sul sistema-Ischia “ipermaturo” bisogna adottare decisioni sul sistema istituzionale pubblico che è delineato in sei Comuni tutti con gli stessi poteri e con la presenza dell’ente-intermedio Provincia e della morente Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo sotto la Regia del Grosso Municipio o della Grossa Banca che è la Regione. Bisogna che anche il sistema economico privatistico di 2.993 imprese riscopra una “funzione sociale” non solo “economica”. Bisogna adottare decisioni sulle cosiddette “partecipate” che svolgono servizi essenziali per i Comuni – se ne contano almeno 8 nei 6 Comuni ed in più abbiamo il CISI-EVI per l’acquedotto.
Questo sistema istituzionale pubblico – proprio per l’efficienza, l’efficacia e l’economicità conclamata da tutti i “riformatori” della Pubblica Amministrazione di ogni colore politico da almeno 40 anni da Giannini a Cassese, da Frattini a Bassanini per chiudere con Brunetta – è ASSOLUTAMENTE INADEGUATO ANCHE IN TERMINI DI REALE DEMOCRAZIA AUTONOMISTICA.
Non so per quanti anni ancora dovremo discutere – inutilmente – su queste cose mentre avanza lo spettro della crisi turistica galoppante, della disoccupazione per chi già è inserito nel mondo del lavoro come “precario a vita” nel caso dei lavoratori degli alberghi e delle terme e della “inoccupazione” come si definisce il mancato inserito nel mondo del lavoro di almeno 510 diplomati ogni anno senza contare un altro centinaio di laureati.
"La tragedia di Casamicciola del 10 novembre ha fatto emergere l’inadeguatezza istituzionale ed ha fatto emergere anche l’“unità mediatica” dell’isola d’Ischia a dispetto dello spezzettamento amministrativo perché su tutti i giornali – scritti, parlati e sul Web – la tragedia è avvenuta ad “Ischia” e Casamicciola è stata considerata solo una località.
Quando questa estate è stata posta all’ex-sottosegretario Luigi Covatta, nostro concittadino foriano ma romano da una vita, da un giornalista del “Corriere del Mezzogiorno” la domanda sullo sviluppo “ipermaturo” Covatta ha osservato con acutezza che la linea di demarcazione tra il troppo Maturo ed il Marcio è molto breve.
Il pericolo imminente a mio giudizio per l’intera isola d’Ischia – dopo la tragedia di Casamicciola - è che la linea di demarcazione è stata superata e che la classe dirigente – della politica e dell’economia – si sta comportando come i marinai ed i passeggeri della nave che affonda che hanno ricevuto il comando fatale: si salvi chi può.