Le isole del golfo di Napoli - le cosiddette “perle del golfo” - decisamente non stanno vivendo il loro momento migliore. Soprattutto le maggiori, Capri e Ischia vivono delle criticitá ambientali (anche Procida non ne è esente. Negli ultimi giorni si è verificato un evento franoso che ha interessato una parte della spiaggia di Chiaia, fortunatamente senza conseguenze sulle persone).
Già nel 1999 il geografo Ernesto Mazzetti nel libro "Capri, Ischia Procida dal mito alla metropoli" metteva in evidenza l'evoluzione sociale e urbana avvenuta sulle isole grazie al turismo, in particolare quello di massa, e la ricerca di un “difficile equilibrio” natura e attività umane.
L’altro giorno (28 agosto ndr) sul quotidiano “Il Roma”, un fondo a firma del decano dei giornalisti campani Ermanno Corsi, "caprese” di adozione, significativamente intitolato “è meno azzurro il cielo di Capri” mette in evidenza l’“identitá perduta” e i “problemi aperti” dell’isola di Tiberio. Questi ultimi non riguardano il settore economico e commerciale, perché “per tutti i rami dell’accoglienza (sempre piú mestiere e sempre meno “arte”) i conti sono tornati”. E “le casse sono piene”.
Quali sono i “problemi aperti”? Leggiamo. “Una pagina nera. Senza se e senza ma è quella dell’ambiente, del paesaggio, degli abusi edilizi e dei cani antidroga in piazzetta. Speculazione e scempi hanno attraversato tutta la linea: dal Solaro al mare dalla costa a Via Krupp, dalla Grotta Azzurra ai Faraglioni al Salto di Tiberio, all’arco naturale”. E a ciò si aggiunge il nodo dei trasporti, sia marittimo (gli amministratori locali hanno definito l'isola “svantaggiata” e “disagiata”) che terrestre “nei 15 km di strade ci sono piú auto che abitanti”.
I discorsi dell’isola azzurra risuonano familiari nell’“isola verde”, o di Tifeo, per restare nel "mito". L'isola di mare e di terra, la colonia greca Pithecusae, la rinomata "stazione termale di cura, soggiorno e turismo", come si diceva un tempo, diversamente che a Capri, sente anche i morsi della crisi e non mancano i problemi per imprenditori e soprattutto lavoratori, non protetti adeguatamente dal sindacato. A ció si è aggiunto un 2017, "annus horribilis": siccitá e crisi idrica, roghi e infine il terremoto del 21 agosto (2 vittime, circa 2500 sfollati). Il tredicesimo terremoto dell'era volgare, 4.0 della scala Richter ad 1-2 km di profondità ricorda agli isolani la natura vulcanica del suolo (per approfondire "i 6 secondi che sconvolsero Ischia" di Giuseppe Mazzella). Proprio la natura di questa terra, se da un lato significa ricchezza di sorgenti termali e fertilità, bellezza dei panorami e diversitá di paesaggi – e microclimi - dall’altro la espone a movimenti sismici o idrogeologici, purtroppo anche con vittime (i piú recenti Monte Vezzi, Casamicciola, Olmitello).
Da queste brevi note si evince che per le isole dell’arcipelago partenopeo una riflessione si impone e un auspicio comportamenti piú consapevoli da parte di tutti.
La veritá è che in tutti questi anni di rincorsa allo “sviluppo” e alla “modernitá” si è stati ossessionati dalla ricerca della “cassa piena”, del profitto costi quello che costi, con l’occhio rivolto al termometro delle “presenze” e cosí distolto dal guardare la progressiva perdita della bellezza, né pronto a cogliere gli altri segnali della terra, con le sue caratteristiche fisiche e geografiche. E quindi? Gli abitanti e gli amanti delle isole dovrebbero per il futuro diventare piú geografi e più economisti, perché, come scriveva Franco Cassano “la chiave sta nel riguardare i luoghi, nel duplice senso di aver riguardo per loro e di tornare a guardarli”. Perció innanzitutto proviamo tutti a “riguardare i luoghi”. Poniamo un “ metodo” di “governo del territorio” e riscopriamo quello della concreta, possibile, seria “Pianificazione Territoriale” ed aggiungiamo ad essa la “Programmazione Economica” ritornando – nell’entusiasmo di nuove politiche economiche anche e soprattutto a livelli “locali” – a 60 anni fa perché non è un “libro dei sogni”. E’ una Strada Maestra per economie “mature” come quelle di Capri ed Ischia.
È un primo passo. Ma gli altri non arrivano senza il primo.