In una società sempre più dominata dal valore della produttività e dalla corsa frenetica verso il raggiungimento di obiettivi economici, è esemplare l'istituzione di un premio che abbia come scopo il miglioramento della qualità di vita del paziente e di coloro che se ne prendono cura.
È l'Alzheimer's Award, giunto alla sua IV edizione, fortemente promosso, voluto ed organizzato dalla Fondation Médéric Alzheimer e dall'Alzheimer's Disease International (ADI). Tale premio, consegnato a coloro che risultano conseguire i migliori interventi psicosociali, basati sulle evidenze dei pazienti affetti da demenza senile, coinvolge un altro aspetto della malattia, non più vista come condizione di disagio, ma come aumento del benessere dei soggetti che ne sono affetti.
Il bando, visionabile sul sito http://www.alz.co.uk/award, è disponibile dal 19 luglio al 10 dicembre 2011 e permette sia di condividere le migliori procedure esistenti sia di promuovere nuove cure.
Come analizzare la vita di un paziente affetto da Alzheimer? Considerando gli aspetti socio-psicologici della malattia, tra cui, ad esempio, l'influenza dei fattori ambientali e sociali sul comportamento e sulla mentalità degli individui. In sintesi, tale ricerca si basa sull'osservazione della relazione tra la personalità e la società.
I premi messi in palio, da notare che le proposte di progetto e i moduli devono essere inviati via e-mail entro la data di scadenza, ammontano a 18.000 euro per il miglior intervento basato sulle evidenze e a 7.000 euro per quello invece più promettente. Tali premi saranno consegnati durante la 27-esima Conferenza Internazionale dell'Alzheimer, che si terrà a Londra nel marzo 2012.
Una sindrome, l'Alzheimer, tra le più semplici forme di demenza senile, i cui sintomi maggiori sono disturbi progressivi che colpiscono la memoria, il ragionamento, il comportamento e la capacità di svolgere attività quotidiane. Ne consegue che l'inserimento del paziente nella società diviene sempre più difficile, considerata la vasta diffusione di tale patologia.
Secondo i dati presentati dall'ADI nel rapporto mondiale sull'Alzheimer, infatti, vi sono attualmente 35,6 milioni di persone affette da questa malattia. Considerando che dopo i 65 anni la possibilità di soffrire di demenza senile raddoppiano all'incirca ogni cinque anni, si calcola che tale numero aumenterà, fino a raggiungere 65,7 milioni entro il 2030 e 115,4 milioni entro il 2050.
Considerandone inoltre l'aspetto economico, il costo della demenza senile supera, a livello mondiale, l'1% del PIL globale, per un totale di 604 miliardi di dollari.
Sono queste le motivazioni che hanno indotto la Fondation Médéric Alzheimer, costituita nel 1999, ad approfondire la conoscenza delle scienze sociali legate al morbo di Alzheimer. Allora sì che si sente la necessità di sondaggi nazionali che possano mettere in evidenza le varie disparità geografiche e le evoluzioni anno dopo anno.
Dello stesso avviso, l'ADI (Alzheimer's Disease International), creata nel 1984, diffusasi a macchia d'olio, fino a diventare, 25 anni dopo, federazione internazionale di ben 76 associazioni in tutto il mondo dedicate all'Alzheimer, ed una delle poche organizzazioni a vantare relazioni ufficiali con l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Un input, questo, affinché i malati possano vivere dignitosamente e vengano visti non solo come persone da assistere, ma di cui prendersi cura amorevolmente, perché venga sempre più vissuta dignitosamente la loro esistenza, già di per sé sofferente.