Anno 2008. Il Time Magazine classifica l'atleta Oscar Pistorius, maggiormente conosciuto come "the fastest thing on no legs", tra le 100 personalità mondiali più influenti sotto la categoria "Heroes & Pioneers". Un esempio di come lo sport e la disabilità possano coniugarsi amabilmente, quando c'è la voglia di non darsi per vinti.
Un forte messaggio sociale, che inneggia alla vita, quello dell'atleta (nato nel 1986 a Johannesburg), a cui sono state imputate le gambe a soli 11 mesi e che ora corre con due protesi di metallo, messaggio dimostrato dal successo avuto lo scorso 19 luglio, giorno in cui si è classificato ai Campionati mondiali di atletica, che si svolgono ad agosto in Corea. 45,07 secondi per un percorso di 400 metri, a Lignano: questo il tempo da lui stabilito (da notare che il tempo massimo di riqualificazione era 45,25 secondi).
Un risultato che sussegue al Gamajun International Award. Una performance che fa sognare, mentre prende forma l'obiettivo che si è proposto l'atleta sudafricano: le Olimpiadi di Londra del 2012. Un giovane che è un modello da emulare, per la straordinaria forza di volontà e perseveranza, tanto da essere stato selezionato come testimonial della linea di Thierry Mugler A*Men.
La storia personale di Oscar Pistorius affascina: da piccolo, impara a camminare sulle protesi artificiali, poi si adatta a quelle a fibra di carbonio, le famose "cheetah", come se fossero gambe proprie, data la non difficoltà di movimento. Dopo anni ed anni di allenamento, il giovane sudafricano consegue risultati sportivi sempre migliori, fino a diventare un velocista di fama mondiale.
Un'importante performance la si può apprezzare durante le Olimpiadi di Atene del 2004, durante le quali l'atleta si porta a casa varie medaglie, divenendo per tre volte campione paraolimpionico, nonché detentore di un record mondiale nei 100, 200 e 400 metri.
Ciò che più colpisce di questa entusiasmante storia è l'enorme tenacia con cui l'atleta rincorre i suoi desideri: gareggiare coi normodotati. Una scelta rigettata nel 2008 dalla IAAF, il 13 gennaio, con l'argomentazione che "un atleta che utilizzi queste protesi ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) se confrontato con qualcuno che non usi le protesi" e poi invece accolta favorevolmente nel maggio dello stesso anno, mese in cui il tribunale sportivo ritiene che non vi siano gli elementi scientifici sufficienti per dimostrare che l'uso delle protesi dia vantaggio competitivo ad Oscar Pistorius.
Un uomo eccezionale, dal carattere forte, che si contrappone all'uso di doping a cui spesso si assiste nello sport, per dare speranza a tutti coloro che hanno abilità diverse, affinché la forza d'animo renda possibile una qualità della vita sempre migliore, dove, proprio grazie alla caparbietà, possano ottenersi risultati, per un'attività, quella agonistica sportiva, dove contano tante doti, che accompagnano la preparazione fisica.