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Vivere nell'isola di Marettimo in Italia

Marettimo

Società
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Marettimo è la più occidentale delle isole Egadi in Sicilia. Ha una superficie di circa 3 kmq. ed una popolazione residente di 1500 abitanti all'anagrafe ma d'inverno diventano circa 300. Dista 12 miglia da Trapani ed i collegamenti sono "assicurati" dalla SIREMAR, la compagnia di navigazione ex-Tirrenia ora della Regione Sicilia. I bambini della scuola elementare sono 12 e quelli della scuola media 8. L'intera popolazione scolastica è  quindi di circa 20 alunni. Anche Marettimo vive ormai di turismo e la pesca è una attività ormai secondaria. Anche quest' isola è parte della Repubblica e rivendica la " continuità territoriale". Il Diritto all'Istruzione qui viene richiamato prima di ogni  altro.

" Ischianews" sul principio della "continuità territoriale della Repubblica" ha avviato un dibattito che è stato raccolto anche a Ponza ed a Marettimo.

Difficoltà e prospettive per le scuole delle piccole isole

Il 24 ottobre, a Favignana, si è tenuto un seminario sui problemi della scuola nelle Isole Minori.
L’incontro, promosso dall'Istituto Comprensivo “Rallo” e dal Comune di Favignana, ha avuto lo scopo di coinvolgere amministratori, uomini politici e delle istituzioni, dirigenti scolastici, genitori e abitanti delle isole sui problemi che investono in modo drammatico le scuole delle realtà insulari più piccole.
Erano presenti molti politici, sia a livello regionale che nazionale (tra cui il Senatore Francesco Ferrante; l'Onorevole Alessandra Siragusa; l'assessore all’istruzione e alla formazione della Regione Sicilia Mario Centorrino; il sindaco di Favignana Lucio Antinoro); c'erano anche i rappresentanti (genitori e Presidi) di altre Isole della Sicilia (Marettimo, Ustica, Pantelleria, Stromboli) e anche di tanti sindacati che si occupano della scuola.
“E' importante agire politicamente – ha detto Linda Guarino, responsabile delle sperimentazioni didattiche dell'Istituto Comprensivo “Rallo” delle Isole Egadi – Se come bene irrinunciabile di un paese moderno, si riconosce la necessità di assicurare una scuola di qualità in ogni parte dello Stato, allora occorre anche prevedere strumenti di gestione adeguati per le istituzioni scolastiche situate in realtà geografiche così difficili. La gestione di situazioni complesse richiede necessariamente strumenti flessibili e necessari riconoscimenti per assicurare un’amministrazione efficace delle risorse umane.”
La richiesta, da tutti condivisa, è semplice: modificare le leggi che regolano la scuola nelle Isole Minori.
I tagli del governo, che quest'anno si sono abbattuti sul sistema scolastico, hanno ulteriormente aggravato una situazione già di per sé fragile; hanno peggiorato una realtà che era già svantaggiata.
I problemi della scuola di Favignana sono gli stessi contro cui tutte le piccole isole combattono ogni anno: il costante ricambio dei docenti e la conseguente discontinuità didattica; il numero sempre più esiguo degli insegnanti assegnati, connesso alla piccola dimensione delle classi, che mal si adegua alle esigenze formative degli alunni; il senso di disagio di quanti vengono a prestare servizio presso realtà così geograficamente marginali, sentimento inevitabilmente percepito e subìto dagli stessi scolari.
In un contesto così fragile e complesso, quale quello delle piccole isole, di fronte alla necessità di conservare e far crescere la scuola, cuore e motore della collettività, non può valere la logica dei grandi numeri o dei tagli orizzontali, stante che la presenza o meno di un solo docente può portare alla chiusura di un intero plesso.
Proprio in questo contesto si colloca il Disegno di Legge presentato dall'Onorevole Alessandra Siragusa per favorire la funzionalità e la continuità didattica delle scuole situate nei territori di montagna e nelle piccole isole, i cui punti fondamentali sono: finanziamenti speciali per dotare le scuole di questi territori di strumenti telematici; assegnazione alle scuole di un organico funzionale d'istituto; incentivi per favorire la continuità didattica come l’attribuzione al personale di ruolo, che fa espressa richiesta di servizio nelle scuole e che dimostra di possedere la residenza e l'abituale dimora negli stessi territori, la precedenza di nomina nell'ordine delle rispettive graduatorie, nei trasferimenti, nei passaggi di cattedra e negli incarichi a tempo indeterminato; gli incarichi a tempo determinato dovrebbero avere durata triennale; a tale personale dovrebbero essere riconosciuti ulteriori incentivi, quali l’ indennità per sede disagiata o l’equiparazione ai residenti circa il diritto alla riduzione del costo del biglietto dei trasporti marittimi e terrestri; e, per assicurare la tempestività della sostituzione dei docenti assenti, nel caso si debba ricorrere a supplenze temporanee, limitatamente alle supplenze di durata non superiore a un
mese, riconoscere una precedenza assoluta ai docenti che dimostrano di possedere la contestuale residenza e l'abituale dimora nel territorio nel quale è conferita la supplenza.Tutto questo dovrebbe essere realizzato lavorando in stretta collaborazione con l'assessorato regionale alla Pubblica Istruzione.
Questa proposta di legge, presentata quasi un anno fa, non è stata ancora calendarizzata, cioè inserita nel calendario dei lavori di Camera e Senato.
“Perché venga discussa, è quindi approvata – ha detto la Siragusa - serve la vostra spinta. E' necessario costruire una rete tra tutte le isole d'Italia, non solo quelle della Sicilia, molte delle quali sono presenti qui oggi.”
L'invito, più volte ripetuto anche nel corso di altri interventi, è quello di “unire le forze”, cercare alleanze, dimostrare quanto il problema sia esteso e sentito.
“Perché la scuola – come ha detto Giusto Scozzaro, rappresentate del Sindacato scuola CGIL – non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma tutta la comunità. Non si tratta solo di garantire il diritto allo studio dei più giovani, ma anche il diritto a poter vivere nel luogo dove si è nati o che si è scelto. L'insularità non può, e non deve, essere vissuta come handicap”.
D'accordo su tutto anche l'assessore Centorrino che, tra l'altro, ha annunciato la discussione in Assemblea Regionale di una legge sul diritto allo studio, nella quale inserire anche la particolare condizione delle Isole Minori.
“Oltre a questa legge – ha detto Centorrino – chiederemo di poter gestire direttamente una parte dei fondi stanziati dal Governo per il piano di innovazione tecnologica della regione Sicilia. In particolare, chiederemo al Ministero della Pubblica Istruzione di poter utilizzare queste risorse per l'assunzione diretta da parte della Regione di insegnanti in più da impiegare nelle piccole isole, dove gli organici insufficienti non permettono il corretto svolgimento della funzione educativa da parte delle Istituzioni Scolastiche che vi operano.”
A lungo discusso anche il tema della formazione “a distanza”, cioè della possibilità di dotare tutte le scuole delle piccole isole degli strumenti informatici (come le lavagne interattive LIM) necessari per consentire alle classi “isolate” di seguire le lezioni di altri istituti collegati via internet.
“L'informatizzazione – ha detto Centorrino – può essere un sussidio, non la soluzione. L'offerta didattica non può basarsi solo su questo.”
Sull'argomento è intervenuto anche il Preside di Ustica: “Ci hanno dotato di LIM di ultima generazione, spendendo anche molti soldi; peccato che a Ustica non ci sia l'ADSL, quindi la lavagna interattiva non è stata mai utilizzata e per noi è del tutto inutile.”
Identica la situazione dell'Isola di Stromboli.
In prospettiva, comunque, questi strumenti potrebbero essere di grande utilità per sostenere, ma non sostituire, l'offerta didattica “tradizionale”: è necessario, però, che gli insegnanti siano formati adeguatamente per poterli usare, e che le scuole siano messe nelle condizioni di farli funzionare.
E, a proposito di formazione, a Favignana si è discusso anche di “come” insegnare nelle pluriclassi. Preso atto, ormai, che l'accorpamento delle classi nelle nostre isole è una pratica inevitabile, ci si è chiesti se questa non possa trasformarsi in “risorsa” piuttosto che svantaggio. Varie ricerche, in altri paesi europei, dimostrano che mettere insieme bambini di età diversa sia molto produttivo dal punto di vista didattico. I ragazzini più grandi fanno da “tutor” e i più piccoli, in questo modo, sembra che apprendano più velocemente con un loro “pari” di poco più grande, piuttosto che con un adulto. Per i più grandi, poi, è un modo per essere responsabilizzati e anche per ripassare le nozioni già apprese. Tutto questo, però, è possibile e diventa produttivo solo a patto che gli insegnanti siano adeguatamente “formati” a mettere in pratica questo metodo didattico.
“Ogni classe – ha detto Linda Guarino – anche se composta da bambini della stessa età, è una pluriclasse, perché formata da individui diversi che hanno capacità di apprendimento, caratteristiche e tempi diversi. A maggior ragione, quindi, è necessario investire nella formazione dei nostri docenti in questo senso.”
La condizione delle nostre scuole, quest'anno appesantita e danneggiata dai tagli della Riforma Gelmini, ha subito anche un altro colpo, quello della manovra finanziaria (Legge 111 del 15 luglio) che ha previsto l'accorpamento di Istituti con meno di 500 alunni. Per le Isole Egadi, questo ha significato che L'Istituto Comprensivo Rallo (di cui fanno parte le scuole di Favignana, Marettimo e Levanzo) è stato assegnato in reggenza ad un dirigente scolastico della città di Trapani.
La situazione di Stromboli è analoga: l'Istituto Comprensivo Isole Salina (di cui la scuola di Stromboli fa parte) attualmente è assegnato in reggenza alla dirigente dell'Istituto Lipari 1. Prossimamente, i due Istituti saranno accorpati.
Tutto questo ha scatenato l'allarme partito da Favignana e raccolto da tutte le altre isole della Sicilia.
La notizia che arriva da Favignana, in conclusione, è che chiedere di cambiare le leggi in funzione della specificità delle isole, non solo è lecito, ma è anche possibile. I politici presenti al seminario si sono impegnati ad accompagnare e sostenere queste richieste.
Adesso si tratta di continuare a fare pressione e vigilare che le promesse fatte siano mantenute.
Se è finito, almeno per quest'anno, il tempo della protesta, il Seminario di Favignana ha inaugurato il tempo della “proposta” e dell'impegno di tutte le comunità isolane affinché le scuole di queste piccole realtà restino aperte e inizino a funzionare come nel resto d'Italia.
Proprio per questo, alcuni rappresentati di Marettimo e Stromboli hanno deciso di mobilitarsi per estendere questa “rete di alleanze” ad altre isole d'Italia. Il comune convincimento è che solo un “movimento dal basso”, fatto da persone che vivono, conoscono, e hanno a cuore il problema, possa spingere e sollecitare un intervento legislativo urgente e ormai improrogabile.
Chi volesse quindi sostenere questa importante iniziativa per il futuro delle isole minori, può mettersi in rete con tutte le altre isole interessate attraverso la pagina facebook “Scuola in mezzo al mare”.