Al Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano, da parte del cittadino italiano Giuseppe Mazzella nato e residente in Casamicciola nell’isola d’Ischia, Provincia di Napoli, Regione Campania, Repubblica Italiana, Unione Europea, 64 anni, giornalista, pensionato, nonno di Stefano Rando di 4 anni iscritto con frequenza alla scuola statale per l’infanzia nel plesso Sanseverino dell’Istituto comprensivo “Enrico Ibsen” di Casamicciola – appello al Capo dello Stato ai sensi dell’art.2 della Costituzione della Repubblica Italiana (1948).
Signor Presidente,
“dove cominciano, in fin dei conti, i diritti umani universali?” si domandava Eleonora Roosevelt nel suo discorso alla proclamazione dei diritti umani universali a Parigi il 10 dicembre 1948.
“Nei piccoli luoghi vicino a casa: tanto vicino e tanto piccoli che non si possono vedere su una qualsiasi mappa del mondo. Eppure proprio questi posti “sono” il mondo delle singole persone: il quartiere dove vivono, le scuole che frequentano, la fabbrica o l’ufficio dove lavorano. Sono questi i posti in cui ogni uomo, donna o bambino, cercano uguale giustizia, eguali possibilità, uguale dignità, senza discriminazione. Se tali diritti non contano “là” non contano da nessuna altra parte. Senza l’azione comune dei cittadini per imporli vicino a casa, cercheremo invano il progresso nel vasto mondo” fu la risposta di Eleonora in uno dei discorsi più alti della Storia.
E la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (DUDU) è il frutto di una elaborazione centenaria che parte dalla “Bill of Rights” (1689) e continua con la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) con “l’evidenza del diritto alla vita, alla libertà ed al conseguimento della felicità” ed ancora con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino della Rivoluzione Francese (1789).
L’art.1 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Sono trascorsi sessantacinque anni da quella Dichiarazione. Quella Dichiarazione ha gli stessi anni della Costituzione della Repubblica Italiana, di cui è Lei è garante, che all’art.2 afferma che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
Vivo a Casamicciola nell’isola d’Ischia di cui Lei forse avrà sentito parlare tristemente per il terribile terremoto del 28 luglio 1883 in cui morirono 2333 persone fra i quali i genitori di Benedetto Croce che aveva diciassette anni e che si salvò miracolosamente.
Sono passati 130 anni da quell’avvenimento terribile, oggetto di centinaia di studi scientifici, c’è stata una ricostruzione da parte dello Stato Unitario ma oggi questa è una cittadina in fortissima crisi politica, economica e sociale pur nella matura economia turistica dell’isola d’Ischia ancora divisa in sei Comuni (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Barano e Serrara-Fontana) e così un cittadino di Casamicciola non ha gli stessi diritti e le stesse opportunità di un cittadino residente nei due Comuni maggiori – la Città d’Ischia ed il Comune di Forio – quelli che Wladimiro Frenkel, un profugo russo, nel 1934 nella sua guida dell’isola chiamava le “due capitali”.
Non funziona nulla a Casamicciola. Questo sembra il paese della crisi globale. E’ in crisi l’ente Comune che per effetto dello scioglimento del Consiglio Comunale con le dimissioni di sei consiglieri e la caduta del sindaco Arnaldo Ferrandino durato solo 13 mesi, è retto da una commissaria straordinaria nominata dal Prefetto, la dottoressa Rosanna Gamarra, funzionaria dello Stato, la quale non riceve il pubblico fino a nuova disposizione. E’ come se qui la “democrazia della Repubblica” fosse “sospesa” perché non è possibile esercitarla. La commissaria ha nominato una sub commissaria, la dottoressa Maria Rosaria Ingegno, anch’essa funzionaria dello Stato, alla quale ha delegato praticamente tutta la gestione dell’ente municipale come “programmazione e bilancio, contabilità economica, gestione spese, tributi, contenzioso tributario, gestione entrate, concessioni, affissione e pubblicità, polizia municipale, gestione risorse umane, trattamento economico del personale”.
Poiché il Comune è in regime finanziario di pre-dissesto con una situazione drammatica o tragica delle finanze sia dalla parte dell’entrata sia da quella dell’uscita non c’è praticamente nulla da gestire, nulla da programmare, nulla da costruire. E’ un’emergenza continua e la parola d’ordine è: non ci sono soldi per niente e nessuno e forse non si possono pagare nemmeno gli stipendi ai dipendenti.
Pare che su 7 milioni di euro ottenuti con un mutuo trentennale per il pagamento dei debiti fuori bilancio almeno 5 milioni dovranno essere pagati dal Comune per il risarcimento dei danni a due soggetti privati per occupazioni di immobili illegittime . Cioè il Comune di Casamicciola paga 5 milioni di euro pari cioè a 10 miliardi di ex-lire senza espropriare un centimetro del fatiscente complesso del Pio Monte della Misericordia o dell’ex-albergo Savoia chiuso dal 1973 come si rileva nell’annuario degli alberghi dell’isola; senza realizzare un parcheggio a Piazza Majo che ormai non esiste più come piazza e che è l’estrema periferia del paese mentre un tempo era la piazza storica con la chiesa cattedrale; senza costruire un parcheggio sulla litoranea dove doveva sorgere una pompa di benzina; senza trovare una destinazione anche provvisoria al complesso immobiliare dell’ex-Capricho de Calise in piena Piazza della Marina la cui proprietà dopo oltre 40 anni di acclarata legittimità consacrata in atti viene addirittura rivendicata dall’agenzia del demanio e così la gente dice che “il Capricho de Calise è diventato il secondo Pio Monte della Misericordia”; senza realizzare pienamente e definitivamente un piccolo Museo Civico avviato 13 anni fa insieme al recupero dell’Osservatorio Geofisico con un piccolo organico ed anche su questa piccola struttura permane la provvisorietà e la lite giudiziaria in sede penale; senza avviare un realistico piano per la riorganizzazione ed un potenziamento del personale comunale ed anzi con due società cosiddette “partecipate”– l’eufemismo usato per i nuovi carrozzoni pubblici – in deficit strutturale e poste formalmente in liquidazione.
Mi fermo qui ma l’elenco potrebbe continuare. E’ evidente – per ogni persona di buon senso – che questo dramma dell’ente municipale, la prima cellula della democrazia, è lo specchio di una intera piccola comunità di 8mila persone, ancora cittadini della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea, che vive ogni giorno di più la drammatica crisi finanziaria degli albergatori rimasti, dei commercianti rimasti, delle famiglie rimaste. Perfino piazza della Marina è nelle tenebre poiché da oltre un mese è scassato l’impianto di pubblica illuminazione senza che si riesca a ripararlo o a trovare un responsabile che lo collaudi. Questo Municipio non è capace nemmeno di organizzare la mensa scolastica per i bambini dell’asilo e della scuola media come avveniva da 15 anni e nonostante che i genitori avessero dichiarato la loro disponibilità a pagare il 100 per 100 del pasto. Non si può fare la mensa perché il Commissario prefettizio non può assumersi questa responsabilità di un servizio che non è “essenziale” per il Comune perché non può inserire nel bilancio alcuna spesa né può indire una gara di appalto pagata dai cittadini. Così una mensa per i bambini può essere gestita “de facto” dai genitori ma non “di diritto” mentre i bambini degli altri 5 Comuni dell’isola d’Ischia hanno la mensa.
Mi accorgo di quanta ragione abbia Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione Con il Sud quando afferma che è proprio la mancanza del “capitale umano e quindi dell’educazione: asili nido, lotta alla dispersione scolastica,tempo pieno nelle scuole, insegnanti di sostegno, fine dei doppi turno, etc.” l’autentico divario tra il Nord ed il Sud.
Un genitore di Casamicciola non ha gli stessi diritti e gli stessi servizi che ha un genitore di Parma o di Bologna. Un uomo e una donna di Casamicciola sono cittadini italiani che non hanno le stesse opportunità di un italiano di Milano o di Roma. Carlo Levi ha ancora ragione con il suo “Cristo si è fermato ad Eboli” dopo circa 80 anni : a Sud Cristo non è ancora arrivato.
Poiché il Comune è senza soldi non saranno messe neanche le luci di Natale nelle strade e nelle piazze mentre invece ci saranno negli altri 5 Comuni dell’isola soprattutto nella città d’Ischia e nel Municipio di Forio che hanno preparato anche un cartellone di eventi con spettacoli teatrali e musicali e perfino una pista di ghiaccio.
Signor Presidente,
leggo oggi mercoledì 4 dicembre 2013 su “La Repubblica” che domani sarà a Napoli, la Sua Città e conosco con straordinaria ammirazione il suo Amore per Napoli, per il Mezzogiorno, per le Istituzioni Repubblicane ed il suo lunghissimo impegno politico a favore soprattutto della causa dei lavoratori. Leggo anche che nella Città c’è polemica tra il Soprintendente ai Monumenti Cozzolino ed il Sindaco De Magistris per le luci di Natale che il Soprintendente definisce “indecorose e senza progetto”. Ma almeno ci sono. Almeno i bambini di Napoli hanno la mensa del Comune per la scuola dell’infanzia.
Ecco perché, Signor Presidente, ho voluto richiamare la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e sottolineare quel richiamo di Eleonora Roosevelt ai “piccoli luoghi che “sono” il mondo” perché è qui che questi diritti devono valere.
Faccio appello a Lei - nella mia qualità di cittadino di questa Repubblica che ha avuto la gioia di un nipotino – affinché la Repubblica, come recita l’art.2 della Costituzione “riconosca i diritti inviolabili dell’uomo” che sono tali in ogni parte d’Italia se Una ed Indivisibile è la Repubblica e la Repubblica a Casamicciola è rappresentata attualmente da un Commissario Prefettizio chiamato all’amministrazione “straordinaria” non “ordinaria” e quindi ha facoltà di provvedimenti “straordinari richiamando i Poteri dello Stato alla “solidarietà politica, economica e sociale” nello “spirito di fratellanza” consacrato nella dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Se questi Valori, Signor Presidente, non vengono praticati ma soltanto predicati non credo di lasciare un mondo migliore al mio adorato nipotino. Ho paura per il suo domani così come sono preoccupato per il presente dei miei figli.
Voglia gradire, Signor Presidente, il saluto deferente di un Cittadino e l’auguro sincero di Buon Natale.
Giuseppe Mazzella
Giornalista
Casamicciola Terme (Na)
casamicciola, 4 dicembre 2014