Curzio Malaparte (1898-1957) aveva una sua concezione della Storia. Diceva che tutto quanto accade è inevitabile perché è accaduto. Inutile discutere su quello che “non” doveva accadere. Possiamo soltanto spiegarci perché è accaduto ma non possiamo modificarlo. L’accaduto era inevitabile perché questo era il contesto storico dell’avvenimento, il sistema della prassi corrente, la qualità degli uomini.
La triste storia dell’ex-albergo Stefania di Casamicciola adibito a Centro di Salute Mentale con annessi uffici amministrativi dell’organizzazione sanitaria della Regione Campania e le proteste dei cittadini perfino l’urlo di dolore del Vescovo d’Ischia, Mons. Pietro Lagnese, per il modo con il quale venivano trattati i 10 ricoverati trasferiti da Villa Orizzonte a Barano quasi come una deportazione coatta rientra nei casi di “inevitabilità della Storia”.
Ricapitoliamo: la direzione dell’Azienda Sanitaria Locale (nuova denominazione dopo l’Unità Sanitaria Locale cioè la seconda o terza riforma sanitaria dopo il 1968 con la prima legge Mariotti) ha lo sfratto dal proprietario del fabbricato privato situato a Barano, un ex albergo, dove c’era il servizio di salute mentale dopo la Legge Pannella del 1976 che abolisce gli ospedali psichiatrici e la competenza dell’Ente Provincia. La direzione generale dell’ASL, il dottor Giuseppe Ferraro, scrive ai sei sindaci: aiutatemi a trovare un nuovo fabbricato privato perché debbo risparmiare soldi e risolvere “provvisoriamente” il problema. In Italia nulla è più definitivo del provvisorio. I sei sindaci non rispondono perché qui è la norma di “scaricare il barile” sull’altro Municipio in un’isola con sei Comuni dove non c’è mai stato un Piano Regolatore Generale e dove tutti vogliono il Palazzo dei Congressi ma nessuno il sito di stoccaggio dei rifiuti o l’impianto di incenerimento dei rifiuti. La direzione generale fa un bando pubblico per trovare un fabbricato privato. Lo trova a Casamicciola ed informa il sindaco in carica, il dottor Arnaldo Ferrandino, che non protesta e non compie nessun atto amministrativo formale mentre invece avrebbe dovuto sapere che un Ente Pubblico parla SOLO per “carte”. La direzione generale dell’ASL fa il contratto di fitto per l’ex-albergo Stefania ed esegue anche i lavori di “adattamento”. L’attività economica alberghiera è chiusa con la consegna della licenza mentre la “destinazione urbanistica” è solo un atto formale perché non viene cambiato nulla di esterno e la destinazione è sempre “ricettiva”. Del resto l’ASL ha uffici e servizi in ex-alberghi ed ex-case vacanze nei Comuni di Ischia e Forio perché nell’isola d’Ischia con 65mila abitanti ed una popolazione dimorante nei mesi di alta stagione di circa 500mila persone non c’è un “Palazzo della Sanità” e c’è un Ospedale solo perché un mecenate come Angelo Rizzoli negli anni ‘60 ne fece dono all’isola dedicandolo a sua moglie Anna.
Abbiamo fatto un corso per funzionari della Pubblica Amministrazione dei sei Comuni, gratuitamente promosso dall’Università Telematica “Pegaso”, da “Il Golfo” e dall’ANSI e coordinato dal dottor Ambrogio Mattera, durato tre mesi da aprile a luglio per 36 ore di lezioni e 18 docenti. Un dipendente comunale alla seconda lezione ci ha detto che avremmo dovuto farlo per gli “amministratori-politici” dei Comuni per i quali non è più richiesta,come fino al 1980, la prova di alfabetismo. Aveva ragione.
Se il sindaco di Casamicciola Ferrandino Arnaldo avesse applicato nella fattispecie la legge 241/90 che certamente NON conosce tutto quanto è accaduto non sarebbe accaduto. L’avv. Lello Montuosi ha tenuto due lezioni sulla 241 e successive modifiche. L’art. 14 della legge 241 prevede la conferenza dei servizi. Dice il primo comma: “Qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, l’amministrazione procedente può indire una conferenza di servizi”. Il secondo comma: “la conferenza di servizi è sempre indetta quando l’amministrazione deve acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi comunque denominati di altre amministrazioni pubbliche…”.
Bastava una conferenza di servizi tra enti pubblici per chiamare tutti alla Responsabilità ed impegnare tutti in una decisione.
Non essendo stata fatta l’ASL avendo informato i sei sindaci ha agito nell’interesse dei cittadini e della Pubblica Amministrazione che la finanza e cioè la Regione Campania.
Certo: spostare 10 persone che hanno problemi di salute da un posto all’altro costituisce un trauma. E’ un trauma anche lasciare la propria casa dopo 50 anni perché c’è una sentenza di sfratto. E’ un trauma lasciare dopo 20 o 30 anni il proprio piccolo paese perché non c’è lavoro, è un trauma sapere che a fine mese scade il contratto provvisorio di lavoro e all’orizzonte non c’è lavoro, che la banca non ha concesso il prestito perché non ha la garanzia del reddito fisso, che il padrone non paga perché non ha soldi, che il turista non arriva perché preferisce la Croazia all’Italia. E così via. Questa è una società dove il trauma è fisiologico rispetto al patologico e dove tutto è provvisorio, temporaneo, precario, incerto, insicuro. Anche l’art.32 della Costituzione è in pericolo.
Il Vescovo d’Ischia. Mons. Pietro Lagnese, meglio avrebbe fatto ad affrontare, in maniera definitiva e chiara, il dovere della Chiesa e di chi ad essa si richiama alla Socialità ed alla Solidarietà per il caso del complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola in rovina da 40 anni. Anche quel complesso esercitava dal 1604 le Sette Opere della Misericordia oltre ad avere il quadro di Caravaggio che è a Napoli nella bella sede di Via Tribunali. Era un “ospizio”, un “ospedale”, un “albergo”, un “palazzo dei congressi”. Non so se rientra ancora tra i 300 immobili del Pio Monte della Misericordia fra i quali l’appartamento in galleria Umberto a Napoli di 800 metri quadri per il quale il Sovrintendente del Pio Monte della Misericordia, ingegnere conte Gianpaolo Leonetti dei conti di Santo Janni ha ricevuto un avviso di garanzia per la morte accidentale di un ragazzo di 14 anni (La Repubblica -14 luglio 2014) affermando testualmente: “io tra i responsabili ma il sindaco non può iscriversi tra i Giusti”.
Ma chi può iscriversi nel caso di Villa Stefania nel libro dei Giusti?
A Mons. Pietro Lagnese consiglio di leggere o rileggere l’intervista di Oriana Fallacci a Mons. Helder Camarra, Vescovo di Recife (Oriana Fallaci-Intervista con la Storia – Rizzoli 1974).
Anche Oriana aveva una particolare concezione della Storia così come aveva della Carità Mons. Camarra. Un bel giorno salì sul pulpito e cominciò a parlare della Carità come Giustizia dicendo che “l’eternità incomincia qui sulla Terra non in Paradiso”.
Oriana dice che era il Vescovo più scomodo del mondo, scomodo a tutti.
Diceva tutta la Verità.