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La sfiducia dei cittadini comuni nei confronti delle Istituzioni Locali – il Comune, l’ oggetto misterioso della Città Metropolitana al posto della Provincia, e soprattutto della Regione – è enorme. Tutte le riforme per rimodernare gli Enti Locali e la Pubblica Amministrazione in questi ultimi 25 anni sono fallite ed hanno un disastro contabile e finanziario incommensurabile.

Negli anni ‘ 90 ci aveva provato il Ministro Franco Bassanini a riformare la Pubblica Amministrazione con le leggi di “ semplificazione” che avrebbero dovuto portare alla “ efficienza, efficacia ed economicità” di tutto l’ apparato pubblico. Si voleva combattere il clientelismo ed il personalismo con le “ assunzioni dirette di personale con alta professionalità” che avrebbero dovuto provvedere alla riorganizzazione delle macchine amministrative ed a rendere “ efficienti” i Comuni, le Province e le Regioni ed invece le “ assunzioni dirette” temporanee si sono rivelate un potente mezzo di clientelismo e sono diventate quasi definitive. Esistono “ tecnici” dell’ edilizia e della contabilità nei nostri Comuni che sono “ temporanei” da oltre 15 anni senza riorganizzare gli apparati burocratici delle categorie medio-basse e senza far crescere i “ quadri” intermedi che sono quelli che effettivamente mantengono gli apparati pubblici e privati rispetto ad una “ dirigenza” temporanea che ha un altro contratto di lavoro.

Le “ partecipate” – l’ eufemismo con il quale vengono indicate le società di diritto privato con socio unico l’ ente locale – si sono rivelate fortemente deficitarie e la gran parte sono in “ liquidazione” permanente da almeno 5 anni.

L’ elezione diretta del sindaco con la legge 81 del 1993 ha trasformato il sindaco in un podestà con il 90% del potere esecutivo e finanche deliberativo nelle sue mani e questo ha causato un incredibile indebolimento dei Consigli Comunali alle cui sedute ormai non partecipa nessun cittadino. Il Comune – che è disciplinato da un corposo Testo Unico del 2000 – è sempre più diventato poco meno o poco più di un condominio e la classe politica degli “ assessori” – che sono scelti e nominati dal sindaco e non più eletti dal Consiglio Comunale – ha trovato una “ occupazione” piuttosto che un impegno civile o un servizio da offrire ai cittadini.

Se a questo aggiungiamo la decadenza della politica a tutti i livelli ,con la scomparsa dei partiti perfettamente omologati tanto che nel caso dell’ isola d’ Ischia in nessuno dei sei Comuni – soprattutto nei Comuni-pilota come Ischia e Forio – i partiti della cosiddetta “ seconda Repubblica” risono presentati con i loro simboli ma con “ liste civiche” , il quadro è ancora più chiaro.

La “Città Metropolitana di Napoli” che con la leggina Del Rio del 2014 ha preso il posto dell’ Ente Provincia dopo oltre 200 anni dalla nascita napoleonica della “ Deputazione Provinciale” è un oggetto misterioso perché il sindaco di Napoli è anche sindaco della “ metropoli” che conta 92 Comuni mentre non esiste più un Consiglio provinciale eletto dal popolo ma solo “ metropolitana” di secondo livello e non esiste più una Giunta perché adesso ci sono solo “ consiglieri delegati” dal sindaco.

L’ elezione del presidente della Regione è avvenuta con la spada di Damocle della “ sospensione” del presidente eletto Vincenzo De Luca che è stata “ sospesa” con un atto monocratico del giudice in attesa della sentenza del 17 luglio e della pronuncia della Cassazione sulla “ Legge Severino” mentre la Campania non ha una degna legge urbanistica e le aree turistiche come Ischia hanno una legge regionale sul turismo che non ha trovato ancora attuazione e che penalizza di fatto i Comuni turistici che non avranno più un Ente Autonomo di Promozione.