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Ma quale Cultura? Quale Economia? Quale Politica?

Museo di Villa Arbusto a Lacco Ameno

Società
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La giunta comunale di Lacco Ameno, l’ unico Comune del’ isola d’ Ischia in formale dissesto finanziario, presieduta da Giacomo Pascale, amministratore di lungo corso da circa 20 anni ricoprendo cariche di assessore e consigliere delle formazioni dei sindaci Domenico De Siano e Tuta Irace,

ha approvato una "delibera di indirizzo" con  la quale cerca "manifestazione di interesse" di soggetti privati  per la gestione del complesso museale di Villa Arbusto  acquisito al Comune di Lacco Ameno per mero atto formale negli anni ‘ 80 e solo per la tenacia del sindaco Vincenzo Mennella, professore di lettere "che se ne intendeva di bilanci" come scrisse negli anni ‘ 50 Oriana Fallaci e cioè senza che il piccolo Comune di Lacco Ameno cacciasse una sola lira del vecchio conio perché i soldi per l’ acquisto, diretto o indiretto, dalla signora Pinuccia Rizzoli Carraro , figlia di Angelo, furono cacciati dalla Provincia di Napoli e dalla Regione Campania mentre i soldi per l’ allestimento – per il quale furono necessari almeno 20 anni – furono cacciati dalla Regione Campania e dalla ex-Cassa per il Mezzogiorno nell’ ultima legge dell’ intervento straordinario – la n.64 del 1988 – gestita malissimo e nel più atroce sistema clientelare dall’ allora Giunta Regionale della Campania dove figuravano due politici ischitani, Enzo Mazzella per la DC e Franco Iacono per il PSI. Villa Arbusto fu beneficiaria di un finanziamento di 16 miliardi di lire che non potettero essere spesi perché la Soprintendenza Archeologica vietò la costruzione di un palazzo dei congressi nelle aree circostanti . La "transazione" fu una spesa di circa 8 miliardi di lire che permisero finalmente la formale apertura del Museo Archeologico solo nel 1999 con una solenne manifestazione – alla presenza del prof. Giorgio Buchner, lo scopritore di Pithecusa nel 1952, l’ unico protagonista sopravvissuto perché Vincenzo Mennella era morto da 4 anni – aperta con un bel discorso del sindaco Domenico De Siano, agli inizi della sua folgorante carriera politica che lo ha portato a diventare consigliere provinciale, consigliere regionale, senatore della Repubblica ed attualmente coordinatore regionale del partito "Forza Italia" del cav. Silvio Berlusconi.
E’ fondamentale chiarire che il Museo di Villa Arbusto è un "MUSEO CIVICO" cioè di esclusiva competenza gestionale del COMUNE. NON è un "Museo Nazionale" i cui oneri di gestione sono a carico dello Stato. Nella fattispecie di Villa Arbusto lo Stato – proprietario degli oltre mille reperti portati alla luce da Giorgio Buchner in 30 anni di ricerche fra i quali la Coppa di Nestore – ha attraverso la Soprintendenza Archeologica semplicemente "prestato" al Comune di Lacco Ameno i reperti così come per atto di convenzione doveva offrire una Direzione Scientifica per soli tre anni affinché il Comune organizzasse tutto l’ organico e rendesse il Museo una fondamentale infrastruttura sia per il sistema turistico di Lacco Ameno e dell’ isola d’ Ischia sia per il sistema scolastico ed educativo dell’ intera isola.
In questi 17 anni la gestione di Villa Arbusto è stata pessima come pessima è stata la lunga  fase di allestimento perché Vincenzo Mennella perse le elezioni e subentrò il sindaco socialista Tommaso Patalano che voleva affidare all’ Università di Torino tutto o parte del complesso. Pessima è stata perfino la richiesta e la spesa di "contributi ordinari" che la Regione Campania eroga ogni anno ai "Musei Civici" dei Comuni  perché non fu mai rendicontato un contributo di 20 milioni negli anni ‘ 80. Così come non è mai stata  stipulata una formale convenzione con la Provincia di Napoli che avrebbe consentito al Museo di disporre di personale a carico della Provincia. Non ha mai funzionato un "Comitato Scientifico" pur previsto da una prima convenzione.
Il risultato finale di una gestione ultratrentennale è che il Museo di Villa Arbusto  si regge per iniziativa di volontari civili  poiché il Comune di Lacco Ameno non ha fondi sufficienti per assumere il personale necessario. Infatti l’ onere più consistente per una struttura culturale è il personale. Conosco i fatti. Nel 1991 alla BIT di Milano furono presentate due grandi iniziative culturali per l’ isola d’ Ischia: l’ apertura dei Giardini La Mortella di Forio e l’ apertura di Villa Arbusto. Alla conferenza stampa – da me coordinata nella sala mediterraneo della Fiera di Milano – presero parte l’ allora sottosegretario ai beni culturali, sen. Luigi Covatta, il sindaco di Forio, l’ eurodeputato Franco Iacono, il sindaco di Lacco Ameno, prof. Vincenzo Mennella, Lady Susana Walton, presidente della Fondazione La Mortella.
Mentre La Mortella è diventata la più bella struttura ambientale e storica dell’ isola d’ Ischia  come lo è la Villa San Michele di Axel Munthe a Capri con  circa 50 mila visitatore all’ anno e  impiegando 22 persone di cui 7 giardinieri (  si può leggere il mio articolo "La Mortella, storia di un amore sul Magazine Ischianews – anno 4-ottobre 2013 ) sotto la direzione della dottoressa Alessandra Vinciguerra, erede di Lady Walton per sua volontà, Villa Arbusto "ricerca finanziatori o gestori". Si può spiegare questo con la cattiva gestione di Villa Arbusto e la buona gestione de La Mortella, che è una Fondazione di diritto italo-brittannico il cui presidente d’ onore è il principe di Galles, Carlo d’ Inghilterra.
Alle "criticità" di Villa Arbusto aggiungiamo il "fallimento" della Fondazione La Colombaia di  Luchino Visconti che ha un deficit – pare – di oltre 600mila euro ed oggi chiusa con la paradossale situazione giuridica che il Comune di Forio, proprietario anche in questo caso solo "formale" perché  i 5 miliardi dell’ acquisto furono erogati dalla Regione così come la Regione e la Provincia hanno sostenuto i costi in larga parte per la prima e seconda ristrutturazione dopo un saccheggio per l’ abbandono, ha deliberato lo scioglimento della Fondazione – ente di diritto privato da di fondo pubblico perché   i soci sono solo il Comune e la Regione e la Provincia che  se n’è andata  da alcuni anni dopo aver sprecato   soldi pubblici dal suo bilancio  – la Regione l’ ha formalmente "salvata" così non si sa come andare avanti e credo che non sappia come uscirne l’ ex-senatore Luigi Covatta, nominato presidente di  questa Fondazione perché foriano di nascita e di famiglia.
Bisogna – purtroppo – registrare il fallimento della politica locale per i beni culturali in mano pubblica quando vanno in mano agli enti locali. E’ qui la critica – del tutto evidente perché è un giudizio storico – è rivolta alle classi dirigenti della prima e della seconda Repubblica.
La "manifestazione di interesse" della giunta Pascale a chi è rivolta? Al sistema economico e turistico di Lacco Ameno  credo. Ma questo sistema vede le società di capitale del sen. Domenico De Siano disporre di almeno 5 grandi alberghi pari forse alla metà o oltre dell’ intera ricettività di Lacco Ameno e vede l’ing. Carriero proprietario del Regina Isabella, il più bel albergo dell’ isola inserito tra gli alberghi storici d’ Italia che è anche presidente della sezione turismo dell’ Unione Industriali di Napoli. Perché queste due personalità pubbliche così importanti non hanno immediatamente concorso alla gestione di una infrastruttura che è importante prima di tutto per la loro clientela internazionale?  Insomma avrebbero dovuto far vedere il ruolo sociale dell’ impresa economica. Responsabilità ancora più consistenti per il sen. De Siano che è stato sindaco per 10 anni ed amministratore  locali per altri 10 e politico regionale e nazionale.
L’ appello che rivolge la consigliere regionale di Forza Italia, avv. Maria Grazia Di Scala, di richiesta dei contributi regionali per i Musei Civici   non so come si possa inserire in questi casi di Villa Arbusto e de La Colombaia ( la Fondazione La Mortella non ha mai chiesto contributi pubblici!) e forse manifesta lo stato  comatoso della politica e dei partiti locali della seconda Repubblica. Forza Italia non ha organizzazioni territoriali nei nostri sei Comuni. Non ha sedi o sezioni o circoli e non ha nemmeno consiglieri comunali. Altrettanto per il PD.
Quale Cultura o quale polo culturale ai fini della valorizzazione turistica si può fare in questo modo? Ma chi ci crede alla Cultura? Chi punta a realizzare un polo culturale, pubblico e privato, capace di creare una nuova economia visto lo stato delle cose? (  cito il mio pezzo  di venerdì 29 gennaio 2016  su Il Dispari "Ischia e l’ economia stagnante).
Credo che non ci credono proprio gli imprenditori. Ho visto una pagina di pubblicità di un grande albergo di Lacco Ameno  sul settimanale "Sette" del "Corriere della Sera" tutta impostata sul wellness e beauty farm alla francese con le cure termali gratis. Neanche una parola sul  patrimonio storico,artistico.monumentale, dell’ isola d’ Ischia.