Ischia News ed Eventi - LA BELLEZZA CHE CANCELLA OGNI TRISTEZZA

LA BELLEZZA CHE CANCELLA OGNI TRISTEZZA

Società
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Con la tradizionale processione dell'Addolorata iniziano le celebrazioni della Santa Pasqua sull'isola d'Ischia.
Fede, tradizione, cultura.

Tic toc tic toc
Ieri ho partecipato alle "Tre ore di Maria desolata" nella sempre bella chiesa di San Sebastiano a Forio.
Ho dimenticato di avere l'orologio. Infatti non porto l'orologio. Mai.
Le "Tre ore" sono diventate quattro, ma a me, al "ritorno", sono parse attimi. Un battito di ciglia. Un breve squarcio di eternità.
Grandiosi i coristi diretti dal maestro don Giuseppe Iacono che hanno eseguito i capolavori di Giacinto Lavitrano.
Perfetto il predicatore che ha citato il mio papa preferito e ha ricordato che bisogna sempre avere nostalgia di Dio. Mi sono consolato!
Anche quest'anno Forio ha tributato il giusto onore alla Madonna Addolorata. Queste forme di devozione popolare rappresentano una ricchezza inestimabile e certamente contribuiscono a custodire la fede e a propagare il messaggio cristiano più di mille convegni e milioni di ragionamenti pseudo teologici. Non è ideologia. Non è passatismo. La tradizione - è stato notato- è custodire il fuoco, non è venerare le ceneri.
Ringraziamo il Padreterno per averci fatto nascere in una terra plasmata da uomini che, da secoli, durante una mattinata lavorativa ed assolata come quella di ieri, nonostante tutto sanno ancora fermarsi incantati e poi commossi davanti ad una struggente immagine della Madonna e provano a penetrare il senso più autentico dell'esistenza. La tradizione, diceva Chesterton, non è far morire i vivi,ma vivere i morti. Prendere dal passato e trasmettere nel futuro.
Tit toc tic toc.
Non sento più le lancette.
È peccato grave?
Che bella l'Addolorata di Forio!
Viene il magone a guardare quel volto. Ed è impossibile non pensare a chi non c'è più, a chi sta male e a tutto il carico di orrore quotidiano che ci opprime.
Tit toc tic toc...
Ringrazio il Padreterno per avemi fatto nascere cattolico apostolico foriano.
Per avermi dato consapevolezza dell'importanza di essere sì figlio del mio tempo, ma che è infinitamente più bello, e soddisfacente e persino utile essere figlio di un luogo. E io vado in sollucchero quando penso al mio vicolo, al mio campanile (senza orologio), al mio paese che si apre al mondo senza tradire o rinnegare se stesso.
È vero, la nostra più che la società liquida è la società liquefatta. Tutto cambia e nulla sembra resistere. Anche per questo al labile scorrere delle lancette preferisco la solidità della torre dell'orologio.
All'idea della deperibilità preferisco quella della continuità.
Al kronos, preferisco il kairos.
No, non mi sento figlio di questo tempo e sono un nostalgico.
Ho nostalgia della mia infanzia... delle partite a pallone nel campetto sotto al Torrione.... delle vendemmie.... di Boniek e Platini... di tutto quello che è stato...e di ieri sera.
Sono nostalgico, perché in definitiva ho nostalgia della casa del Padre.
Penso che aver fede significhi questo.
Provo orrore per guerre, malattie, violenza, odio ingiustizie, brutture.... perché so che ho conosciuto (e da qualche parte c'è) pace salute amicizia giustizia bellezza.
Tic toc tic toc.
È ancora buio. E sembra sempre notte.
"La fede - ha scritto Lagrange- è un poco come la notte che, pur circondandosi di tenebre, ci permette tuttavia di vedere le stelle, e per mezzo loro la profondità del firmamento. V'è qui un chiaroscuro di una bellezza meravigliosa. Per vedere le stelle è necessario che il sole si nasconda e che cominci la notte. Cosa strana! Nell'oscurità della notte il nostro sguardo si spinge assai più oltre che nella luce del giorno; di notte vediamo le stelle che si trovano ad enorme distanza da noi e che ci rivelano l'estensione immensa dei cieli. Di giorno non vediamo che a pochi chilometri di distanza, di notte vediamo a milioni di leghe".
Spesso l'esistenza si fa atroce e mentre siamo concentrati a vivere, anzi a sopravvivere (titc toc le bollette la rata lo stipendio qualche debituccio)... la vita passa.
Sei, Maria, tu la mia stella!