Proprio quando il fondatore di un movimento antipolitica, che si trova ad essere forza di governo al tempo del covid-19, elogia la "democrazia diretta" con assurde motivazioni forse è necessario per la difesa della "democrazia politica" un elogio della "democrazia indiretta" cioè quella vissuta e praticata attraverso rappresentanti eletti democraticamente.
Il prossimo 9 novembre 2020 saranno 50 anni dalla morte di Charles de Gaulle avvenuta a 80 anni nella sua casa di colombay-les-deux- eglises. Un villaggio di Francia. La Francia dedicherà alla ricorrenza molte manifestazioni. Il suo pensiero è la sua vita torneranno sul tappeto. Si discuterà della sua "quinta repubblica". Della sua rinuncia alla "quarta repubblica". Della sua ostilità al sistema dei partiti. Le sue "memorie di guerra" e quelle di "speranza" incompiute di cui riuscì a completare solo il primo volume "Il rinnovamento" 1958-1962 e di cui uscirono solo i primi due capitoli del secondo volume "Lo sforzo" 1962-1965 in Francia ritorneranno per il confronto e la riflessione e per adeguare ai nostri tempi una "certa idea della Francia" ed una "certa idea di repubblica".
Di de Gaulle sono stato un umile biografo. Ho letto e studiato i suoi scritti ed amato la Francia e la sua lingua. Ho dedicato una tesi di laurea alla sua concezione della "democrazia diretta" cioè al potere conferito al capo della stato con l'art. 11 della costituzione di ricorrere a referendum per l'approvazione "diretta" di leggi. De Gaulle si dimise da presidente della repubblica il 27 aprile 1969 quando perse il suo quinto referendum sulla riforma delle regioni e del senato. 53 per cento no e 47 per cento si. Quale era in de Gaulle il pensiero sulla "democrazia diretta"? Quale ruolo assegna a al capo dello stato? Quale ruolo al parlamento? Il dibattito diventa attuale perché rivaluta la "democrazia indiretta" assegna al capo dello stato il ruolo esecutivo di governo ma non esclude il parlamento. Solo in casi eccezionali é il capo dello stato che ricorre alla "democrazia diretta" e da essa misura il grado di consenso alle politiche del presidente della repubblica perché é la "repubblica" il bene supremo. Apriamo il dibattito civile in Italia perché anche da noi la "repubblica" è il bene supremo.