Ottobre è il mese ideale per raccogliere le castagne nei boschi del Monte Epomeo. In passato i nostri nonni, vicino alla stufa a legna, mangiavano le castagne dopo averle cotte nell’acqua con alcune foglie di alloro. Ancora oggi il loro sapore rimane legato ai profumi di quella cucina. Il fuoco dei camini appena accesi, in questo inizio d’autunno, dunque rende omaggio alle caldarroste, regine della tavola. La loro fragranza si diffonde nell’aria e ci ristora insieme a quella delle mele “annurche” cotte nel forno. Tanto carezzevole è il loro tepore che si tengono con gioia fra le mani.
Diverse storie si raccontavano in passato sulle castagne. In particolare, un’antica leggenda, narrava di un piccolo paese di montagna i cui abitanti, molto poveri, non avendo di cosa mangiare, si rivolsero a Dio pregandolo di dar loro di che sfamarsi. Il buon Dio, sentite le loro preghiere, diede loro una pianta da cui poter raccogliere frutti nutrienti : il castagno. Ma il Diavolo, visto quello che Dio aveva fatto, per impedire che la gente potesse raccogliere i frutti, li avvolse in un guscio spinoso. Gli abitanti del piccolo paese, presi dallo sconforto, ritornarono nuovamente a pregare Dio ed egli, sceso in mezzo a loro, fece il segno della croce e i gusci spinosi, come per miracolo, si aprirono. Da quel giorno, quando è periodo, i frutti di questa pianta si aprono a croce.
Altre volte si giocava a lanciare indovinelli, riservando la prima citazione proprio alla castagna…
Riccio pungente, buccia lucente, si mangiano cotte, arroste o ballotte…
oppure…
Son dura, tondetta, color caffè
sto chiusa in un riccio, ma non per capriccio.
Mi trovo in montagna, mi chiamo…