Ischia News ed Eventi - I Misteri di Procida

I Misteri di Procida

Processione dei Misteri a Procida

Cucina e Tradizione
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Procida, è la più piccola delle tre isole partenopee con i suoi 3,7 Kmq. ma la più densamente popolata con i suoi 11 mila abitanti. Anche Procida come Ischia e Capri non è un'isola "esotica", come diceva il prof. Edoardo Malagoli, ma un'isola " antica ricca di pregnanze storiche". Qui l'uomo civile è arrivato al tempo della colonizzazione greca del Mediterraneo e non è più andato via.

Poiché un braccio di mare la separa dal Continente ed un altro braccio la separa dall'isola-Madre del Golfo, Ischia, i procidani sono di sangue-misto, un poco "continentali-napoletani" ed un poco "ischitani" così i cognomi più comuni sono Ambrosino o Lubrano ed ancora Mazzella o Scotti.

Ma - probabilmente da quando fu istituito lo Stato Civile dalla dominazione francese (1806) – i procidani hanno aggiunto il "soprannome" al loro cognome di origine per indicare meglio l'appartenenza ad un certo "ceppo". Così un ramo degli "Ambrosino" è diventato "di Bruttopilo" mentre un altro degli "Scotti" è diventato "di Uccio" ed un altro ancora dei "Mazzella" è diventato "di Bosco" e così via. Questo "soprannome" aggiunto al cognome ufficialmente all'anagrafe civile è una particolarità antropologica che non si riscontra ad Ischia o a Ponza colonizzata dagli ischitani nel XVIII secolo. Ad Ischia ed a Ponza il soprannome è rimasto nell'"indicazione popolare" ma non è mai "entrato" nell'ufficialità dello stato civile.

Anche a Procida le tradizioni popolari sono legate al Credo religioso. Qui ci sono 16 chiese di cui 4 congreghe. Le congreghe sorte del XVII secolo sulla scia della controriforma hanno nomi di "colori" e questa è un'altra particolarità. Le congreghe sono quelle dei "rossi", dei "bianchi", dei "gialli" e dei "turchini". E' proprio la congrega dei Turchini che organizza il più importante evento sacro di Procida che fa parte della Diocesi di Pozzuoli e non di Ischia. E' la processione dei "Misteri" che si tiene il venerdì santo e cioè quest'anno venerdì 22 aprile. L'istituzione della processione è del XVII secolo ed è incentrata sulla statua del Cristo Morto, un'opera settecentesca attribuita a Lantraceni, che si custodisce nella Chiesa di S. Tommaso d'Acquino detta dei "Turchini" proprio nel centro storico dell'isola.

La statua viene portata dai confratelli "turchini" in processione per tutte le stradine dell'isola, tanto care ad Elsa Morante che qui scrisse "L'isola di Arturo", e con la statua sfilano i "Misteri" cioè le costruzioni in legno e cartapesta su tavole che rappresentano scene della vita e della morte del Cristo.

25 "Misteri" sono detti "fissi" cioè sono costruzioni antiche che vengono riproposte ogni anno mentre altri sono detti "mobili" cioè sono le nuove tavole preparate ogni anno dai giovani dell'isola. I "Misteri Mobili" rendono la processione diversa ogni anno. Quest'anno i "Misteri Mobili" saranno 80 e sono stati costruiti durante l'inverno da giovani studenti procidani i quali hanno ottenuto un vero e proprio laboratorio, con sostegno da parte del Comune di Procida e della Regione Campania, in alcuni locali del vecchio ex-carcere borbonico, lì sulla Terra Murata, la cittadella medioevale situata nel punto più alto dell'isola cioè a 91 metri dal livello del mare.

"La tecnica di costruzione dei "Misteri Mobili" ha suscitato l'interesse di alcuni studiosi cinesi che saranno qui per la processione anche per studiare le analogie e le diversità con la loro cultura popolare mentre perfino l'UNESCO sta esaminando la proposta per inserire la processione dei Misteri nel "Patrimonio Immateriale dell'Umanità" ci dice Domenico Ambrosino, giornalista, direttore del mensile "Procida Oggi" e conoscitore competente della Storia locale.

Alla processione dei Misteri partecipano il clero locale, le autorità con il sindaco in testa, isolani e turisti ma quello che più colpisce è la partecipazione al lutto di tutta la Comunità perfino i bambini vengono vestiti a lutto.

Alle 7.30 in punto la processione parte da Terra Murata. Sarà ancora una volta un membro della famiglia De Rubertis che per tradizione secolare ha questo compito ad effettuare la "chiamata dei Misteri" cioè l'ordine di sfilata .La "chiamata" sarà effettuata dal capitano Giosuè De Rubertis mentre la tromba – con il suo suono estremamente triste atteso perfino dai naviganti sulle navi e le barche ancorate nel porto come l'annuncio della morte del Cristo – sarà suonata da Salvatore Allocco che nella vita fa il commercialista. La banda musicale dell'isola effettuerà marce funebri durante il percorso fino a Marina Grande fra le quali quella di "Jone" di autore ignoto quasi per accrescere il Mistero.

La processione dura circa 4 ore in un silenzio estremo di riflessione e di fede.

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